giovedì 23 ottobre 2014

Teatro: vivere sul serio quello che gli altri nella vita recitano male

A trent’anni dalla scomparsa, Napoli ricorda il grande artista De Filippo

Il grande Eduardo
Nell’ ottobre 1984 scompariva Eduardo De Filippo, uno dei più grandi artisti del Novecento. Figlio naturale del grande commediografo Eduardo Scarpetta, già a 4 anni esordisce nella commedia paterna “La Geisha”, cresce nell'ambiente teatrale napoletano insieme ai fratelli Titina, (uno dei figli legittimi di Scarpetta) e Peppino, il più piccolo. Nel 1929 i tre fratelli passano alla compagnia Molinari e del 1931 è “Natale in casa Cupiello” di Eduardo. Il 1933 segna la nascita della Compagnia De Filippo, che vede i tre fratelli lavorare insieme fino al 1945, anno in cui Peppino si distacca da loro. Gli anni dopo la fine della Guerra sono molto significativi per Eduardo, che riempie i teatri con i suoi testi, interpretati da lui stesso. L’Artista porta in scena la realtà napoletana dalle tante sfaccettature, a volte drammatica, talvolta comica, adottando il linguaggio popolare, che acquisisce in tal modo la dignità di lingua, trasformando il tetro dialettale in teatro d’arte. “Il teatro – afferma Eduardo – porta alla vita e la vita porta al teatro. Non si possono scindere le due cose; l’Umanità attraverso fatti che si evolvono continuamente e che si trasformano, ci fornisce modelli che ci sorprendono sempre: nuovi, pazzi, imprevedibili, che ci danno i personaggi. Come può finire il teatro? Una volta io ho detto che fino a quando ci sarà un filo d’erba sulla terra, ce ne sarà uno finto sul palcoscenico”. La cultura, la sensibilità e la potente espressività del viso stanno alla base della fortuna delle opere di Eduardo, egli infatti diffonde la cultura partenopea nel mondo e, capocomico della propria compagnia, fa risorgere il teatro San Ferdinando di Napoli. E’ difficile supporre che ci sia qualcuno che non conosca almeno un’opera del vasto repertorio eduardiano, come Napoli Milionaria (1945), Questi Fantasmi e Filumena Marturano (1946), Mia Famiglia (1953), Bene mio, core mio (1956), De Pretore Vincenzo (1957), Sabato, domenica e lunedì (1959), Il sindaco del Rione Sanità (1961), Gli esami non finiscono mai (1974). Come regista il suo primo film è del 1940, mentre il suo grande successo arriva nel 1951 con Filumena Marturano. Realizza anche registrazioni delle proprie opere per la televisione.
Il 2014 è l'anno in cui ricorre il trentennale della morte del grande Eduardo. La città di Napoli ha organizzato un ricco evento culturale presentato con il titolo di “Eduardiana”. Convegni, spettacoli teatrali e mostre mettono in luce le già notissime peculiarità dell'illustre attore, regista e sceneggiatore della città partenopea.
La Biblioteca Nazionale di Napoli partecipa alle celebrazioni per il 30° anniversario della scomparsa di De Filippo con una mostra documentaria e iconografica (5 ottobre-8 novembre), intitolata “TRA LE CARTE DI EDUARDO”, che racconta il grande artista attraverso l’esposizione di una significativa selezione di copioni teatrali, fotografie di scena, vecchie locandine, programmi di sala originali, lettere e documenti autografi. Il pregiato materiale proviene dall’Archivio De Filippo (di proprietà della Fondazione De Filippo), prima ospitato dal Teatro San Ferdinando e poi dalla Società napoletana di Storia Patria, trasferito infine dal marzo scorso nella Biblioteca Nazionale di Napoli, per essere collocato presso la sezione delle arti dello spettacolo Lucchesi Palli.

Eduardo ha mostrato la Napoli vera, fatta di persone buone e meno buone, quella Napoli che ha tanto amato con i suoi pregi ma anche con i suoi difetti e a cui ha dedicato le migliori pagine della sua carriera, raggiungendo un successo internazionale.

di Francesco Spisso




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