di Germana Guidotti
Non si tratta del noto film di Spike Lee, bensì del grande evento musicale che si è svolto lo scorso 26 luglio (giorno in cui si festeggia appunto Sant’Anna) presso lo stadio San Paolo di Napoli: il concerto di Jovanotti.
La penultima tappa del tour “Lorenzo negli stadi 2015”, che fra l’altro fa da precursore all’inizio di un nuovo grande viaggio denominato “Lorenzo palasport 2015”, in partenza dal prossimo novembre, ha portato il grande artista romano nella nostra città dopo ben ventun’anni. L’ultima volta in cui Lorenzo si era esibito nello stadio partenopeo, infatti, risale al luglio 1994.
La serata ha fatto da corona a intere giornate di preparativi, attese e prove estenuanti che hanno visto particolarmente coinvolti i cittadini partenopei. Il giorno del concerto i fan si sono assiepati dal mattino presto fuori ai cancelli per poter entrare ad occupare i posti migliori sul prato, restando ore ed ore sotto un sole battente e cocente. Ma l’atmosfera non si surriscaldava solo per questo. Al momento dell’intro musicale, quando Jovanotti è salito sul palco, lo stadio è letteralmente esploso.
Ciò che colpisce maggiormente di questo straordinario artista internazionale è l’energia profusa nel proprio lavoro, percepibile in ogni nota, in ogni emissione di fiato. Energia che poi, sostanzialmente, si declina in amore per la musica a 360 gradi, in amore per la vita. Jovanotti è un cantante che non si risparmia mai, anzi: si concede tantissimo ai propri sostenitori, quasi volesse invogliare tutte le decine e decine di migliaia di spettatori presenti a salire sul palco insieme a lui, per condividere quell’esperienza irripetibile. Sembra essere nato oltre che per far ascoltare la musica, per farla vedere, raccontandola da ogni punto di vista, da ogni possibile angolazione, alla stregua di un poeta, di uno scrittore o di un pittore. Infatti, nella magica atmosfera del San Paolo, una moltitudine di persone all’unisono ha cantato, ballato, sudato, saltato al ritmo di una musica ricca, completa, colorata, bella, perché i suoni spingevano al massimo, senza risparmiare neppure un attimo di emozione.
Il momento più struggente della serata è stato, senza ombra di dubbio, quello in cui Lorenzo non ha sic et simpliciter omaggiato, bensì “ha celebrato” il suo grande amico Pino Daniele, il cantautore napoletano scomparso lo scorso 4 gennaio. Tale tributo è stato reso possibile anche e soprattutto grazie alla partecipazione di Eros Ramazzotti e James Senese, saliti sul palco per creare un momento che si potrebbe definire “concerto all’interno del concerto”. Quattro brani, col saluto finale sulle note di “Yes I know my way”, uno dei maggiori successi di Daniele, insieme ad altri storici quali “Napul’ è”, “Quanno chiove”, “A me me piace o blues”, che hanno fortemente commosso i fan, ma anche i tre artisti in prima persona, con Lorenzo che cantava con le lacrime agli occhi. Il ricordo è andato chiaramente a quella celebre serata di musica del luglio 1994, quando proprio con Pino Daniele la coppia Jovanotti-Ramazzotti diede vita ad uno spettacolo rimasto nella memoria di tanti. Ecco perché questo momento è stato connotato da una così particolare emozione: perché frutto di un legame d’amicizia vero, autentico, genuino, fra tre grandi nomi del panorama musicale italiano. Il tutto accompagnato dal sapiente sax di James Senese, musicista che conobbe Pino Daniele da ragazzo e che accompagnò sempre. Proprio Senese, infatti, non poteva di certo mancare nel momento più importante per celebrare l’amico Pino. Per giunta nel suo stadio.
Il concerto di Jovanotti ha oltretutto dato nuovo impulso e nuovo vigore all’idea che Napoli ed i suoi cittadini debbano riappropriarsi dello stadio San Paolo, cornice meravigliosa per ospitare tali eventi notturni. E’ di fondamentale importanza che Napoli abbia di nuovo il suo grande stadio per la musica: uno spazio che dovrebbe, a detta di tutti, essere reso più frequentemente disponibile e fruibile per fare arte. E Lorenzo ha senz’altro “ri-aperto” il San Paolo alla grande musica, ai grandi concerti, al desiderio insopprimibile che anima noi napoletani di ammirare ed apprezzare il bello, in tutte le sue forme.
Attraverso le cangianti sonorità degli strumenti del cantante come dei componenti della sua band, attraverso le parole, i movimenti, le immagini, i video sapientemente studiati al computer e proiettati sul led wall, nella notte del 26 luglio si è assistito ad un viaggio che ha alternato momenti all’insegna dell’introspezione e della riflessione (toccando anche tematiche delicate a sfondo politico-sociale di stringente attualità) ad altri, invece, all’insegna della carica e della vitalità, gestiti entrambi in maniera mirabile da un unico grande maestro d’orchestra.
E quando l’atmosfera si colma di magia come in questo caso non si puo’ non parlare di vero e proprio miracolo, ovviamente inteso in senso artistico.
La penultima tappa del tour “Lorenzo negli stadi 2015”, che fra l’altro fa da precursore all’inizio di un nuovo grande viaggio denominato “Lorenzo palasport 2015”, in partenza dal prossimo novembre, ha portato il grande artista romano nella nostra città dopo ben ventun’anni. L’ultima volta in cui Lorenzo si era esibito nello stadio partenopeo, infatti, risale al luglio 1994.
La serata ha fatto da corona a intere giornate di preparativi, attese e prove estenuanti che hanno visto particolarmente coinvolti i cittadini partenopei. Il giorno del concerto i fan si sono assiepati dal mattino presto fuori ai cancelli per poter entrare ad occupare i posti migliori sul prato, restando ore ed ore sotto un sole battente e cocente. Ma l’atmosfera non si surriscaldava solo per questo. Al momento dell’intro musicale, quando Jovanotti è salito sul palco, lo stadio è letteralmente esploso.
Ciò che colpisce maggiormente di questo straordinario artista internazionale è l’energia profusa nel proprio lavoro, percepibile in ogni nota, in ogni emissione di fiato. Energia che poi, sostanzialmente, si declina in amore per la musica a 360 gradi, in amore per la vita. Jovanotti è un cantante che non si risparmia mai, anzi: si concede tantissimo ai propri sostenitori, quasi volesse invogliare tutte le decine e decine di migliaia di spettatori presenti a salire sul palco insieme a lui, per condividere quell’esperienza irripetibile. Sembra essere nato oltre che per far ascoltare la musica, per farla vedere, raccontandola da ogni punto di vista, da ogni possibile angolazione, alla stregua di un poeta, di uno scrittore o di un pittore. Infatti, nella magica atmosfera del San Paolo, una moltitudine di persone all’unisono ha cantato, ballato, sudato, saltato al ritmo di una musica ricca, completa, colorata, bella, perché i suoni spingevano al massimo, senza risparmiare neppure un attimo di emozione.
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Jovanotti, Pino Daniele ed Eros Ramazzotti |
Il momento più struggente della serata è stato, senza ombra di dubbio, quello in cui Lorenzo non ha sic et simpliciter omaggiato, bensì “ha celebrato” il suo grande amico Pino Daniele, il cantautore napoletano scomparso lo scorso 4 gennaio. Tale tributo è stato reso possibile anche e soprattutto grazie alla partecipazione di Eros Ramazzotti e James Senese, saliti sul palco per creare un momento che si potrebbe definire “concerto all’interno del concerto”. Quattro brani, col saluto finale sulle note di “Yes I know my way”, uno dei maggiori successi di Daniele, insieme ad altri storici quali “Napul’ è”, “Quanno chiove”, “A me me piace o blues”, che hanno fortemente commosso i fan, ma anche i tre artisti in prima persona, con Lorenzo che cantava con le lacrime agli occhi. Il ricordo è andato chiaramente a quella celebre serata di musica del luglio 1994, quando proprio con Pino Daniele la coppia Jovanotti-Ramazzotti diede vita ad uno spettacolo rimasto nella memoria di tanti. Ecco perché questo momento è stato connotato da una così particolare emozione: perché frutto di un legame d’amicizia vero, autentico, genuino, fra tre grandi nomi del panorama musicale italiano. Il tutto accompagnato dal sapiente sax di James Senese, musicista che conobbe Pino Daniele da ragazzo e che accompagnò sempre. Proprio Senese, infatti, non poteva di certo mancare nel momento più importante per celebrare l’amico Pino. Per giunta nel suo stadio.
Il concerto di Jovanotti ha oltretutto dato nuovo impulso e nuovo vigore all’idea che Napoli ed i suoi cittadini debbano riappropriarsi dello stadio San Paolo, cornice meravigliosa per ospitare tali eventi notturni. E’ di fondamentale importanza che Napoli abbia di nuovo il suo grande stadio per la musica: uno spazio che dovrebbe, a detta di tutti, essere reso più frequentemente disponibile e fruibile per fare arte. E Lorenzo ha senz’altro “ri-aperto” il San Paolo alla grande musica, ai grandi concerti, al desiderio insopprimibile che anima noi napoletani di ammirare ed apprezzare il bello, in tutte le sue forme.
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Jovanotti durante il concerto |
E quando l’atmosfera si colma di magia come in questo caso non si puo’ non parlare di vero e proprio miracolo, ovviamente inteso in senso artistico.
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