di David Lebro
Misteri,
enigmi, incongruenze, reticenze, omissioni. A distanza di trentasei anni la
ricerca della verità. Tutta la verità. Per restituire alla storia una
ricostruzione fedele e completa dei fatti che portarono prima al sequestro e
poi all’uccisione di uno dei più grandi statisti del XX secolo. Tante domande,
tanti dubbi, tante perplessità, un unico
grande interrogativo: la morte di Aldo Moro poteva essere evitata? E a chi,
in quegli anni, conveniva sbarazzarsi di un personaggio così scomodo? Perché
chi sapeva è restato in silenzio?
Proprio per
fare chiarezza su una delle vicende più oscure della storia italiana è stata
finalmente istituita, nei giorni scorsi, su proposta di diversi parlamentari
del PD tra cui Giuseppe Fioroni e Gero Grassi, un’apposita Commissione bicamerale d’inchiesta, che
per 18 mesi avrà l’importante compito di recuperare il ritardo e le omissioni dello
Stato sull’intera vicenda. Ma anche di fare piena luce “sugli elementi non
ancora chiariti e sugli elementi di nuova conoscenza che possono contribuire a
individuare responsabilità finora inedite di singoli o di apparati”.
L’obiettivo, dunque, è quello di mettere, una volta per tutte, la parola fine
al caso Moro e su questo il neo Presidente della Bicamerale, Fioroni è stato
chiaro: “oggi ci sono le condizioni per
scrivere la verità”. Oggi appunto, non ieri. Si perché, in quasi
quarant’anni, non sono mancate iniziative parlamentari e commissioni
d’inchiesta, la prima risale addirittura al 1979, ma il permanere di
determinate condizioni politiche e la presenza di numerosi personaggi a torto o
a ragione coinvolti, ha fatto sì che la verità non venisse mai completamente a
galla.

Inquietanti
retroscena potrebbero portare alla risoluzione di un caso, denso di intrighi e giochi di potere, che mostrano i limiti e
le bassezze di una parte di Stato deviato. Ma anche dell’agire umano applicato
alla paura di un uomo come Moro, probabilmente a quei tempi considerato troppo pericoloso per il mantenimento
dello status quo. Perché, ritornando alle rivelazioni dell’ex poliziotto, se
addirittura gli uomini in sella alla Honda in via Fani rispondevano al colonnello
del Sismi, Camillo Guglielmi, e il loro compito sarebbe stato quello di
“proteggere le Br da disturbi di qualsiasi genere” è evidente, come sostiene
anche Gero Grassi, che "dietro il
rapimento di Moro non ci furono solo le BR che furono in realtà quantomeno
osservate e tutelate nei loro propositi". Considerazioni agghiaccianti
che lasciano intendere un sottobosco fatto di collusioni, appoggi e
collegamenti tra servizi segreti (italiani e stranieri), poteri ecclesiastici e
massoneria, ma che purtroppo ben inquadrano la storia del grande leader della
DC, a differenza della pseudo verità propinataci in
tutti questi anni. Il nuovo organismo parlamentare insomma, che avrà gli stessi
poteri investigativi dell’autorità giudiziaria ne avrà di materiale da
trattare. E sicuramente contribuirà a far emergere la verità sulle responsabilità e i livelli di potere
coinvolti risultando determinante nel ricostruire le dinamiche e gli
accadimenti di una vicenda a tinte fosche e nel restituire finalmente la verità
alla storia del nostro Paese.