martedì 22 dicembre 2015

Non crederci porta male

di Maria Di Mare

“La superstizione del popolo napoletano. La credevate cessata la superstizione? Come potevate crederlo?”
. Il popolo del sempiterno non è vero ma ci credo continua a stupire quando, tra modernità e progresso, volge uno sguardo alla tradizione scaramantica che da sempre l’accompagna e la contraddistingue. Per questo, ben ancorato nel topos antropologico che caratterizza i campani, non fa meraviglia l’annuncio di una prossima apertura, in zona tribunali, di una pizzeria scaramantica, dove ci si potrà sedere ad un tavolo a forma di ferro di cavallo e gustare la propria pizza ammirando una scultura del classico corno portafortuna.

Da Matilde Serao a Peppino De Filippo, da Neri Parenti a Vincenzo Salemme, diversi sono i nomi che, nel corso degli anni, hanno cercato di dar voce alla scaramanzia e ai riti apotropaici per assicurarsi la buona sorte. Ma non bisogna andare al cinema o leggere un libro per sapere cosa e come fare, e sarebbe un errore anche dire che le fonti più autorevoli sono le nonne, sarebbe come ingannarci consapevolmente, e rilegare il tutto alla generazione passata. Quale ventenne non sa che l’ombrello dentro casa non va aperto, che le scarpe sul letto non si poggiano e che il letto non va sistemato con i piedi verso la porta, che sotto una scala non si cammina e che il sale a tavola va poggiato e non passato di mano in mano sospeso? Ah già, e non ci si siede allo spigolo a tavola, e non si spazza sui piedi di uno scapolo, o non ci si sposerà mai.

Così, nel giro di poco, il sacro e il profano si mescolano, in una dimensione che accarezza, e quasi corteggia, il paganesimo: in chiesa durante il segno della pace non bisogna incrociare le braccia, si deve fare la novena a San Giovanni per trovare marito e una a San Pantaleone per assicurarsi una dote cospicua.

I classici corni scaccia guai
Se una persona invidiosa riesce a infliggere danni a voi o ai vostri cari, anche solo temporaneamente, allora siete vittime di un malocchio, ma se questa agisce involontariamente su di voi “gettando” il proprio sguardo malevolo, allora si tratta di jettatura, la fattura, poi, è la più seria delle tre: è un atto volontario e non temporaneo, richiede un vero e proprio esorcismo per essere allontanata. Fatte quindi tutte le dovute distinzioni del caso tra malocchio, jettatura e fattura, che ci crediate o meno quando parlate con un napoletano non trattate la materia con ironia, egli potrebbe a quel punto sciorinarvi tutta una serie di proverbi popolari e dispensare saggezza, convenendo con voi su come, effettivamente, credere a certe cose è da ignoranti, ma alla fine vi rimbeccherà solennemente dicendovi che non crederci porta male! D’altronde una pagina ad hoc sui misteri napoletani è stata creata sul sito ufficiale del Comune, e qui il mito, il culto dei morti, la scaramanzia e i fenomeni paranormali assumono voce e rilevanza: la superstizione non è cosa da poco, è a tutti gli effetti cultura, non solo tradizione.

Nel dubbio quindi lasciate sempre una sedia libera a tavola per la bella ‘mbriana che, riconoscente, veglierà su di voi, e regalate un piccolo corno ai vostri cari; ovviamente se volete stare tranquilli anche voi inutile vi compriate un corno e ve lo mettiate in tasca, il corno deve esservi regalato da qualcuno altrimenti non fa effetto, lo sanno tutti!


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