venerdì 23 ottobre 2015

Libero de Rienzo: “sarebbe bello trasformare Arthetica in un festival di cinema indipendente”

di Alessia Nardone

Il manifesto della rassegna
Grande successo per l'edizione “zero” della rassegna di film d'autore Artethica, ideata e organizzata dall'attore e regista napoletano Libero De Rienzo e inserita nella più ampia programmazione della stagione di eventi “Itinerari Procida 2015”. Dal 2 al 4 ottobre, sono stati tre giorni di affollate proiezioni “a tema carcerario”, da Nick mano fredda a Papillon, presso l’ex penitenziario di Palazzo d’Avalos, home movies e i celeberrimi corti doc di Vittorio De Seta presso case private aperte alla cittadinanza, horror per ragazzi, quali Ed Wood, in una cripta e ospiti illustri, da Riccardo Scamarcio e Valeria Golino, fresca Coppa Volpi alla Mostra di Venezia con Per amor vostro di Giuseppe Gaudino, a Marco Risi.

Palazzo D'Avalos

"Per questo numero zero di Artethica avevo bisogno di avere con me tre amici come Scamarcio, Golino e Risi, quest'ultimo angelo custode nella mia carriera", afferma Libero De Rienzo. Scelta più che mai corretta a giudicare dalla gioia con la quale hanno partecipato a questo evento e dai complimenti, dalla stima e dell’affetto che hanno rivolto a lui e a Procida. Ma vero fulcro della rassegna per De Rienzo è stato Palazzo D’Avalos, ex Istituto di pena di massima sicurezza: “qui a Procida, l’isola del cinema, è successo un piccolo miracolo civile. Un‘idea folle e rivoluzionaria è diventata realtà e desiderio collettivo. Con 20 procidani, donne e uomini che nella vita fanno tutt’altro che gli artisti o i rivoluzionari, abbiamo espugnato il carcere dell’isola, liberato dall’abbandono e dal peso del dolore che lo ha abitato per secoli, lo abbiamo pulito e rispettato e ci abbiamo portato la luce. La luce delle idee e dei proiettori di cinema. Per due mesi L’Istituto di Pena è diventato un luogo di gioia e di azione partecipata. Sudore, amore, idee”. “La location è speciale -continua ancora De Rienzo-, è importante, l'ex carcere è una sorta di museo spontaneo della memoria. Molti lo paragonano ad Auschwitz per la violenza dell'impatto visivo, ha delle contraddizioni molto forti perché è all'interno di un palazzo cinquecentesco della famiglia più ricca dell'epoca, i Borboni; c'è un dualismo fra bellezza e dolore che vale la pena di essere raccontato".

E in merito al successo riscosso afferma: “Non ho mai fatto nulla nel mio lavoro con l’aspettativa di fare botteghino o di essere applaudito. Anzi spesso mi infastidisce perché credo che oggi in Italia i premi siano attestati di conformità e non medaglie all’innovazione. Però qui a Procida è stato diverso, centinaia di Procidani che, mi dicevano “al cinema non ci vanno” si sono arrampicati sulla parte più alta e aspra dell’isola per “occupare” con noi palazzo d’Avalos, ex carcere di Massima sicurezza, da oggi castello della bellezza e della cultura”.

Riccardo Scamarcio, Libero De Rienzo, Valeria Golino e Marco Risi
Lo definisce, senza presunzione, un miracolo che spera di riproporre nei prossimi anni: “Per tre giorni, nonostante il maltempo, nonostante il posticipo del Napoli, nonostante la durezza delle brande dei detenuti usate da noi come poltrone di cinema, nonostante tutto ogni sera…tutto esaurito. Dopo questa edizione, mi piacerebbe ogni anno riproporre questo appuntamento, trasformarlo in un festival di cinema d'autore indipendente dedicato ai film in difficoltà. Ce ne sono tanti in Italia in questo momento, film eccezionali che non riescono ad avere una distribuzione". E conclude: “Non sono abituato a ringraziare né mi piace che lo si faccia con me, ma per una volta nella vita mi scappa proprio di bocca. Grazie ragazzi, abbiamo vinto. Vi devo molto.”

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