venerdì 20 marzo 2015

La regione Campania ancora fanalino di coda nell'assistenza sanitaria

All'ultimo posto nella classifica sulla valutazione dei Lea secondo i dati dell'Agenas

di Alessandro Coccia 

L’Agenas, l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari ha recentemente pubblicato le ultime stime sui livelli essenziali di assistenza (Lea) riguardanti il triennio 2011/2013. Tra i 31 parametri di riferimento troviamo: tassi di vaccinazione, servizi agli anziani, alcuni esami diagnostici come ad esempio la risonanza magnetica, i controlli sulla sicurezza del lavoro e i ricoveri ospedalieri appropriati e non.

Ad ogni Regione è stato attribuito un punteggio ponderato in rapporto all'importanza del settore per ogni singola voce. Per non essere considerato inadempiente ogni ente regionale deve ottenere una valutazione superiore a 130 punti, tra i 131 e i 160 si è soggetti ad una riserva e oltre il punteggio di 161 si è considerati adempienti. La griglia dell'Agenas mostra come le regioni con i bilanci peggiori e con una spesa maggiore per il personale siano nelle ultime posizioni della graduatoria. I dati mostrano come il miglioramento della Campania nell'erogazione dei servizi assistenziali dal 2011 (101 punti) al 2013 (127 punti) non sia stato sufficiente per abbandonare l'ultimo posto della classifica e, soprattutto, raggiungere la valutazione limite, oltre la quale non si è considerati inadempienti.

La presentazione e la descrizione di tali dati è stata oggetto di un duro confronto politico tra l'attuale maggioranza consiliare e l'opposizione. Secondo il presidente della Regione Stefano Caldoro (FI), la ragione delle difficoltà sta nel fatto che “la Campania ha meno dipendenti in Italia e questo incide sulle classifiche”. Il Deputato Raffaele Calabrò (NCD) ricorda invece che “l'obiettivo che persegue l'Agenas con il Piano Esiti non è quello di fare classifiche, ma quello di dare alle Regioni strumenti di valutazione per migliorare le proprie performance” ecco perché stigmatizza “la lettura mistificatoria dei dati del Programma nazionale di valutazione degli esiti”. A suo avviso, infatti, “non si possono aggregare indicatori diversi per discipline differenti”. Per Calabrò, dunque, “restano i limiti e i vincoli dei Piani di rientro: blocco del turn over, criteri di riparto del fondo sanitario e blocco dell'edilizia ospedaliera che hanno ripercussioni sulla salute dei cittadini campani”.
Le valutazioni dell'Agenas sui livelli essenziali di assistenza

Di altro avviso è il commento del capogruppo regionale campano Raffaele Topo (PD): "La Campania è ultima nei livelli minimi di assistenza e questo pessimo risultato è la diretta conseguenza delle scelte politiche del centrodestra in campo sanitario. Caldoro è alle battute finali". Lo stesso ed il suo vice Antonio Marciano (PD) ritengono che “il rientro dal deficit che viene tanto sbandierato è la conseguenza delle imposizioni delle addizionali, del blocco delle assunzioni e del taglio a spese e nuovi servizi. Nel frattempo non si sono svolte azioni finalizzate a riorganizzare la spesa storica e a garantire i livelli di assistenza e gli obiettivi assegnati dal patto per la salute".

Questa antinomia di commenti mostra come l'interpretazione dei grafici possa condurre a diverse conclusioni argomentative. In alcuni casi, e' come trovarsi al termine di una partita di calcio persa 3 a 1 e sostenere, di essere stati sconfitti solo nel primo tempo finito 3 a 0, ma di aver vinto nel secondo per 0 a

Oltre i grafici e le spiegazioni c'è il mondo reale delle sofferenze e delle cure. I cittadini sono stanchi di vedere i servizi di Striscia la notizia e sentirsi catartica-mente sollevati dal solo senso di denuncia. In fondo chiedono solo una assistenza qualitativamente adeguata.

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