di Alessia Nardone
“Ma se lasciassimo la zona comfort della nostra esistenza, disimparando la religione del comfort per condividere i tempi, gli spazi, le logiche e i meccanismi di relazione con chi ha un concetto diverso di famiglia?”
Su questo interrogativo nasce Unlearning, in inglese “disimparare”, un documentario che racconta il viaggio di Lucio, Anna e la piccola Gaia che in sei mesi si sono confrontati con stili di vita molto diversi dai loro.
La riflessione sulla loro vita quotidiana nasce quando la piccola Gaia disegna un pollo che invece di due zampe ne ha quattro, ricordando le quattro cosce di pollo contenute normalmente nelle confezioni vendute al supermercato.
Quel disegno scardina le certezze che fino a quel momento li aveva guidati nelle scelte di vita e nell’educazione culturale di Gaia. Hanno deciso quindi di disimparare, smontare i pregiudizi nei quali avevano vissuto fino a quel momento per aprirsi alla comprensione di famiglie che vivono senza la televisione, che lasciano città e lavoro per trasferirsi in campagna e dedicarsi ad una fattoria sociale, che vivono in roulotte e portano in giro per il mondo la loro arte circense, che non mandano i figli a scuola ma preferiscono l’educazione libertaria, non autoritaria, dove si impara ad appropriarsi della propria personalità o, che vivono in una comune dove la reciprocità permette una gestione del tempo e del lavoro assolutamente diversa.
Lucio, Anna e Gaia hanno vissuto con loro in eco-villaggi vegani, comuni anarchiche, fattorie sociali, hanno dormito in tende, grotte e roulotte. Hanno barattato gli spostamenti, le cose che non gli servivano più, ore di lavoro, competenze e professionalità. Hanno perfino scambiato la propria casa con turisti e viaggiatori. Per fare questo hanno dovuto disimparare. Disimparare che bisogna lavorare otto ore al giorno, che bisogna accettare la precarietà, che le cose vecchie vanno buttate per comprarne di nuove e che il pagamento del mutuo e delle bollette sono la cosa più importate che puoi lasciare a tua figlia. Con intelligenza hanno dimostrato a tutti noi che, per sei mesi, un insegnante precaria può mettersi in aspettativa, un libero professionista, dedicarsi ad altro ed una bimba di sei anni assentarsi dalla scuola, senza per forza operare decisioni estreme e rischiose per il futuro. I sei mesi in giro per le diverse realtà familiari hanno insegnato loro ad avere fiducia nel prossimo, ma più di tutto gli hanno insegnato che un'altra vita è possibile e, per fortuna, hanno deciso di insegnarlo a tutti noi.
Lucio, Anna e Gaia hanno vissuto con loro in eco-villaggi vegani, comuni anarchiche, fattorie sociali, hanno dormito in tende, grotte e roulotte. Hanno barattato gli spostamenti, le cose che non gli servivano più, ore di lavoro, competenze e professionalità. Hanno perfino scambiato la propria casa con turisti e viaggiatori. Per fare questo hanno dovuto disimparare. Disimparare che bisogna lavorare otto ore al giorno, che bisogna accettare la precarietà, che le cose vecchie vanno buttate per comprarne di nuove e che il pagamento del mutuo e delle bollette sono la cosa più importate che puoi lasciare a tua figlia. Con intelligenza hanno dimostrato a tutti noi che, per sei mesi, un insegnante precaria può mettersi in aspettativa, un libero professionista, dedicarsi ad altro ed una bimba di sei anni assentarsi dalla scuola, senza per forza operare decisioni estreme e rischiose per il futuro. I sei mesi in giro per le diverse realtà familiari hanno insegnato loro ad avere fiducia nel prossimo, ma più di tutto gli hanno insegnato che un'altra vita è possibile e, per fortuna, hanno deciso di insegnarlo a tutti noi.
Nessun commento:
Posta un commento