di Germana Guidotti
La settima arte, ossia l'arte cinematografica, fin dai suoi albori si è connotata immediatamente come rivoluzionaria, in quanto si è imposta sulle altre per il suo modo di "raccontare", di "rappresentare", per il suo nuovo e soprattutto innovativo linguaggio artistico-espressivo.
I primi passi in tale direzione, come è noto, sono stati compiuti dai fratelli francesi Lumière, Louis e Auguste, i quali, avendo una particolare predilezione per Napoli (e come dare loro torto!) la scelsero, unica città italiana, in qualità di soggetto cinematografico per le loro pellicole.
I primi passi in tale direzione, come è noto, sono stati compiuti dai fratelli francesi Lumière, Louis e Auguste, i quali, avendo una particolare predilezione per Napoli (e come dare loro torto!) la scelsero, unica città italiana, in qualità di soggetto cinematografico per le loro pellicole.
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Veduta del porto di Napoli |
Nel 1894, a Lione, brevettarono, essendone gli inventori, il cinematografo, e nel medesimo torno di anni vennero brevettati almeno altri 800 oggetti simili in tutto il mondo, a testimonianza del fatto che il cinema costituisce un'arte esattamente come tutte le altre: è nata naturalmente, spontaneamente, come bisogno autentico espressivo dell’umanità.
Le motivazioni storiche che fanno risalire a questi due fratelli l'invenzione della settima arte sono essenzialmente due: da un lato il loro, fra tutti gli oggetti similari che si stavano sottoponendo a brevetto, era il più piccolo ed il più maneggevole, dunque il più portabile; dall'altro proiettava le immagini catturate verso l'esterno, in modo da raggiungere un target quanto più ampio e diversificato possibile. Il mezzo sperimentato dai Lumière in altre parole soddisfaceva tutti quei requisiti specifici che l'avrebbero 'lanciato' nel tempo, rendendo così il cinema, nel corso degli anni, una vera e propria istituzione sociale, fino ad acquisire il ruolo socio-culturale determinante che ancora oggi possiede.
Tuttavia, Louis ed Auguste erano particolarmente scettici circa la possibilità di successo di tale arte: ritenevano infatti che ben presto sarebbe fallita, cadendo in un vero e proprio oblio, e quindi restando nella storia semplicemente come una fugace apparizione.
Nonostante ciò, si industriarono fin da subito a cercare il modo attraverso il quale sfruttare l'invenzione del cinematografo per trarne guadagni, e lo trovarono: puntare sulla vanità della borghesia dell'epoca, unica classe sociale che si sarebbe sentita privilegiata e distinta da tutte le altre nel vedersi immortalata, anzi messa in mostra, davanti alla macchina da presa, che equivaleva a mostrarsi di fronte alla società intera, un pubblico che si faceva sempre più ampio. E non casualmente la classe borghese fu quella che più di tutte amò, sponsorizzò e diffuse questa nuova forma d'arte.
Al fine di promuovere il proprio lavoro, i due fratelli provvedevano di persona a stampare dei volantini, delle brochures, che pubblicizzavano esattamente giorno, ora e luogo in cui si sarebbero effettuate le riprese. Le persone, quindi, incuriosite dalla possibilità di poter rivedersi sullo schermo, si sarebbero fatte riprendere dietro un corrispettivo: il pagamento del biglietto, che consentiva loro di riguardarsi, riammirarsi. Ed è esattamente in questo momento che nasce il cinema.
Le proiezioni si susseguivano senza soluzione di continuità, soprattutto quelle girate a Parigi, e in breve tempo i timori iniziali dei Lumière furono totalmente spazzati via e smentiti, perchè i fatti decretarono un successo senza precedenti per il cinema, al punto tale che molti spettatori, compresa l'importanza di questa invenzione, furono spinti ad investire, comprando la propria macchina ed iniziando a girare in prima persona dei cortometraggi col cinematografo.
All'interno della produzione cinematografica dei due fratelli, le grandi assenti in qualità di soggetti immortalati sono le città, considerata l'effettiva difficoltà di allora nello spostarsi da un luogo all'altro, dovuta alla carenza di mezzi e di strumenti di supporto per affrontare i viaggi.
Ovviamente la scelta ricadde su Lione, cittadina nella quale era stato messo a punto il cinematografo, e per questo motivo cara ai Lumière; sulla capitale francese, irrinunciabile tappa e scenario che si prestava a girare film, anche perchè in quegli anni Parigi rappresentava il cuore pulsante dell'Europa, un polo culturale di indiscusso valore; su pochissime città spagnole, e infine sull'Italia. Della nostra nazione, la scelta ricadde esclusivamente su Napoli: in tal senso, dunque, si comprende una volta di più la rinomanza internazionale ed il prestigio di cui godeva. Si predilessero i panorami, le vedute suggestive, i paesaggi e gli scorci che per natura si prestavano ad essere immortalati.
Le motivazioni storiche che fanno risalire a questi due fratelli l'invenzione della settima arte sono essenzialmente due: da un lato il loro, fra tutti gli oggetti similari che si stavano sottoponendo a brevetto, era il più piccolo ed il più maneggevole, dunque il più portabile; dall'altro proiettava le immagini catturate verso l'esterno, in modo da raggiungere un target quanto più ampio e diversificato possibile. Il mezzo sperimentato dai Lumière in altre parole soddisfaceva tutti quei requisiti specifici che l'avrebbero 'lanciato' nel tempo, rendendo così il cinema, nel corso degli anni, una vera e propria istituzione sociale, fino ad acquisire il ruolo socio-culturale determinante che ancora oggi possiede.
Tuttavia, Louis ed Auguste erano particolarmente scettici circa la possibilità di successo di tale arte: ritenevano infatti che ben presto sarebbe fallita, cadendo in un vero e proprio oblio, e quindi restando nella storia semplicemente come una fugace apparizione.
Nonostante ciò, si industriarono fin da subito a cercare il modo attraverso il quale sfruttare l'invenzione del cinematografo per trarne guadagni, e lo trovarono: puntare sulla vanità della borghesia dell'epoca, unica classe sociale che si sarebbe sentita privilegiata e distinta da tutte le altre nel vedersi immortalata, anzi messa in mostra, davanti alla macchina da presa, che equivaleva a mostrarsi di fronte alla società intera, un pubblico che si faceva sempre più ampio. E non casualmente la classe borghese fu quella che più di tutte amò, sponsorizzò e diffuse questa nuova forma d'arte.
Al fine di promuovere il proprio lavoro, i due fratelli provvedevano di persona a stampare dei volantini, delle brochures, che pubblicizzavano esattamente giorno, ora e luogo in cui si sarebbero effettuate le riprese. Le persone, quindi, incuriosite dalla possibilità di poter rivedersi sullo schermo, si sarebbero fatte riprendere dietro un corrispettivo: il pagamento del biglietto, che consentiva loro di riguardarsi, riammirarsi. Ed è esattamente in questo momento che nasce il cinema.
Le proiezioni si susseguivano senza soluzione di continuità, soprattutto quelle girate a Parigi, e in breve tempo i timori iniziali dei Lumière furono totalmente spazzati via e smentiti, perchè i fatti decretarono un successo senza precedenti per il cinema, al punto tale che molti spettatori, compresa l'importanza di questa invenzione, furono spinti ad investire, comprando la propria macchina ed iniziando a girare in prima persona dei cortometraggi col cinematografo.
All'interno della produzione cinematografica dei due fratelli, le grandi assenti in qualità di soggetti immortalati sono le città, considerata l'effettiva difficoltà di allora nello spostarsi da un luogo all'altro, dovuta alla carenza di mezzi e di strumenti di supporto per affrontare i viaggi.
Ovviamente la scelta ricadde su Lione, cittadina nella quale era stato messo a punto il cinematografo, e per questo motivo cara ai Lumière; sulla capitale francese, irrinunciabile tappa e scenario che si prestava a girare film, anche perchè in quegli anni Parigi rappresentava il cuore pulsante dell'Europa, un polo culturale di indiscusso valore; su pochissime città spagnole, e infine sull'Italia. Della nostra nazione, la scelta ricadde esclusivamente su Napoli: in tal senso, dunque, si comprende una volta di più la rinomanza internazionale ed il prestigio di cui godeva. Si predilessero i panorami, le vedute suggestive, i paesaggi e gli scorci che per natura si prestavano ad essere immortalati.
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Le strade di Napoli |
Sebbene sul finire del secolo Napoli e l'intero Regno delle Due Sicilie oramai crollato fossero stati sottoposti a saccheggi, depredazioni consistenti, la città conservava comunque quell'irresistibile forza attrattiva che era riuscita ad affascinare ed ammaliare negli anni un numero considerevole di artisti, intellettuali, e personalità di spicco di tutti i tempi, che ivi giungevano per contemplarne le indicibili bellezze. Non sorprende allora poi più di tanto che Louise ed Auguste abbiano deciso di catturarne il valore all'interno delle loro riprese.
All'epoca le pellicole erano in bianco e nero, ad inquadratura fissa e con profondità di campo, ma nonostante ciò erano in grado di restituire perfettamente, anche senza l'alta definizione cui noi oggi siamo abituati, lo splendore intramontabile della città di Napoli. Se ne ricava un'immagine "tipica": ricca di contraddizioni, cruda quanto travolgente, inquieta quanto vitale, malinconica quanto solare.
Nei film predominano scene attinte dalla vita quotidiana, che si snodano lungo i quartieri di Via Marina, il Porto, Via Toledo, Via Santa Lucia. Ne emerge un caleidoscopio di persone, mestieri, caratteri: la proverbiale laboriosità dei cittadini partenopei, con l'<arte di arrangiarsi>, la grande generosità, l'indiscutibile vitalità. Vengono immortalate lunghe passeggiate sia per le strade più grandi che per i vicoli più stretti, che già a quei tempi erano tutto un pullulare e brulicare di negozi, botteghe, vetrine, espositori.
All'epoca le pellicole erano in bianco e nero, ad inquadratura fissa e con profondità di campo, ma nonostante ciò erano in grado di restituire perfettamente, anche senza l'alta definizione cui noi oggi siamo abituati, lo splendore intramontabile della città di Napoli. Se ne ricava un'immagine "tipica": ricca di contraddizioni, cruda quanto travolgente, inquieta quanto vitale, malinconica quanto solare.
Nei film predominano scene attinte dalla vita quotidiana, che si snodano lungo i quartieri di Via Marina, il Porto, Via Toledo, Via Santa Lucia. Ne emerge un caleidoscopio di persone, mestieri, caratteri: la proverbiale laboriosità dei cittadini partenopei, con l'<arte di arrangiarsi>, la grande generosità, l'indiscutibile vitalità. Vengono immortalate lunghe passeggiate sia per le strade più grandi che per i vicoli più stretti, che già a quei tempi erano tutto un pullulare e brulicare di negozi, botteghe, vetrine, espositori.
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Inquadratura del Vesuvio |
E poi, protagonista indiscusso di questi documentari, immancabile quanto implacabile il Vesuvio, attrattiva principale allora come oggi, simbolo di rara bellezza svettante sul golfo, dono della natura alla città ed ai suoi abitanti. È presente come silenzioso ma altrettanto temibile guardiano che governa il golfo e che, con le proprie sinuose forme, seduce potentemente chi lo guarda dalla costa.
Napoli nel cinema dei fratelli Lumière appare in tutte le sue molteplici sfaccettature e contraddizioni, ma anche nel suo essere intensa, viscerale, piena di pathos e tensione emotiva. E questa antichissima testimonianza cinematografica ci restituisce un documento più che mai veritiero sulla nostra città.
Napoli nel cinema dei fratelli Lumière appare in tutte le sue molteplici sfaccettature e contraddizioni, ma anche nel suo essere intensa, viscerale, piena di pathos e tensione emotiva. E questa antichissima testimonianza cinematografica ci restituisce un documento più che mai veritiero sulla nostra città.
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