lunedì 31 agosto 2015

Reggia di Portici: da residenza dei Borbone a polo universitario e un potenziale tutto da scoprire

di David Lebro

Il complesso monumentale della Reggia di Portici
Immaginate di trovarvi di fronte ad un complesso monumentale di inestimabile valore, dove, fra l’altro, esistono testimonianze del soggiorno sia di papa Pio IX che di Amadeus Mozart.

Immaginate di calpestare anni di storia, circondati dal verde dei boschi e dei giardini all'inglese e poi di perdervi in costruzioni maestose che vi ricordano il tempo glorioso dei Borbone.

Immaginate di visitare stanze ricche di testimonianze e di storie di vita, sopravvissute all'oblio dei secoli, di poter vedere ortaggi, legumi e piante, sapientemente catalogati per specie e provenienza o di poter sfogliare antichi libri di botanica, alcuni risalenti addirittura al '700.

Il tutto assaporando l'odore della storia che vi circonda e vi avvolge. Parliamo della Reggia di Portici, una delle quattro residenze costruite da Carlo III di Borbone, che unitamente al parco e agli altri edifici del ‘700 in esso dislocati, rappresenta uno dei siti borbonici di maggior pregio ed interesse.

La Reggia, che oggi accoglie il polo universitario di Agraria della Federico II e i “Musei delle Scienze Agrarie - MUSA”, si presenta come una struttura dalle enormi potenzialità, e che potrebbe diventare, senza dubbio, il principale attrattore dell'intera area ovest della città metropolitana di Napoli.

Un reperto del Centro Museale
Il complesso, venne acquistato nel 1871 dalla Provincia di Napoli, che ne è ancora proprietaria, con l’espresso compito di collocarvi la Scuola superiore di Agricoltura, istituita poi nel 1872. All'epoca, la realizzazione del nuovo palazzo reale fu da stimolo per la costruzione di numerose altre dimore storiche nelle vicinanze, le cosiddette ville Vesuviane del Miglio d'oro, ovvero 122 dimore dislocate tra Portici, Ercolano, S. Giorgio a Cremano, Barra, San Giovanni a Teduccio e Torre del Greco, nate al fine di ospitare la corte reale.

La recente costituzione da parte dell’Università Federico II di Napoli di un Centro Museale, il MUSA, integrato con l’Herculanense Museum, allestito dalla Soprintendenza in alcune sale del piano nobile della Reggia, ha reso possibili nuovi scenari di valorizzazione e di fruizione pubblica del sito reale, oltre al mantenimento delle sue funzioni didattiche come sede universitaria.

Di grande fascino sono sicuramente il salottino Luigi XIV, l'appartamento di Carolina Bonaparte e l'intero polo museale che accoglie importanti testimonianze e rari manufatti e attrezzi agricoli perfettamente conservati nel tempo. L’Orto botanico e il bosco poi contribuiscono a rendere il sito ancora più suggestivo.

Una delle facciate della Reggia da restaurare
Per favorire dunque, la salvaguardia, la valorizzazione ed assicurare le migliori condizioni di utilizzazione e fruizione pubblica di un sito di incantevole bellezza quale quello di Portici, è doveroso innanzitutto sbloccare i fondi per il recupero e il restauro delle facciate della Reggia che, ad oggi, risultano completamente rovinate nonché pericolose per la pubblica incolumità. E si potrebbe cominciare magari con l'inserire la stessa nell'elenco dei siti da valorizzare in quanto dimore borboniche. Potrebbe essere il primo importante passo per un progetto di più ampio respiro. Tale operazione, in realtà, risulta necessaria per garantire la sicurezza degli studenti che frequentano quotidianamente le strutture del Dipartimento di Agraria e di tutti le persone che ogni giorno si recano nel sito borbonico. Dopo aver attivato un processo di riqualificazione del sito, si potrebbe ragionare seriamente, inoltre, sull’opportunità di potenziare e valorizzare l’attuale attività museale, associando, al Museo Herculanense virtuale, la realizzazione di un museo archeologico reale, che potrebbe accogliere i reperti provenienti dagli scavi di Ercolano, attualmente depositati nei locali sotterranei del Museo Archeologico Nazionale.

Le idee e i progetti insomma, di certo non mancano, l'importante è cominciare ad attuare seriamente una politica del fare, che si occupi concretamente di migliorare la vita dei cittadini, anche attraverso la progressiva valorizzazione di strutture pubbliche storiche che, se correttamente utilizzate, potrebbero ben alimentare l'economia cittadina.

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