di Antonio Ianuale
Il cinema Metropolitan ha fatto da location per l’apertura della diciassettesima edizione del Napoli Film Festival. La manifestazione, diretta da Mario Violini, si è svolta in luoghi di grande rilevanza culturale ed internazionale: al Palazzo delle Arti Napoli (PAN), all’Institut Français di via Crispi e all’Istituto Cervantes di via Nazario Sauro. Ad aprire la prestigiosa kermesse è stata la proiezione del film “N-Capace” della giovane regista e scrittrice di teatro Eleonora Danco. Un film che analizza lo scontro generazionale, con ironia tanto sottile quanto triste, evidenziando la profonda crisi culturale della nostra società. Nella stessa giornata di inaugurazione è stato proiettato il film “Morte di un matematico napoletano” del regista partenopeo Mario Martone, intervistato al termine della visione dal direttore del Corriere del Mezzogiorno Enzo D’Errico. Martone ha evidenziato il suo grande legame con Napoli, città protagonista di molti suoi film, che il regista è solito esplorare in tutti i suoi aspetti. Al termine la proiezione del corto “Pastorale cilentana”, realizzato per l’Expo di Milano.
Il Festival ha ospitato una corposa rassegna cinematografica non solo delle opere di Martone, ma anche di celebri registi come Orson Wells, Alberto Lattuada e Amos Gitai. Il regista israeliano ha presentato in anteprima “Rabin the last day”, già in concorso alla 72esima Mostra del cinema di Venezia. Uno sguardo sul drammatico momento che sta vivendo il Medio Oriente, ripercorrendo la storia del leader politico Yitzhak Rabin, primo ministro israeliano tra il 1974 e il 1977 e poi ancora nel 1992, assassinato il 4 novembre del 1995 per mano di un militante ebreo di estrema destra. Grande successo di pubblico e critica per la proiezione del film di Sergio Assisi, “A Napoli non piove mai”, una pellicola leggera, solare con rimandi a De Sica, a Nanni Loy, a Massimo Troisi, a Totò. Il Festival ha reso omaggio anche alla figura di Giancarlo Siani, ospitando il regista Marco Risi, e l’attore Libero di Rienzo che ripercorrono la vita del giovane cronista nel film “Fortapàsc”, proiettato al cinema Metropolitan. Lo stesso regista e l’interprete principale hanno partecipato al dibattito sull’anniversario della morte di Siani, incentivando il ricordo del cronista barbaramente ucciso dalla camorra trent’anni fa. Al Pan si è svolto il concorso documentaristico Schermo Napoli Doc, riservato ad autori e produzione campane. Tematiche molto complesse, come la guerra in Siria, la dittatura cilena, o la difficoltà a vivere in Campania, hanno animato i diciotto documentari che si sono contesi la vittoria del Vesuvio Award, opera del maestro Lello Esposito.
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Il PAN, una delle location del festival |
Sabato 3 ottobre è stato proiettato l’attesissimo film di Martone sul poeta di Recanati, Giacomo Leopardi, “Il Giovane Favoloso”, pluripremiato alla mostra internazionale d’arte cinematografica a Venezia nel 2014. Un cast eccellente, tra cui Elio Germano, Edoardo Natoli ed Isabella Ragonese, per raccontare la vita del poeta dell’Ottocento, recatosi a Napoli nel 1833 al seguito dell’amico Antonio Ranieri. Proprio a Napoli, Leopardi troverà ispirazione per la Ginestra, vero testamento artistico del poeta di Recanati. La chiusura del Festival ha visto le premiazioni per le pellicole proiettate: i premi principali sono andati al film olandese “Matterhorn”, diretto da Diederik Ebbinge come Miglior Film del 17esimo Napoli Film Festival, concorso Europa/Mediterraneo, a “Teatro” di Ivan Ruiz Flores prodotto da Antonello Novellino, per il miglior cortometraggio; per SchermoNapoli Doc, Miglior Autoproduzione è “La parte che resta” di Cristiano Regina, per le produzioni professionali, vince “Stay” di Giovanni Sorrentino. Vesuvio Award per il miglior documentario a “Costellazioni” di Luigi Cuomo.
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