venerdì 25 settembre 2015

Questione ecoballe: Il programma De Luca per la Campania

di Antonio Cimminiello

Con l’avvento del nuovo governo della Regione Campania targato Vincenzo De Luca si è riproposta nuovamente la questione relativa alla sorte delle ecoballe, da tempo stoccate e pari a circa 5 milioni e 600mila tonnellate di rifiuti pressati ed avvolti in involucri.

Uno scorcio delle innumerevoli ecoballe stoccate a Giugliano e Villa Literno
Il tema risulta essere particolarmente delicato per la sua trasversalità: l’85 per cento di queste ecoballe si trova attualmente nei centri di raccolta di Giugliano e Villa Literno, e cioè nella zona epicentro della tristemente nota Terra dei fuochi. La loro giacenza, da tempo ormai, immemore è stata per anni sinonimo dell’incapacità di instaurare, quanto meno, un virtuoso e regolare ciclo di gestione dei rifiuti, ragion per cui la Corte di Giustizia UE non ha esitato nei mesi scorsi a condannare l’Italia, comminando una multa pari a ben 20 milioni di euro (con la previsione del pagamento di 120 mila euro per ogni giorno di ritardo nell’ottemperanza della relativa sentenza). La ricerca di una soluzione ha portato al confronto tra diverse ipotesi, tra cui la dibattuta costruzione di un nuovo termovalorizzatore da edificarsi a Napoli Est.

Il governatore Vincenzo De Luca al riguardo sembra aver tracciato un preciso programma, che passerà in primo luogo per il potenziamento degli STIR già operanti a Giugliano e Tufino e la riqualificazione di quello già presente a Caivano (che si occuperà del trattamento tanto delle ecoballe quanto dei rifiuti). Non si potrà comunque prescindere dallo smaltimento fuori Regione, che interesserà un terzo delle ecoballe stesse, mentre fino a poco tempo fa ha rappresentato la regola, con tutti i connessi ed onerosi costi.

Il programma così delineato, ad avviso di De Luca, necessiterà di un finanziamento quasi per intero proveniente dal Governo, pari a circa 600 milioni di euro, ma questa non sembra essere l’unica condizione prevista al riguardo. Infatti, fermo restando un impegno economico dell’Ente regionale che non mancherà (100 milioni di Euro per la realizzazione di 4 impianti di compostaggio), viene esclusa del tutto l’idea di realizzare un nuovo inceneritore. Le due condizioni sembrano dettate da ragioni economiche e pratiche.

La Campania non dispone allo stato di risorse necessarie per lo smaltimento delle ecoballe ed anche per la costruzione di un termovalorizzatore (che tra l’altro interesserebbe pure un arco di tempo non inferiore a 4 anni, troppo per poter affrontare al meglio una questione sicuramente urgente quale quella dei rifiuti), che apparirebbe per certi versi quasi inutile, vista la sufficienza dell’operato dell’inceneritore di Acerra attualmente funzionante. 
Se da un lato le difficoltà all’orizzonte non mancano -dalla previsione di tempi lunghi per l’attuazione del programma fino alla necessità di intesa con altre istituzioni, come lo stesso Governo ed il Comune di Napoli, con cui si è già discusso circa l’opportunità di costruire o meno a Scampia un impianto di compostaggio, ipotesi questa invisa a De Luca- dall’altro una serie di innovative peculiarità –fasi dello smaltimento sottoposte al controllo di un comitato di sorveglianza con la presenza di cittadinanza attiva ed associazioni ambientaliste sulla falsariga del modello Bagnoli, affidamento dello smaltimento a privati con il benestare dell’Autorità Anticorruzione- permettono di guardare con un pizzico di positività all’ennesimo tentativo di risolvere un problema ormai atavico per la nostra realtà.

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