venerdì 23 ottobre 2015

Anche la Regione Campania dice no alle trivellazioni

di Luigi Rinaldi

Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi
La Regione Campania si associa alle altre nove Regioni, che hanno detto no alle norme inserite nel decreto “Sblocca Italia”, tendenti a facilitare la ricerca e l’estrazione del petrolio sia sulla terra ferma che in mare.

Il Consiglio regionale, con voto unanime dei partecipanti all’assemblea, ha approvato le delibera a firma del Presidente, Rosa D’Amelio, per promuovere il referendum abrogativo contro le norme che consentono le trivellazioni, bypassando gli enti locali. Prima del decreto “Sblocca Italia” , erano le Regioni a decidere sulle trivellazioni da eseguirsi in terra ed il Parlamento su quelle in mare. Adesso sarà Roma a decidere su tutto, estromettendo i territori da decisioni di primaria importanza.

In Campania la questione riguarda principalmente il Sannio e l’Irpinia, interessate da alcuni progetti finalizzati ad accertare la presenza di idrocarburi nel sottosuolo. Forse l’unica zona ancora incontaminata della Campania, che, seppur in gravissimo ritardo, inizia finalmente a registrare un crescente sviluppo economico di tipo sia agricolo che turistico. Una vasta area in cui imprenditori locali stanno faticosamente portando avanti importanti investimenti nei settori della zootecnica e dell’agroalimentare di qualità, valorizzando le produzioni di eccellenza e riuscendo a ritagliarsi spazi significativi nel mercato nazionale. Iniziative che potrebbero essere seriamente compromesse dai programmi di ricerca ed estrazione degli idrocarburi.

Una trivella in mare
A suscitare preoccupazioni ed allarmismo, hanno contribuito notevolmente le previsioni dello “Sblocca Italia” che consentono, per le opere di stoccaggio e di trivellazione, di derogare alle norme in materia di difesa ambientale e tutela paesaggistica. Da Nord a Sud si sono mobilitati tantissimi cittadini esprimendo la loro ferma opposizione ad una legge che potrebbe provocare, a detta di molti esperti, un potenziale disastro ecologico. E così, sotto la spinta popolare, si sono mossi ben dieci Consigli regionali per dire no alla ricerca ed estrazione di idrocarburi. La valenza del referendum abrogativo è anche politica. Otto delle dieci Regioni che hanno approvato il referendum sono guidate da Governatori del Partito Democratico. Raramente è accaduto in passato che così tanti Consigli regionali fossero schierati contro il Presidente del Consiglio in carica. E forse mai così tanti dello stesso partito. Non è mai stato facile contemperare i progetti di sviluppo e crescita economica con le esigenze di tutela dell’ambiente. La questione delle trivellazioni rappresenta solo una conferma della enorme difficoltà di svincolare il rilancio economico di una nazione dal problema, molto sentito dai cittadini, dell’impatto a livello ambientale. Allo stato i sei quesiti referendari sono stati depositati dinanzi alla Corte di Cassazione, spetterà ora alla Consulta pronunciarsi sulla loro ammissibilità.

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