Europa 2020 è una strategia decennale, proposta dalla Commissione Europea nel 2010, che si basa su una visione di crescita intelligente, sostenibile e solidale. Nello specifico, l'Unione Europea si è posta cinque ambiziosi obiettivi in materia di occupazione, innovazione, energia, istruzione ed integrazione sociale, da raggiungere entro il 2020. Ogni paese membro, per arrivare puntuale a questo appuntamento, ha adottato la propria strategia nazionale. Abbiamo già affrontato, negli scorsi numeri di questo giornale, la strategia che la Regione Campania si è data in termini di agenda digitale, che prevede l’ambiziosa copertura del 99% del territorio raggiunto dalle reti di quarta generazione. Ora a tenere banco in Regione è l’asse terzo del Por-Fesr quello riguardante l’energia. Esso consiste nella riduzione del deficit energetico, agendo essenzialmente su tre fattori: produzione, distribuzione e consumo, il tutto nel rispetto della sostenibilità ambientale. In sintesi, la Regione si propone di riuscire a garantire, entro tale data, la produzione in loco del 35% dell’energia necessaria per il fabbisogno dell’intero territorio campano. A tal fine, il 2 aprile scorso, la Giunta regionale della Campana ha definito lo stanziamento di altri 100 milioni di euro a favore del programma 'Energia efficiente'. L'obiettivo è “realizzare il salto di qualità incentivando la realizzazione di nuovi impianti ad energia solare, eolica e della trasformazione di residui agricoli e frazioni organiche dei rifiuti”. Nel settembre 2013 la Giunta Regionale varò un dispositivo per accelerare la spesa sui fondi europei, naturalmente in riferimento ai Por-Fesr 2007-2013. Ma proprio tale accelerata ha generato l’erogazione di questi ulteriori 100 milioni. Nascono però delle perplessità, legate essenzialmente ai tempi che necessariamente dovranno intercorrere, considerando la messa al bando, gli eventuali ricorsi, le progettazioni esecutive e definitive ed infine la loro reale cantierizzazione. Il tutto, visti i tempi a disposizione, non dovrebbe avvenire prima della fine del 2014, cioè quando si dovrà procedere alla rendicontazione ed alla certificazione delle opere realizzate. Oggettivamente nasce un ragionevole dubbio: se i Comuni, le aree Asi e le Asl, cioè i soggetti a cui è destinato il bando, non fossero in grado di realizzare le opere in tempo utile, pur avendo fatto tutto con la massima celerità possibile vista la farraginosa burocrazia che attanaglia questo paese, che insiste a vivere tra carte bolli adesivi e timbri, ci troveremmo, inevitabilmente, ad iniziare la programmazione 2014-2020 con il peso di dover rifinanziare i progetti 2007-2013. Quindi quella che oggi appare come un’accelerata, buttata li sui giornali da un Assessore che a sua volta sarà impegnato nell’imminente campagna elettorale per l’ottenimento di uno scranno europeo, potrebbe invece rivelarsi un’ulteriore occasione mancata. L’ormai acclarata incapacità delle regioni del meridione di spendere i fondi messi a disposizione dalla Comunità Europea non esime neanche la Regione Campania ed i membri della sua Giunta, i quali, oltre corpose ansa e viaggi alla notte degli Oscar per pubblicizzare più la propria immagine che i prodotti nostrani, null’altro sembrano aver intenzione di fare per sopperire a questa atavica mancanza. Non ci resta nel confidare, come al solito, nell’ingegno e nell’operosità campana, sperando di riuscire a chiudere il tutto nei tempi previsti, pur consci che tutto ciò che si realizza all’ultimo momento con l’acqua alla gola, dà un senso di soddisfazione personale, ma non mette al riparo da eventuali errori.
di Gennaro Tullio
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