venerdì 25 settembre 2015

Come fuggire dalla realtà: arrivano in Campania gli Escape Games

A Fuorigrotta la prima Escape Room partenopea

di Maria Di Mare

Che si tratti di puro divertimento, della fantasia che incontra la realtà, o piuttosto della volontà inconscia di fuggire dalla propria routine quotidiana, ormai sono anni che dilaga il fenomeno degli Escape Games.

L’enigma della fuga da una stanza chiusa attrae da sempre l’immaginario collettivo: diffusissimi sono i romanzi gialli improntati sull’argomento e che hanno fatto la fortuna di numerosi scrittori, primo fra tutti John Dickson Carr. L’avanzamento tecnologico e l’avvento dei videogames ci ha resi testimoni della traslazione del tema della stanza chiusa dalla pagina del libro ai pixel dello schermo del computer.

Oggi dobbiamo attestare un’ulteriore spostamento di tendenza. Ad Amsterdam si chiama Escape Hunt, a Praga Puzzle Room, a Napoli Escape Room. Ma di cosa si tratta?

Un gruppo di giocatori viene rinchiuso per un’ora all’interno di una stanza chiusa e, per quel determinato lasso di tempo, vestirà i panni di un carcerato, di un esploratore alla ricerca di un tesoro, o di un novello Sherlock Holmes. I giocatori dovranno analizzare una serie di indizi che metteranno alla prova la loro capacità di ragionare, risolvere enigmi e indovinelli, ognuno dei quali li condurrà alla prova successiva. Di mistero in mistero dovranno riuscire a trovare la chiave che gli permetterà di aprire la porta della stanza, fuggire, e vincere il gioco.

Pubblicizzata sui siti americana come the real-life exit game experience, il paradosso che regge il gioco è che entrando nella stanza, la prima fuga che i giocatori portano a termine è quella dal mondo reale: nuovi nomi, nuovi luoghi. Si vive l’ebbrezza di essere qualcun altro, spronati dal fatto che si impersona non un individuo qualunque, ma qualcuno che affascina ed intriga perché usando la ragione può dimostrare di farcela ed essere il migliore. Come tante volte abbiamo visto fare nei film da Indiana Jones, anche noi adesso possiamo vivere il brivido di un’avventura di cui la nostra quotidianità ci priva.

Si fugge la realtà per ritrovarsi “inscatolati” e seguire un copione di indizi che qualcuno ha preparato ad hoc per l’occasione, e dopo un’ora, vincitori o perdenti, si fugge dalla stanza per ritornare ad essere il proprio personaggio. Ironicamente sembrerebbe risolto il problema dei videogiochi che tengono i ragazzi incollati allo schermo di un computer e sempre rinchiusi nella propria stanza. A guardar bene cambiano le mura ma non la situazione, e la socialità proposta dall’iniziativa altro non è che il multiplayer tipico dei videogames: ogni stanza può ospitare anche gruppi di persone, nella sede napoletana del gioco, ad esempio, è consentito l’ingresso fino ad un numero massimo di cinque persone.

Innegabile il brivido e l’attrattiva che suscita nell’utenza mondiale e la tendenza si riflette anche qui in Campania. L’Escape Room partenopea nasce dall’iniziativa di due giovani, Marco Stoppelli e Marianna Gagliardi che, basandosi sulla loro esperienza maturata nel settore del turismo, hanno deciso di portare il “gioco” nel sud Italia, per la precisione a Fuorigrotta. Inaugurata l’11 settembre, offre già due differenti simulazioni di gioco (la prigione e la stanza dell’esploratore), impone la prenotazione obbligatoria e la prima settimana è già sold out.

1 commento: