martedì 30 giugno 2015

Formazione professionale: una proposta per la regione Campania

Gli istituti professionali statali non bastano più, necessario il ricorso ad altri soggetti accreditati

di David Lebro

E’ evidente. La disoccupazione giovanile e la dispersione scolastica rappresentano ancora delle ferite aperte, non solo per la nostra Regione, ma per l’intera penisola. A scorrere i dati, infatti, sembra di trovarsi di fronte ad un vero e proprio bollettino di guerra. Anzi post guerra. Come rappresentato anche recentemente dal Sole 24 Ore, il tasso di disoccupazione giovanile in Italia ha ormai raggiunto la percentuale record del 43,9% arrivando addirittura al 51,7% in Campania. Il fenomeno della dispersione scolastica non è da meno e, nella nostra Regione, si aggira ormai intorno al 31,6%.


Sebbene nel corso degli anni siano state portate avanti politiche di contrasto mirate ad arginare proprio tali fenomeni, la Commissione europea, l’anno scorso, ha ribadito all’Italia la necessità di rafforzare ed ampliare l’offerta formativa, aumentando “l’apprendimento basato sul lavoro e l’istruzione e la formazione professionale”.

Il nostro Paese ha iniziato a muovere i primi passi in questo campo oltre dieci anni fa e, ad oggi, può vantare oltre 315.000 allievi impegnati nel conseguire la Qualifica professionale e oltre 12.000 per quanto riguarda il Diploma professionale. La normativa italiana, però, prevede che possano svolgere i percorsi di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) solo i Centri di Formazione Professionali accreditati dalle Regioni e, in via sussidiaria, gli Istituti Professionali di Stato.

La Regione Campania, a differenza di altre regioni, nel recepire tale normativa, ha preferito puntare tutto sulla via sussidiaria, e dunque sugli Istituti Professionali di Stato per la costruzione del sistema di IeFP. Ma ciò non si è rilevata una scelta saggia né tantomeno vincente. Tali Istituti, infatti, con il 38,4% di studenti dispersi, detengono il primato, di certo non invidiabile, della percentuale più alta di abbandoni. In pratica, 2 ragazzi su 5.

D’altra parte invece, tante Regioni, soprattutto del Centro Nord, hanno preferito prediligere la strada dei Centri di Formazione Professionali accreditati, che vantano indubbiamente una percentuale di successo più alta. Basti pensare solo che, come evidenziato da diversi studi di settore, il 50% dei giovani che segue il percorso di formazione nei Centri accreditati viene occupato entro 3 anni dal conseguimento della qualifica professionale e, inoltre, dove è presente l’ IeFP crolla la dispersione scolastica, proprio grazie alla sperimentazione di un modello educativo specifico e attento al tipo di utenza. Altro elemento da tener presente è che l’ IeFP gestito dai Centri accreditati costa circa il 30% in meno rispetto agli Istituti Professionali. Alla luce di tali considerazioni, insomma, davvero non si comprende perché la Campania abbia ignorato il ricorso a tali Centri, a vantaggio degli Istituti professionali.

Appare sempre più urgente, dunque, un vero cambio di passo per la nostra Regione perché, com’è noto, la sola offerta formativa erogata dagli istituti professionali di Stato non basta più per contenere la dispersione scolastica e aiutare i giovani ad inserirsi nel mondo del lavoro.

Ecco perché risulta necessario che la Campania faccia ricorso anche ad altri soggetti accreditati o da accreditare e, soprattutto, in possesso di esperienze di formazione di livello nazionale, che si attivino per erogare la formazione professionale secondo la normativa vigente. L’intero percorso formativo, ovviamente, potrebbe essere finanziato utilizzando correttamente fondi europei e statali e, allo stesso tempo, finalmente la nostra Regione si adeguerebbe alle altre regioni d’Italia, ampliando l’offerta formativa che ad oggi, risulta non solo limitata, ma del tutto inadeguata.

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