di Teresa Uomo
L’Italia sembra essere fuori dalla crisi, ma il Sud rimane sempre più indietro. Un Paese che già dagli ultimi mesi dell’anno scorso sta emergendo dalla crisi faticosamente. I segnali sono però deboli e la disoccupazione di lunga durata ha un’incidenza maggiore sui senza lavoro.
La crescita si concentra nel Centro e nel Nord, mentre il Mezzogiorno sprofonda, con una perdita di mezzo milione di occupati dall’inizio della crisi.
Il presidente dell’Istat, Giorgio Alleva, afferma: “la dimensione del problema è tale che, se non si recupera il Mezzogiorno alle dimensioni di crescita e sviluppo su cui si sta avviando il resto del Paese, sviluppo e crescita non potranno che essere penalizzati rispetto agli altri Paesi”.
La crisi, dunque, ha accentuato l’uso/abuso del part-time, come forma di sottoccupazione. L’inizio di ripresa migliorerà solo leggermente una situazione che rimane ancora negativa. Continua a crescere la disoccupazione di lunga durata. Sono i giovani a pagare il prezzo più salato e più alto di questi ultimi anni di crisi.
La crescita si concentra nel Centro e nel Nord, mentre il Mezzogiorno sprofonda, con una perdita di mezzo milione di occupati dall’inizio della crisi.
Il presidente dell’Istat, Giorgio Alleva, afferma: “la dimensione del problema è tale che, se non si recupera il Mezzogiorno alle dimensioni di crescita e sviluppo su cui si sta avviando il resto del Paese, sviluppo e crescita non potranno che essere penalizzati rispetto agli altri Paesi”.
La crisi, dunque, ha accentuato l’uso/abuso del part-time, come forma di sottoccupazione. L’inizio di ripresa migliorerà solo leggermente una situazione che rimane ancora negativa. Continua a crescere la disoccupazione di lunga durata. Sono i giovani a pagare il prezzo più salato e più alto di questi ultimi anni di crisi.
L’istruzione paga. Una situazione decisamente migliore per chi ha un livello di istruzione più alto, mentre la crisi ha falcidiato i meno istruiti.
Il Sud rimane indietro. Le aree del Mezzogiorno si caratterizzano per una consolidata condizione di svantaggio legata a condizioni di salute, carenza di servizi, disagio economico, disuguaglianze sociali, scarsa integrazione degli stranieri residenti.
La crisi colpisce ancora il meridione, maggiormente le fasce più deboli, giovani, famiglie a basso reddito e donne. Ad una riduzione dei posti di lavoro e ad una precarizzazione della vita corrisponde una diminuzione dei consumi. A Sud si concentra maggiormente la perdita di lavoro determinata dalla crisi. Quello che allarma è il dato che riguarda i giovani tra i 15 e i 34 anni. Queste perdite toccano anche i giovani altamente formati.
Studiare serve soprattutto ad emigrare. Esistono due fasi di emigrazione: la prima riguarda lo studio: un giovane su quattro dei giovani meridionali studia al Nord e di questi, due su tre trovano lavoro al Nord. La seconda concerne i laureati. Laureati meridionali che hanno cambiato residenza verso il Nord. Esiste un flusso migratorio sempre più crescente verso il Nord. Ad andarsene sono soprattutto i giovani più dinamici e qualificati in cerca di migliori opportunità di formazione e opportunità professionali. Un fenomeno che è causa e conseguenza dell’impoverimento economico e culturale del Mezzogiorno.
Il Sud rimane indietro. Le aree del Mezzogiorno si caratterizzano per una consolidata condizione di svantaggio legata a condizioni di salute, carenza di servizi, disagio economico, disuguaglianze sociali, scarsa integrazione degli stranieri residenti.
La crisi colpisce ancora il meridione, maggiormente le fasce più deboli, giovani, famiglie a basso reddito e donne. Ad una riduzione dei posti di lavoro e ad una precarizzazione della vita corrisponde una diminuzione dei consumi. A Sud si concentra maggiormente la perdita di lavoro determinata dalla crisi. Quello che allarma è il dato che riguarda i giovani tra i 15 e i 34 anni. Queste perdite toccano anche i giovani altamente formati.
Studiare serve soprattutto ad emigrare. Esistono due fasi di emigrazione: la prima riguarda lo studio: un giovane su quattro dei giovani meridionali studia al Nord e di questi, due su tre trovano lavoro al Nord. La seconda concerne i laureati. Laureati meridionali che hanno cambiato residenza verso il Nord. Esiste un flusso migratorio sempre più crescente verso il Nord. Ad andarsene sono soprattutto i giovani più dinamici e qualificati in cerca di migliori opportunità di formazione e opportunità professionali. Un fenomeno che è causa e conseguenza dell’impoverimento economico e culturale del Mezzogiorno.
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