Era il
24 agosto del 1903, quando nasceva
Giuseppe De Filippo, conosciuto da tutti con il nome di
Peppino. Figlio naturale di
Eduardo Scarpetta, fratello di
Eduardo e Titina, fin dall’infanzia
Peppino respira l’aria del teatro, recitando a fianco del fratello maggiore nella compagnia di
Eduardo Scarpetta. Nell’estate del 1930 i fratelli De Filippo decidono di fondare una loro compagnia: nasce cosi il “Teatro umoristico di Eduardo De Filippo con Titina e Peppino”. Ma sarà solo nel 1931 che i
fratelli De Filippo riescono a realizzare il loro progetto, infatti, il debutto della “Compagnia Teatro Umoristico I De Filippo” avviene a Napoli il 25 dicembre 1931 con
Natale in casa Cupiello, al Teatro Kursaal.
Il rapporto tra i due fratelli non è semplice, a causa del carattere austero e rigido di Eduardo, che durante le prove era severissimo anche con il fratello. Nel recensire uno spettacolo,
Corrado Alvaro individuò «la tirannia di Eduardo su Peppino timido e impacciato». La frattura totale e insanabile si compie nel 1943, con Peppino che decide di lasciare la compagnia. Peppino ne fonda una nuova con
il figlio Luigi e si afferma come commediografo. Tra le sue commedie più comiche e divertenti ritroviamo
Ma c’è papà,
Quaranta ma non li dimostra,
Cupido scherza e spazza. Peppino si cimenta con successo anche come attore nelle sue interpretazioni dei personaggi di
Moliére e
Pinter. Ma la sua fama è dovuta certamente più alla televisione e al cinema, dove è indimenticabile nel personaggio di Pappagone e nei film a fianco del grande Totò. Nel 1966 Peppino, nel corso di una trasmissione televisiva intitolata
Scala Reale, presenta il personaggio di
Pappagone, una maschera che ha chiari riferimenti alla Commedia dell’Arte. E’ l’aiutante comico, farsesco, un po' stupidotto del "Cummantatore Pupino Di Filippo". Una maschera allegra, goffa, buffa che cerca con astuzia e furbizia di non farsi sopraffare dalla vita. Pappagone, diventa l'
alter ego di Peppino, che con ironia si prende gioco di se stesso, ma diventa anche un personaggio su cui ognuno di noi può ritrovare qualcosa di sè.
Peppino crea una lingua apposita, composta da sfumature, colori, neologismi, gerghi in vernacolo-italianizzato. Molto popolari divengono i suoi "piriché", "eque qua", "anzio", "propeto", "tante esequie", che formano un
nuovo linguaggio che distanzia Pappagone dalla Commedia dell’Arte. Ma il culmine della popolarità
Peppino la raggiunge nel sodalizio con
Totò, che ha inizio nel 1952 con il film
Totò e le donne e continua con altri quindici film in cui Peppino svolgerà egregiamente il ruolo di spalla, mantenendo al tempo stesso una sua originalità interpretativa.
I film con Totò hanno regalato scene memorabili ed indimenticabili che sono pietre miliari nella storia del cinema. Come non citare nel film
Totò Peppino e la malafemmena, l’arrivo a Milano dei fratelli Capone e il dialogo con il vigile “austriaco”. O anche la scena della lettera nel medesimo film ripresa anche dalla coppia
Troisi-Benigni. Tra i personaggi più divertenti interpretati da Peppino, oltre al già citato fratello Capone c’è sicuramente il
ragioniere Lo Turco nel film
La banda degli onesti dove ritroviamo la famosissima scena dove
Totò e Peppino sono intenti a riprodurre soldi falsi nella tipografia, girata con la velocità della commedie americane. La critica di quel tempo non è molto generosa con Totò e con Peppino, non risparmiando critiche molto dure.
L’unico riconoscimento per Peppino arriva nel 1957 con il
Nastro d’Argento come miglior attore non protagonista nel film
Totò, Peppino e i fuorilegge. Nel 1962 recita nel film
Boccaccio ’70, composto da quattro episodi girati da quattro grandi registi italiani:
De Sica, Fellini, Monicelli, Visconti. Peppino è protagonista dell’episodio
Le tentazioni del Dottor Antonio, girato da
Fellini, con la sceneggiatura di
Ennio Flaiano e dello stesso Fellini. Il suo personaggio Antonio Mazzuolo è un moralista turbato e tormentato dall’immagine provocante di una donna su un cartellone pubblicitario posto dinnanzi alla sua abitazione. Tra le sue ultime apparizioni cinematografiche, dopo la fine del sodalizio con Totò, ricordiamo le pellicole musicali firmate da
Bruno Corbucci e da Lina Wertmüller. La sua ultima apparizione è nel film
Giallo Napoletano dove interpreta il ruolo del padre del protagonista, che ha il volto di
Marcello Mastroianni. Nel 1976 pubblica la sua autobiografia
Una famiglia difficile. Muore all’età di 76 anni per una cirrosi epatica. Il rapporto con
Eduardo non si è mai ricomposto, nonostante momenti di riavvicinamento tra i due fratelli, tanto che alla notizia della morte di Peppino,
Eduardo disse dal palco del Duse di Bologna :“adesso mi manca come compagno, come amico, ma non come fratello”.