martedì 22 dicembre 2015

Perché la camorra è il male

di Gian Marco Sbordone
 
Manifestanti
“Un popolo in cammino”, con questo slogan, riportato su uno striscione, è stata pubblicizzata l’iniziativa contro la camorra svoltasi a Napoli lo scorso 5 dicembre. Vi hanno preso parte parroci, rappresentanti politici, tra cui il Sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, ma anche tanti studenti, lavoratori e disoccupati. La manifestazione può essere considerata un successo, viste le adesioni e le partecipazioni (circa 2000 persone).

“Un popolo in cammino” evoca un immagine biblica. Era in cammino il popolo di Israele; erano in cammino i seguaci di Cristo; si dichiarano in cammino i cristiani oggi. Ma in cammino è anche il popolo del “Quarto Stato”, rappresentato nel dipinto di Giuseppe Pellizza. Si è in cammino verso un obiettivo, verso un futuro migliore, verso la salvezza. E’ la stessa immagine che hanno voluto proporre i dimostranti del 5 dicembre, proiettati verso un futuro in cui si potrà sconfiggere finalmente la camorra. Non si tratta di un’iperbole, poiché la camorra non è semplicemente un’organizzazione malavitosa da affrontare con le armi delle investigazioni e della giustizia.

La camorra è “il male” perché condiziona la vita delle persone costringendole a subire soprusi e vessazioni.

La camorra è “il male” perché condiziona l’economia e frena lo sviluppo. Pensiamo a quanto incide la presenza camorristica sui mancati investimenti nel meridione da parte di imprenditori. Conseguentemente la camorra frena l’occupazione, in particolare quella giovanile.

La camorra è “il male” perché ci ruba la libertà, quella di uscire, di divertirci, di stare insieme.

La camorra è “il male” perché, in sostanza, vuole rubarci il futuro. E allora questo popolo in cammino è l’immagine giusta perché il traguardo è importante, addirittura fondamentale.
 
Manifestanti
Tuttavia attenti a non cadere nella retorica dell’ “antimafia”, rischio purtroppo incombente in questi ultimi anni. Si può sostenere, infatti, che tutto il movimento sorto contro le mafie ha conseguito risultati importantissimi, soprattutto perché ha determinato il risveglio delle coscienze. Il movimento ha fatto sì che la lotta alle mafie non fosse più considerata una questione delle sole Forze dell’Ordine e della Magistratura ma diventasse un problema civico. Si può anche sostenere che questo movimento civico abbia in qualche modo contribuito all’isolamento dei gruppi criminali e dei loro esponenti rispetto alla società, favorendo in questo modo le indagini sul loro conto. Ed è proprio per questo che oggi non si può permettere che l’”antimafia” diventi qualcosa di rituale, poiché essa deve invece essere esercitata tutti i giorni, nel nostro quotidiano di cittadini, di studenti e di lavoratori, vigilando affinché i soprusi, l’imbroglio e le prevaricazioni, non condizionino il nostro modo di essere e la nostra stessa vita.

Un popolo in cammino sempre quindi, non solo durante i cortei, non solo in determinate occasioni. Un popolo in cammino, si può aggiungere, evitando le odiose strumentalizzazioni che, in questa storia, proprio non devono entrare.

Nessun commento:

Posta un commento