di Alessia Nardone
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Il manifesto della rassegna |
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Palazzo D'Avalos |
"Per questo numero zero di Artethica avevo bisogno di avere con me tre amici come Scamarcio, Golino e Risi, quest'ultimo angelo custode nella mia carriera", afferma Libero De Rienzo. Scelta più che mai corretta a giudicare dalla gioia con la quale hanno partecipato a questo evento e dai complimenti, dalla stima e dell’affetto che hanno rivolto a lui e a Procida. Ma vero fulcro della rassegna per De Rienzo è stato Palazzo D’Avalos, ex Istituto di pena di massima sicurezza: “qui a Procida, l’isola del cinema, è successo un piccolo miracolo civile. Un‘idea folle e rivoluzionaria è diventata realtà e desiderio collettivo. Con 20 procidani, donne e uomini che nella vita fanno tutt’altro che gli artisti o i rivoluzionari, abbiamo espugnato il carcere dell’isola, liberato dall’abbandono e dal peso del dolore che lo ha abitato per secoli, lo abbiamo pulito e rispettato e ci abbiamo portato la luce. La luce delle idee e dei proiettori di cinema. Per due mesi L’Istituto di Pena è diventato un luogo di gioia e di azione partecipata. Sudore, amore, idee”. “La location è speciale -continua ancora De Rienzo-, è importante, l'ex carcere è una sorta di museo spontaneo della memoria. Molti lo paragonano ad Auschwitz per la violenza dell'impatto visivo, ha delle contraddizioni molto forti perché è all'interno di un palazzo cinquecentesco della famiglia più ricca dell'epoca, i Borboni; c'è un dualismo fra bellezza e dolore che vale la pena di essere raccontato".
E in merito al successo riscosso afferma: “Non ho mai fatto nulla nel mio lavoro con l’aspettativa di fare botteghino o di essere applaudito. Anzi spesso mi infastidisce perché credo che oggi in Italia i premi siano attestati di conformità e non medaglie all’innovazione. Però qui a Procida è stato diverso, centinaia di Procidani che, mi dicevano “al cinema non ci vanno” si sono arrampicati sulla parte più alta e aspra dell’isola per “occupare” con noi palazzo d’Avalos, ex carcere di Massima sicurezza, da oggi castello della bellezza e della cultura”.
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Riccardo Scamarcio, Libero De Rienzo, Valeria Golino e Marco Risi |
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