di Alessia Nardone
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Bandiere a mezz'asta |
Napoli in lutto: sui palazzi comunali di San Giacomo e via Verdi bandiere mezz'asta, in Sala Giunta il Gonfalone della Città listato a lutto. Un lutto che si spera possa far rumore nell’anima e nel cuore delle persone oltre che delle istituzioni, in memoria della tragedia avvenuta il 18 aprile le cui nefaste conseguenze hanno fatto più notizia, ma che purtroppo non è prima.
Al largo delle coste della Sicilia hanno perso la vita 58 persone tra uomini, donne e bambini e si presume un numero che va tra i 700 e i 900 dispersi nelle acque del Mediterraneo. Si tratta del naufragio di una delle tantissime imbarcazioni eritree, che rappresentano l’unica tragica speranza per centinaia di migliaia di disperati che partono dall'Africa dilaniata dalle guerre e dalla povertà, verso l'Europa. La dinamica dell’incidente è controversa, ma basta sapere che secondo la testimonianza di un sopravvissuto, su un barcone di circa venti metri, sviluppato su più piani, erano stipate circa 950 persone.
Davanti a tragedie come queste la rabbia per le ingiustizie pervade il corpo di chi vi assiste impotente. Scafisti senza scrupoli, due soli uomini in questo caso, che per una manciata di denaro in più hanno ucciso 900 persone che avevano il loro stesso volto, la loro stessa disperazione.
E poi la guerra; esiste qualcosa di meno giusto del potere di pochi uomini di decidere della vita e della morte di tanti altri? I 900 migranti per i quali siamo in lutto quali altre alternative avevano se non avessero voluto sottostare all’ignobile ricatto degli scafisti? A conti fatti nessuna, perché non esiste essere umano che possa così palesemente mettere in pericolo la vita propria e dei propri cari se non per quella misera speranza di salvezza.
Al largo delle coste della Sicilia hanno perso la vita 58 persone tra uomini, donne e bambini e si presume un numero che va tra i 700 e i 900 dispersi nelle acque del Mediterraneo. Si tratta del naufragio di una delle tantissime imbarcazioni eritree, che rappresentano l’unica tragica speranza per centinaia di migliaia di disperati che partono dall'Africa dilaniata dalle guerre e dalla povertà, verso l'Europa. La dinamica dell’incidente è controversa, ma basta sapere che secondo la testimonianza di un sopravvissuto, su un barcone di circa venti metri, sviluppato su più piani, erano stipate circa 950 persone.
Davanti a tragedie come queste la rabbia per le ingiustizie pervade il corpo di chi vi assiste impotente. Scafisti senza scrupoli, due soli uomini in questo caso, che per una manciata di denaro in più hanno ucciso 900 persone che avevano il loro stesso volto, la loro stessa disperazione.
E poi la guerra; esiste qualcosa di meno giusto del potere di pochi uomini di decidere della vita e della morte di tanti altri? I 900 migranti per i quali siamo in lutto quali altre alternative avevano se non avessero voluto sottostare all’ignobile ricatto degli scafisti? A conti fatti nessuna, perché non esiste essere umano che possa così palesemente mettere in pericolo la vita propria e dei propri cari se non per quella misera speranza di salvezza.
La dinamica dell’incidente marittimo è controversa in quanto il naufragio è avvenuto quando una nave mercantile con bandiera argentina si è avvicinata al barcone per soccorrerlo. L’incidente è avvenuto a circa 100 chilometri a nord della costa libica e a 200 a sud dell'isola italiana di Lampedusa, secondo quanto ha raccontato il comandante del mercantile i migranti, visto il portacontainer, si sono spostati in massa su una stessa fiancata, quella del lato del mercantile. "Appena ci hanno visto, si sono agitati - ha raccontato il comandante del 'King Jacob' - e il barcone si è capovolto. La nave non ha urtato il barcone". Unità navali della Guardia Costiera, della Marina Militare italiana e maltese, mercantili e pescherecci di Mazara del Vallo (Trapani) - 18 mezzi in tutto, coordinati da nave Gregoretti, della Guardia Costiera, che ha assunto il comando dell'intervento - hanno recuperato 24 cadaveri (che, a bordo della stessa Gregoretti, saranno trasferiti nelle prossime ore a Malta) ed hanno perlustrato un vasto tratto di mare alla ricerca di altri superstiti. Aerei militari hanno sorvolato l'area lanciando zattere e salvagente nella speranza di salvare qualche vita in più. Ma alla fine tutto è stato inutile ad evitare la più grande tragedia del Mediterraneo.
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