lunedì 30 giugno 2014

Lotta all’evasione fiscale: Napoli deve essere più coraggiosa

Se non si portano avanti azioni più incisive il bilancio non potrà mai essere equo

Evasione ed elusione fiscale
L’evasione e la più subdola elusione fiscale rappresentano ancora i principali mali del nostro sistema Paese e, neanche a dirlo, del nostro territorio. Un vero peccato, considerato il fatto che se solo gli Enti Locali mettessero in atto azioni più incisive per contrastare il fenomeno, potrebbero recuperare ingenti risorse economiche da riutilizzare per allentare la pressione fiscale, per il welfare o per politiche di rilancio e sviluppo economico. Di sperimentazioni in tal senso ne sono state fatte tante nel corso degli anni ma, sostanzialmente, senza produrre quegli effetti sperati che potrebbero lontanamente far presagire una riduzione del problema. Nel panorama italiano, fatto di tanti piccoli comuni virtuosi, tuttavia, non mancano best practices. E, contrariamente ad ogni stereotipo o luogo comune, ne esistono anche nell’area metropolitana di Napoli. E’ il caso del Comune di Ercolano, la cui capacità di riscossione è progressivamente cresciuta nel corso del tempo, al punto da sfiorare la soglia del 65%. Ma, nella nostra provincia, anche Torre Annunziata è molto attiva su questo fronte, ottenendo risultati a dir poco significativi. Circostanze fortuite? Un caso? E perché gli altri 90 Comuni della provincia partenopea non seguono questi esempi?

Un discorso a parte merita poi il Comune di Napoli che, nonostante gli sforzi messi in atto dall’ Amministrazione de Magistris, anche attraverso l’ultimo Protocollo d’Intesa siglato con Agenzia delle Entrate, Guardia di Finanza ed Equitalia, pare non abbia ancora imboccato la strada maestra per un effettivo recupero delle risorse evase. Ecco perchè sarebbe opportuno valutare, così come si evince anche da una mozione approvata in Consiglio comunale, la possibilità di mettere in campo azioni più forti, che vanno nella direzione o dell’esternalizzazione del servizio o del potenziamento interno, valorizzando l’attività di una delle società partecipate del Comune. Nel primo caso, con un apposito bando ad evidenza pubblica e senza gravare sul bilancio comunale infatti, si potrebbe prevedere di applicare la cosiddetta ‘remunerazione ad aggio’ sull’incassato, ossia il compenso spettante a chi è incaricato delle riscossioni. L’aggiudicatario, in tal modo, potrebbe ottenere una remunerazione sull’effettiva riscossione dei tributi, che sarebbe così garantita, e il Comune non si troverebbe a dover stanziare un compenso minimo garantito per l’aggiudicatario, né maggiori risorse per il rafforzamento dell’azione di contrasto all’evasione. Nel secondo caso, ossia ricorrendo al potenziamento di una delle Partecipate, Napoli Servizi appare la più adatta per contrastare il fenomeno. La società infatti, dispone già della banche dati, degli strumenti software (gestisce già una parte di SIT) e delle risorse umane necessarie. Nelle finalità del suo stesso statuto inoltre, potrebbero facilmente rientrare, oltre alle attuali attività di riscossione delle entrate patrimoniali, anche le entrate tributarie.

Se, dunque, si vuole davvero dare un segnale forte a quelle coscienze in cui è ancora ben radicata la cultura dell’illegalità, bisogna insistere maggiormente su questo fronte. Non solo perché le risorse che si recupererebbero potrebbero sopperire alla mancanza di liquidità di cui è perennemente afflitto il nostro Ente, ma, soprattutto, potrebbero contribuire a sanare quelle gravi distorsioni di mercato ed iniquità sociale che continuano a costituire un freno allo sviluppo e all'adozione di vere misure redistributive nel nostro territorio.

di David Lebro

venerdì 27 giugno 2014

Napoli, una città da Oscar

Viaggio nella storia delle pellicole premiate. C’è sempre un po’ di talento partenopeo

Sophia Loren e Vittorio De Sica: Oscar per "La ciociara"
L’ultimo della lunga lista è “La grande bellezza”. Ambientato nella Roma di oggi, e, per la maggior parte, pensato, interpretato e prodotto da talenti che sono nati e si sono formati nella Napoli caleidoscopica del post terremoto.

Prima di loro, a parte il geniale Benigni, fu il trionfo di un altro napoletano: Massimo Troisi. Quel timido postino che, attraverso il suo percorso interiore, volto a scoprire la magia della poesia e dell’amore, ha fatto commuovere e innamorare milioni di spettatori. Le riprese del film furono girate nella incantevole isola di Procida, la più piccola delle tre maggiori del Golfo di Napoli. Tra l’altro, in occasione del ventennale, alcuni appassionati della pellicola hanno realizzato un’App per smartphone e tablet. L’applicazione, presentata ufficialmente martedì 1° luglio, permetterà agli utenti di immergersi in un percorso sui set, a conferma di quanto sia importante il turismo cinematografico per l’indotto locale.

Ma ritornando al tema iniziale dell’articolo, ovvero di quanto Napoli sia stata protagonista nella storia del Cinema italiano, ecco una veloce carrellata dei primi premi Oscar e del loro legame con l'area metropolitana di Napoli.

Il primo film a vincere l’ambita statuetta fu, nel 1948, “Sciuscià”, capolavoro assoluto di Vittorio De Sica, figlio di Umberto e della napoletana Teresa Manfredi. Il grande regista raddoppiò il successo nel 1950, con “Ladri di biciclette”.

Dopo qualche anno di assenza del cinema italiano dal grande palcoscenico internazionale, si avviò, grazie alle intuizioni di Carlo Ponti e di Dino De Laurentiis (Torre Annunziata, 1919) ad uno dei decenni più ricchi di grandi successi per il cinema italiano. Insieme produssero il vincitore del 1957 “La strada” di Federico Fellini e l’anno dopo, il solo De Laurentiis, il premio Oscar “Le notti di Cabiria”.

Due anni dopo è la volta dell’immensa Sophia Loren, trionfante a Hollywood con “La Ciociara” diretta ancora da De Sica. Accoppiata che bissa il successo tre anni dopo con “Ieri, oggi e domani” con un episodio ambientato nel popolare quartiere di Forcella e che vanta tra gli sceneggiatori anche il grande Eduardo De Filippo.

Insomma è palese che Napoli ha segnato in maniera univoca la nascita e la formazione del Cinema italiano del secondo Novecento. Una fucina che ha continuato a sfornare in maniera continua geni della scrittura, maestri della recitazioni e coraggiosi produttori che ancora oggi - e il trittico Sorrentino, Servillo, Giuliano ne sono la prova vivente - riescono a regalare emozioni indescrivibile al pubblico di tutti il mondo non dimenticando mai, anzi mostrandole con fierezza e con orgoglio, le proprie origini napoletane.

di Giovanni Parisi

giovedì 26 giugno 2014

EXPO 2015: una vetrina per Napoli e la Campania

Il capoluogo partenopeo al lavoro per presentare la sua proposta

Il logo e lo slogan dell'EXPO 2015
Rilanciare la crescita economica italiana e riesaminare le politiche di sviluppo globali sono gli obiettivi di Expo 2015, in programma dal 1 maggio al 31 ottobre prossimo a Milano: 184 giorni, oltre 130 partecipanti, un’area espositiva sviluppata su una superficie di un milione di metri quadri per ospitare gli oltre 20 milioni di visitatori previsti. Un’ Esposizione Universale con caratteristiche originali e innovative, non solo una rassegna espositiva ma soprattutto un evento partecipativo che intende focalizzare l’attenzione su un tema specifico: Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita. Il tema nutrire il pianeta rappresenterà l'occasione per rivedere l'agenda globale dello sviluppo, con l'obiettivo di affrontare la contraddizione di questo secolo: da una parte un enorme numero di persone malnutrite e dall' altra numerosi casi di obesità e cattiva alimentazione.

Alcune forze politiche, visti gli ultimi eventi, chiedono insistentemente alla magistratura “l’interruzione dei lavori di expo”, il Comune di Napoli, invece, individuando nell’evento una occasione di crescita e di sviluppo per la città, è al lavoro per presentare la propria proposta culturale. L'assessorato al Lavoro e alle Attività produttive sta organizzando incontri fra imprenditori ed esperti del settore alimentare e sta raccogliendo proposte legate alle tradizioni, sviluppate, però, secondo un sistema produttivo moderno e all’avanguardia.

Gli interventi proposti dall’Assessorato perseguono i seguenti obiettivi specifici:
  • Rafforzare la qualità e la sicurezza dell’alimentazione
  • Assicurare un alimentazione sana e di qualità a tutti gli esseri umani
  • Prevenire le nuove grandi malattie sociali della nostra epoca
  • Innovare con la ricerca, la tecnologia e l’impresa, l’intera filiera alimentare
  • Educare ad una corretta alimentazione
  • Valorizzare la conoscenza delle tradizioni alimentari
Il Comune di Napoli ha prorogato al 30 settembre la "Chiamata di idee Napoli per Expo 2015", un invito a presentare proposte da raccogliere in un Programma di azioni sui temi di Expo 2015 da svolgersi in città. Le idee, intese come proposte di iniziative, dovranno essere caratterizzate da qualità ed attrattività per convogliare l'attenzione sulla città di Napoli. L’obiettivo finale è valorizzare la storia e promuovere la cultura gastronomica, sociale e turistica della città che sorge all'ombra del Vesuvio.
di Alessia Nardone

Napoli: oltre la fontana, amore e partecipazione

Cittadini ed Amministratori insieme sulle future scelte urbanistiche

Gaetano Bonelli
Valorizzare le opere d'arte di cui è ricca la nostra città inserendole nel giusto contesto storico urbanistico ed archittettonico: questa la mission di un folto gruppo di cittadini partenopei che, senza farselo ripetere due volte, hanno appoggiato l'idea di Gaetano Bonelli, esperto cultore d'arte ed impegnato collezionista che, in vista dello spostamento della fontana del Nettuno da via Medina a piazza Municipio ha proposto un’ altra piazza, quella del Plebiscito, come sede più adeguata ad ospitare la storica fontana del ‘600. Tutto ha inizio quando si rende noto che nel nuovo progetto di Piazza Municipio, stilato dagli architetti portoghesi Alvaro Siza e Souto De Mura, è prevista la sistemazione della fontana del Nettuno al centro dei giardini antistanti Palazzo San Giacomo. Un azzardo dal punto di vista storico ma, soprattutto, un pericolo dato che la piazza è spesso scenario di manifestazioni. Ed è per questo che Bonelli ha proposto ed illustrato una sede più consona in cui spostare la fontana, ossia Piazza del Plebiscito. Secondo l'esperto d'arte, infatti, la sede da lui indicata risulta essere più adeguata in senso storico, archittettonico ed urbanistico ed, inoltre, potrebbe costituire un punto d'aggregazione, uno straordinario e monumentale complemento d'arredo, che valorizzerebbe la piazza in maniera attenta e rispettosa delle bellezze di cui già è ricca, fungendo da cerniera tra i vari stili.

http://youtu.be/Wfd_Ms6L_uM
Clicca sulla foto per vedere il video di presentazione della proposta
Tale proposta che, come già detto, ha avuto un cospicuo ed immediato riscontro positivo da parte di tutti quei napoletani che hanno a cuore la propria città, è stata di recente discussa dai Consiglieri comunali nel corso di un incontro della Commissione Cultura e Turismo, alla presenza, inoltre, dell' Assessore all'Urbanistica Carmine Piscopo. In tale sede e per ragioni insite nel nuovo progetto, che basa tutto sul ripristino della storica passeggiata, che a partire dall'abbattimento del muro del porto, abbraccia l'intera piazza fino a Castel Sant’ Elmo e che si trova in uno stato molto avanzato dal punto di vista della realizzazione, come ha reso noto l'Assessore Piscopo, la proprosta non è stata accolta. Ma non è corretto parlare di sconfitta. La volontà di partecipare mettendo a servizio della città competenze e capacità, l'amore per Napoli, la caparbietà nel far sentire le proprie ragioni che questo gruppo ha dimostrato, ha fatto in modo che non solo l'Amministrazione comunale, ma anche tutti gli altri cittadini partenopei aprissero gli occhi all'opportunità di rendersi parte integrante e significativa delle scelte che riguardano la città. Questa risulta essere una grande vittoria per tutti coloro i quali hanno dedicato una vita, e continuano ancora oggi a farlo, alla nostra stupenda ed antichissima Napoli.

di Alessia Nardone


mercoledì 25 giugno 2014

Sanità Campana: l'alba dell'era della competitività

La Regione non tutela le eccellenze sanitarie nostrane e non punta all’innovazione

La Direttiva 2011/24/EU prevede la libera circolazione dei servizi assistenziali
Con la delibera del Consiglio dei Ministri del 24 luglio 2009, con cui il Governo ha proceduto alla nomina del presidente pro-tempore della Regione Campania quale Commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro dal disavanzo sanitario regionale, ha preso inizio il periodo di austerity per il servizio sanitario regionale. Tale fase ha generato una politica gestionale caratterizzata dal blocco delle assunzioni, dall’aumento dei ticket, dai tagli alla spesa, dalla riconversione o dalla chiusura di alcuni presidi assistenziali in nome del piano rientro del deficit sanitario. Tali scelte hanno colpito i livelli di assistenza e cooperato nel produrre una sfiducia dei cittadini che si è tradotta nel corso degli anni nel fenomeno della mobilità sanitaria ovvero l’esodo dei pazienti verso le strutture sanitarie fuori regione, soprattutto verso il Lazio, regione limitrofa, la Lombardia e l’Emilia Romagna, aventi un’offerta sanitaria percepita come più attraente. La mobilità passiva ha un costo talmente elevato che la Regione Campania con il Decreto n. 156 del 31.12.2012 ha provato a frenare, prevedendo un’autorizzazione preventiva dell’Asl competente al cittadino che intende curarsi fuori regione e limitando le richieste solo ad alcune tipologie d’interventi. L’attuazione di tale provvedimento ha generato un contenzioso giurisdizionale concluso con la sentenza del 22 gennaio 2014, n. 296, Consiglio di Stato, Sezione Terza, che ha affermato che “è legittimo, e non contrasta con il diritto di libera scelta del cittadino, il provvedimento con cui, in ragione del contenimento della spesa sanitaria e della razionalizzazione delle risorse disponibili, la mobilità sanitaria passiva (verso l’esterno) al fine di fruire di prestazioni che la stessa Regione Campania è in grado di erogare, viene limitata e subordinata a un procedimento autorizzativo”. La concorrenza tra le regioni per accaparrarsi gli utenti/pazienti diverrà più dura quando si realizzerà la libera circolazione dei servizi assistenziali previsti dalla Direttiva 2011/24/UE. Tale norma ridefinisce i diritti della salute dei cittadini comunitari sancendo la facoltà del paziente ad accedere all'assistenza sanitaria transfrontaliera e a ottenere una prestazione sanitaria di qualità e sicura da un altro Stato dell'UE. La Direttiva prevede, inoltre, la possibilità che lo Stato membro di affiliazione possa rimborsare anche i costi riguardanti le spese di alloggio o di viaggio. Sono esclusi dall'ambito del provvedimento legislativo i trapianti d'organo, i programmi pubblici di vaccinazione e i servizi d’assistenza di lunga durata. La Direttiva 2011/24/UE consente che lo Stato di affiliazione possa istituire un sistema di autorizzazione preventiva per evitare il rischio di destabilizzare il finanziamento del suo sistema sanitario. Il nuovo quadro normativo fara sì che l’emigrazione sanitaria dei pazienti della regione campania divenga domani non solo un fenomeno interregionale ma anche di portata comunitaria. Non si può pertanto più pensare solo a ripianare i conti, ma bisogna organizzare un sistema salute della Campania competitivo e attrattivo, altrimenti il risparmio di oggi sarà un beneficio di breve periodo e un costo di lungo periodo. La politiche gestionali della regione Campania devono tutelare le eccellenze degli enti sanitari nostrani e puntare all’innovazione altrimenti i bilanci futuri conosceranno solo una mobilità passiva e non sfrutteranno mai le opportunità di guadagno offerte dal mercato unico della salute che si svilupperà nella Comunità europea. Stavolta è meglio la gallina domani che l’uovo oggi.

di Alessandro Coccia

E-Commerce: la truffa corre in rete

Come non incappare in specchietti per le allodole

Internet è ad un tale stadio della sua evoluzione da rappresentare, a tutti gli effetti, una realtà alternativa a quella reale e, al pari del mondo fisico in cui viviamo, anche in rete può capitare di imbattersi in “personaggi poco raccomandabili”. Analizzando il settore dell'e-commerce infatti, si può notare come tra furti d'account, finte partite IVA e siti di vendita fantasma, acquistare oggi in internet può essere davvero un'operazione ad alto rischio. Tutto questo non deve però scoraggiare, perché muoversi in rete, così come ogni altra cosa si faccia nella vita, richiede solo un po’ di esperienza e molta cautela.

Al mondo d’oggi poi, grazie ai nuovi strumenti a disposizione degli internauti, le occasioni per mettere a segno la truffa perfetta sono esponenzialmente aumentate. Realizzare un sito di e-commerce infatti, è estremamente semplice e alla portata di tutti, grazie ai numerosi tool gratuiti che consentono di assemblare, in tempi rapidissimi e con un lavoro modesto, le pagine web per la vendita on-line.

Bisogna fare molta attenzione però, in quanto anche siti all'apparenza perfetti possono nascondere delle insidie, ma se si seguono poche e semplici regole, il rischio di essere truffati si riduce sensibilmente.

La prima regola è sicuramente il buonsenso. Nessuno vende il proprio prodotto rimettendoci, quindi prezzi fortemente scontati devono assolutamente rappresentare un campanello d'allarme, perché potrebbero anche essere di provenienza illecita.

La seconda regola da tener presente è che i siti di e-commerce sono, a tutti gli effetti, delle attività di vendita ed in quanto tali operano secondo le leggi italiane. Essi devono quindi possedere una partita I.V.A., la cui veridicità è verificabile sul sito dell'Agenzia delle Entrate www.agenziaentrate.gov.it, e l’iscrizione alla Camera di Commercio. Come per il precedente dato, anche questo può essere facilmente verificato sull’apposito sito, www.infoimprese.it. L'assenza di uno solo di questi requisiti dunque, dovrebbe già destare sospetto poiché rappresenta un classico segnale delle truffe on-line.

La terza regola? Così come c'è un sito per le vendite ne esiste uno per le opinioni ed i consigli, quindi consultarne uno dei tanti per verificare quanti feedback quello specifico sito abbia ottenuto dai suoi usufruitori è cosa saggia. Per farlo basta digitare su Google il nome del sito, seguito da “opinione” e, naturalmente, va da sè che un sito o un venditore con molti feedback negativi andrebbe scartato a priori. Superato questo step, non siamo ancora fuori pericolo, perché anche i metodi di pagamento disponibili possono rappresentare un importante campanello d’allarme.

I siti che accettano esclusivamente pagamenti anticipati con bonifico bancario, vaglia veloce, ricariche prepagate e che rifiutano il contrassegno devono essere assolutamente guardati con sospetto: dietro i loro IBAN potrebbe celarsi l’anonimato, difatti potrebbero riferirsi a carte prepagate, facilmente acquistabili in tabaccheria e quindi non registrate.

Viceversa un sito che accetta pagamenti tramite carta di credito, con validazione della transazione certificata da una banca, o meglio ancora con Paypal, che offre anch’esso garanzia di rimborso in caso di truffa e una serie di verifiche preventive sull'identità del venditore, è un sito che dimostra una certa serietà. Questo perché, solitamente, le compagnie di credito pagano gli esercenti dopo un ragionevole lasso di tempo dalla transazione, per consentire loro di bloccare il pagamento in caso di truffa.

Di fronte ad un panorama sconfortante come quello descritto verrebbe voglia di gettare la spugna ed abbandonare del tutto l'acquisto on-line ma, in realtà, esistono anche tanti esempi virtuosi, come quello di Amazon, leader di vendite nel settore del commercio elettronico o eBay, il principale sito di aste e compravendite on line, che pur essendo piattaforme ad alto rischio sono frequentate da tanti venditori onesti. Con un pò di cautela, un pizzico di fortuna e badando sempre prima al sito di vendita e poi al prezzo insomma, sarà certamente possibile fare un buon affare, senza incappare in specchietti per le allodole, create all’occorrenza per i più ingenui.

di Gennaro Tullio

martedì 24 giugno 2014

Il male oscuro della società di oggi: il mobbing

Un fenomeno in continua espansione che miete sempre più vittime

Mobbing: il nuovo male della società
In un mondo del lavoro sempre più competitivo ed arrivista, emarginazione e violenza psicologica sembrano trovare terreno fertile. Coloro che assistono in silenzio al misfatto o diventano complici suggellano un moderno crimine: il mobbing. Questo termine, che deriva dall’inglese to mob (accerchiare, attaccare, aggredire in massa), è ormai entrato a far parte del vocabolario del mondo del lavoro, rappresentando un fenomeno ampio e dagli effetti pericolosissimi. Infatti, rappresenta quella pratica persecutoria o, più in generale, di violenza psicologica perpetrata dal datore di lavoro o da colleghi (mobber) nei confronti di un lavoratore (mobbizzato) per costringerlo alle dimissioni o comunque ad uscire dall’ambito lavorativo.

Gli elementi identificativi del mobbing sono dunque:
  • il contrasto tra almeno due soggetti, il mobber (parte attiva) ed il mobbizzato (parte passiva);
  • l’attività vessatoria continua e duratura;
  • lo scopo di isolare la vittima sul posto di lavoro e/o di allontanarla definitivamente o comunque di impedirle di esercitare un ruolo attivo sul lavoro;
Non esiste un criterio specifico per individuare tali atti, nei quali rientra pertanto ogni forma di angheria perpetrata nel tempo: ostracismo, umiliazioni pubbliche e spargimento di fatti non veritieri, intimidazione, svariati episodi di bullismo, molestie sessuali.

Dall’analisi del fenomeno, soprattutto ad opera di Heinz Leymann, uno dei primi studiosi della materia, sono state individuate principalmente due tipologie:
  • Il mobbing di tipo verticale è quello messo in atto da parte dei datori di lavoro verso i dipendenti per indurli a licenziarsi da soli, schivando così eventuali problemi di origine sindacale. Spesso si tratta di vere e proprie "strategie aziendali" per le quali è stato coniato il termine di Bossing; in tal caso sono i dirigenti dell’azienda ad agire;
  • Il mobbing di tipo orizzontale viene invece praticato dai colleghi di lavoro verso uno di loro per varie ragioni: per gelosia verso colleghi più capaci, per necessità di alleviare lo stress da lavoro oppure per trovare un capro espiatorio su cui far ricadere le disorganizzazioni lavorative.
Lo scopo perseguito col mobbing è quello di eliminare una persona "scomoda", sia perché più capace e geniale e dunque in grado di sovvertire la gerarchia aziendale o di eliminare i privilegi conquistati dagli altri lavoratori prima della sua venuta, sia più semplicemente perché esprimente opinioni ed abitudini diverse dal gruppo. Tutto ciò viene perseguito distruggendo la persona psicologicamente e socialmente in modo da provocarne il licenziamento o da indurla alle dimissioni senza che si crei un caso sindacale. Di frequente, inoltre, al di là delle condotte apertamente vessatorie, la situazione di isolamento della vittima viene ulteriormente amplificata anche dai comportamenti dei c.d. "side mobbers", cioè tutti quei soggetti che, pur non essendo direttamente responsabili delle condotte "mobbizzanti", scelgono, essendone venuti a conoscenza, di restare "spettatori silenziosi" delle persecuzioni a danno della vittima designata.

Per quanto riguarda le cause del fenomeno, negli ultimi anni è emerso come queste vadano ben oltre le antipatie, gelosie e frustrazioni personali, evidenziando pertanto, un profondo legame causale con i problemi dell’occupazione ed in particolare, del ridimensionamento dell’organico. Ad esempio, le ristrutturazioni delle aziende private e pubbliche, le fusioni tra società dello stesso settore generano forti conflittualità e competitività nell'ambiente di lavoro e coloro che si trovano a svolgere le stesse mansioni entrano in conflitto fra loro fino all'eliminazione del più debole.

In Italia, la sentenza che per prima ha accolto il termine mobbing nel lessico giurisprudenziale, è la pronuncia emessa dal Tribunale di Torino, Sez. Lav. I grado, datata 16XI/99 che riguardava una lavoratrice dipendente che, costretta a lavorare ad una macchina in uno spazio angusto ed isolata dagli altri colleghi, aveva richiesto il risarcimento del danno biologico (crisi depressiva) subito a causa delle condizioni di lavoro gravose e dalle continue e mirate vessazioni e umiliazioni da parte del capo reparto. Anche l'Inail, di fronte al divampare del fenomeno, ha cominciato a considerare il mobbing come malattia professionale: infatti è stato inserito nella categoria delle malattie professionali non tabellari.

Ad oggi, il mobbing, benchè costituisca un tema caldo e molto intricato, necessita ancora di opportuni interventi legislativi e giurisprudenziali. Ma una riflessione è d’obbligo: non bisogna confondere la libera competizione con l’arbitrio del più forte, gli stimoli per raggiungere obiettivi economico-produttivi con le politiche del terrore che calpestano diritti, bisogna salvaguardare la sana e libera competizione e condannare e denunciare qualsiasi fenomeno di violenza.

di Giovanna Cerbone

venerdì 20 giugno 2014

Tributi locali sugli immobili: il punto

La recente riforma riguardante la tassazione sulla casa

Dal 1° gennaio 2014 la tassazione sulla casa è stata riformata con l’introduzione della IUC Imposta Unica Comunale. L'imposta unica comunale è un tributo locale il cui presupposto è costituito dal possesso o dalla occupazione, a vario titolo, di immobili ubicati nel Comune, in sostituzione di imposte ora soppresse, in particolare l'IMU sulla abitazione principale e la Tassa per la raccolta dei rifiuti. La IUC, introdotta dalla Legge di stabilità 2014, è una imposta destinata al Comune e articolata in tre distinti tributi, con differenti presupposti impositivi: la TARI, la TASI, l’IMU.
Si tratta pertanto di una imposta dalle molteplici caratteristiche, avente, da un lato, natura patrimoniale, analogamente all’IMU, in quanto imposta dovuta da chi possieda un immobile non adibito a prima casa e non di lusso, dall’altro di tassa sui servizi, come la le precedenti tasse sui rifiuti (TARSU, TIA, TARES). La dichiarazione IUC deve essere presentata dal soggetto passivo, cioè da chi deve pagare il tributo, entro il 30 giugno dell’anno successivo (il 30 giugno 2015 per chi possegga o detenga un immobile nel 2014). Essa ha effetto anche per gli anni successivi, pertanto non deve essere periodicamente presentata, se non subentrano modificazioni.

La TARI è la tassa dovuta da chiunque possieda o detenga locali ed aree suscettibili di produrre rifiuti, con presupposti e caratteristiche di prelievo analoghe a quelle già previste per la TARSU, la TIA e la TARES e le parti comuni condominiali non occupate in via esclusiva.
La tassa è pertanto dovuta da tutti coloro che occupano un immobile, siano essi proprietari, inquilini o detentori a qualsiasi altro titolo. La tassa è commisurata alla superficie calpestabile dei locali e delle aree, e l’importo è determinato in base alla tariffa prevista dal regolamento comunale.

La TASI è la tassa diretta a coprire il costo per i servizi indivisibili forniti dai Comuni, quali illuminazione, sicurezza stradale, gestione degli impianti e delle reti pubbliche, etc., secondo un principio già enunciato nella soppressa TARES. La TASI, che per le prime case sostituisce l’IMU e per gli altri fabbricati si aggiunge ad essa, è pertanto dovuta da proprietari ed inquilini, con percentuali di ripartizione che dovranno essere deliberati da ciascun comune entro il 23 maggio di ogni anno, e pubblicati sul “portale del federalismo fiscale” entro il 31 maggio.

L’IMU continua ad essere dovuta su tutti i fabbricati non destinati ad abitazione principale e non considerati di lusso cioè classificati alle categorie A/1, A/8, A/9 (appartamenti di lusso, castelli, ville, etc.).
L’ importo dovuto è tuttavia ricompreso nella nuova imposta denominata IUC, la cui aliquota, comprensiva anche della TASI, non potrà essere complessivamente superiore all’11,4 per mille.
di Michele Capasso

mercoledì 18 giugno 2014

Grande successo per la mostra di Andy Warhol a Napoli

La collezione “Vetrine” al PAN fino al prossimo 20 luglio

L'omaggio di Andy Warhol a Napoli
"Amo Napoli perché mi ricorda New York, la gente è felice". Con queste parole, Andy Warhol, massimo esponente della Pop Art americana, definì il suo amore per il capoluogo partenopeo, consolidato anche dalla sua amicizia con il noto gallerista Lucio Amelio. Le opere dell’eclettico artista ritornano in esposizione a Napoli con la collezione intitolata “Vetrine”, una rassegna di 180 opere, che ripercorre la sua vita, soprattutto nel rapporto che lo ha legato alla città. La mostra, a cura di Achille Bonito Oliva, ospitata al PAN, Palazzo delle Arti di via dei Mille, fino al prossimo 20 Luglio, segna già un clamoroso successo, vantando ad oggi oltre 36.000 presenze.

Il percorso espositivo si svolge su due piani: le mura neutrali del PAN appaiono come tela bianca, dove risaltano i colori accesi e vivaci delle opere, creando un connubio perfetto. Durante il percorso della mostra, si possono cogliere le esperienze che hanno forgiato e caratterizzato la sua vita come pittore, fotografo, attore, produttore, ma anche regista, scultore, sceneggiatore e pubblicitario. Si rimane così affascinati non solo dai colori camouflage delle sue serigrafie, ma anche dal suo geniale estro pubblicitario: perfino i critici gli riconoscevano la capacità di portare la sua arte sugli scaffali di un supermercato.

Nella collezione Vetrine ritroviamo le sue opere più conosciute, come la serigrafia Campbell's Soup, immagine delle tecniche della grande distribuzione industriale, divenuta poi, per antonomasia, il simbolo della Pop Art, o la storica serie della seducente Marilyn, nella quale i colori caldi si sposano con la personalità dell'attrice, quasi intendesse mostrarne le mille sfaccettature caratteriali attraverso le diverse sfumature di colore.

Nella spaziosa sala al secondo piano spicca poi la grande e suggestiva tela Vesuvius, un'immagine stilizzata e dinamica, che il grande artista americano realizzò nel 1985 in occasione di una mostra al Museo di Capodimonte, e la cui eruzione fu definita dallo stesso Warhol “un'immagine sconvolgente, un avvenimento straordinario e anche un grande pezzo di scultura”.

Nella rassegna troviamo anche una riproduzione della pagina del Mattino del 23 novembre 1980, dal titolo emblematico "Fate presto", dedicato al terremoto in Irpinia, un avvenimento che scosse particolarmente l’animo di Warhol.

Esposti inoltre, un gran numero di vinili e dischi, che Warhol aveva prodotto, anche collaborando con la cantante Liza Minnelli per la creazione della copertina. Ne è un esempio l'immagine in primo piano dell'album "Live at Carnegie Hall", dove è ritratto il volto della Minnelli. L'esposizione Vetrine è stata un vero e proprio successo, la scelta della location nel cuore della città ha contribuito a pubblicizzare e dare un valore al nostro caro museo che, soprattutto nei primi giorni, ha visto un’enorme affluenza, con migliaia di visitatori in fila d’attesa. Una mostra da non perdere dunque, per regalarsi un piacevole viaggio nel meraviglioso mondo nell’arte contemporanea. 
di Ginevra Giannattasio

venerdì 6 giugno 2014

Bagnolifutura: bene mobilità verso partecipate

COMUNICATO STAMPA

“L’impegno di ricorrere all’istituto della mobilità verso altre partecipate del Comune per i lavoratori della Bagnolifutura, è una scelta saggia e condivisa da Campania Domani, ma è necessario assicurare le giuste coperture economiche e normative per far sì che questa volontà politica diventi al più presto percorribile”. Ad affermarlo è David Lebro, Presidente di Campania Domani e Consigliere comunale di Napoli.

“Nell’incontro di ieri con la curatela fallimentare della società -puntualizza Lebro-l’Amministrazione comunale ha ribadito la necessità di salvaguardare i livelli occupazionali, ma è fondamentale che si proceda in tempi rapidi all’iter normativo che renderà operativa tale scelta”.

L’auspicio -conclude Lebro- è che l’Assessorato al Bilancio istruisca al più presto l’atto deliberativo necessario affinché, ai lavoratori della Bagnolifutura, venga assicurata una rapida stabilizzazione”.

(d.leb.)

martedì 3 giugno 2014

Napoli: al via il progetto Giugno Giovani

di Gennaro Tullio

A Napoli il mese di giugno fa rima con giovani. E’ così che sarà grazie al progetto Giugno Giovani ai quali è dedicato un fittissimo programma di eventi live, social, street art, sport, tour, happening che attraverseranno in maniera trasversale il mondo della scuola fino a quello dell’università passando per l’universo della cultura.
 
La locandina del progetto Giugno Giovani
Per il 2014 si focalizzerà l’attenzione sul tema dell'accoglienza turistica. Il Giugno Giovani vuole essere d’ora in poi un appuntamento annuale, così come il Maggio dei Monumenti, istituito con delibera comunale. Il Giugno dei Giovani, giunto alla sua seconda edizione, pone l’accento sulla valorizzazione degli aspetti che appartengono loro come la creatività, la passione, il protagonismo, il talento, l'orgoglio, l'identità napoletana, l'inventiva e i valori dei giovani, prima risorsa per lo sviluppo sociale, economico, culturale e territoriale della città, abbracciando con il suo calendario tutte le 10 Municipalità.

L'Assessorato ai Giovani, nell'ambito del progetto "Napoli città giovane: i giovani costituiscono il futuro della Città" dei Piani Locali Giovani - Piani Metropolitani, promossi e sostenuti dal Dipartimento della Gioventù - Presidenza del Consiglio dei Ministri e dall'Associazione Nazionale Comuni Italiani, ha finanziato direttamente i ragazzi, con la cifra di 150mila euro attraverso un bando con la finalità di promuovere le migliori idee progettuali che avessero come comun denominatore l'accoglienza turistica e la valorizzazione del territorio. Circo sociale, arte di strada, gioco, fotografia, recitazione, graffiti, arte pubblica, food, wellness, sport, musica e danza. Progetti che oltre, all'evento in calendario del Giugno Giovani daranno vita a cicli di workshop diventando anche occasione di formazione per giovani.

Insieme ai progetti finanziati, ci sono altri appuntamenti non finanziati dal Comune di Napoli, che si sono distinti per contenuti e finalità rivolti espressamente ai giovani. A coordinare il piano di comunicazione e l’immagine grafica del Giugno Giovani, l’associazione giovanile AgiSCo (Associazione Giovani Società e Comunicazione) rappresentata dalla dott.ssa Enza Maria Paolino. Le associazioni finanziate e i relativi referenti: Boom Bap (Martina Vollero); Trerrote (Nicola Laieta); Tycho (Claudia Pascotto); Giano Bifronte (Paolo Nappi); Postcards from Naples (Vincenzo Noletto); Pizzaiuoli Young (Marilena Miccù); Agorà Arte (Anna Amoruso); Nartea (Erika Quercia); 400ml (Gennaro Cedrangolo); I Ken Onlus (Carlo Cremona); SCG_No Utopia (Dalila Milizia); UDU (Manlio Lomazzo); Mithos & Arte & Foto (Adelaide Di Nunzio). Il programma completo su www.giugnogiovani.it

SLA GLOBAL DAY: in Campania contro la SLA con i cesti solidali

di Gennaro Tullio

C’è un appuntamento con la salute e la solidarietà da segnare in calendario. Il giorno 21 giugno in tutto il mondo si celebra lo “SLA Global Day”, evento dedicato alla giornata mondiale sulla SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica). Questo appuntamento esiste grazie al sostegno della Rete internazionale delle associazioni che si occupano di questa patologia e delle malattie motoneurone, la International Alliance of Asl/mnd Associations, fondata nel 1992. 

 
La locandina della manifestazione
All’interno di questa Rete, l’AISLA, l’Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica, è l’unico gruppo italiano che ne fa parte. In occasione di questo anniversario si organizzano diversi eventi, incontri e iniziative di approfondimento e raccolta fondi per mandare avanti la ricerca e sostenere le spese che essa comporta contro la SLA.

In Campania, per questa occasione è stato ideato qualcosa di “buono” in tutti i sensi. Qui infatti la solidarietà andrà a braccetto con la genuinità dei prodotti del territorio. La sezione AISLA di Napoli e Caserta ha realizzato un cesto solidale ricco di prelibatezze del luogo grazie alla collaborazione attiva di numerose aziende agroalimentari della zona che hanno aderito all’iniziativa. I cesti si potranno acquistare al costo minimo di 30 euro l’uno, a cui andranno aggiunte le spese di spedizione per l’eventuale invio in località che esulano dalla regione Campania. Per fare l’ordine o solo per avere maggiori informazioni in merito basta contattare aisla.napoli@libero.it.

All’interno dei cesti si potrà trovare ad esempio un chilo di pasta proveniente dal Pastificio Gentile, pasta di Gragnano trafilata in bronzo, una bottiglia di Fiano o Aglianico doc delle Cantine Montesole, mezzo chilo di caffè macinato fresco napoletano proveniente dalla Torrefazione Artigianale Napoletana, tre bottiglie di passata di pomodori del Vesuvio ed un litro d’olio extravergine di oliva pugliese dell’azienda agricola AgriDis.

Il ricavato dalle vendite servirà a potenziare il servizio gratuito di assistenza psicologica a domicilio rivolta espressamente ai pazienti affetti da questa patologia e ai loro familiari. Lo SLA Global Day sbarca anche sul web con iniziative volte a coinvolgere i personaggi del mondo dello sport che si renderanno testimonial di una campagna di sensibilizzazione sui social network il cui slogan è un invito al…. “gioco di squadra”: “One global Team, One Goal” che tradotta in Italia si pronuncia come “Una squadra, un obiettivo: battere la SLA”. Sempre sul web, la campagna AISLA sarà attiva attraverso i social network sul profilo Twitter, con post sulla pagina Facebook. Da memorizzare l’hashtag #globalteam, mentre tutte le altre informazioni sono reperibili sul sito www.alsmndalliance.org.