lunedì 25 gennaio 2016

Agroalimentare: un’opportunità di crescita per l’economia campana

di Luigi Rinaldi

Le stime di molti istituti di credito indicano per l’anno che si è appena concluso un forte recupero del PIL delle regioni del Mezzogiorno d’Italia. In particolare, analizzando la congiuntura della Campania, si riscontra come, già dai primi mesi del 2015, l'attività economica della regione sia tornata in area positiva, tanto da indurre a pensare che il 2016 possa davvero essere l’anno della svolta.

Nel complesso la Campania è una regione dalle enormi potenzialità economiche, potenzialità purtroppo frenate da una poco efficiente amministrazione del territorio e dalla presenza, in alcune aree, della criminalità organizzata. All’orizzonte, però, si scorgono molti segnali che consentono di formulare previsioni ottimistiche, in particolare in alcuni settori di eccellenza della Regione che potrebbero stimolare ulteriormente la ripresa dell’economia del territorio. Esiste, infatti, una parte del tessuto produttivo campano che anche in piena recessione è cresciuta, continuando a sostenere ingenti investimenti.

Segnali positivi giungono soprattutto dal settore agroalimentare. La Campania ha sicuramente un patrimonio eno-gastronomico unico per varietà e pregio, giustamente riconosciuto fin dai tempi più antichi: Greci e Romani sostenevano la superiorità dei vini e la purezza dell'olio di oliva provenienti dalla "Campania Felix". Tante le aziende in grado di testimoniare la continua crescita di questo settore. In pieno sviluppo la Kimbo di Melito, industria del caffè in costante espansione, con importanti investimenti al fine di diversificare le miscele, ampliare i magazzini di stoccaggio, introdurre nuove linee di confezionamento ed acquistare macchinari più moderni ed efficienti. Continua a puntare sull'innovazione la De Matteis Agroalimentare, titolare del marchio Pasta Baronia e capofila di un progetto di filiera denominato “Grano Armando”, di cui fanno parte quasi mille agricoltori di nove regioni italiane. Il progetto in questione è basato su un rigido disciplinare di coltivazione: impegnarsi ad usare sementi stabilite e a seguire precise regole nelle pratiche agronomiche. I risultati sono un grano italiano di prima qualità, proveniente da agricoltori che investono e rispettano la loro terra.

Nuove sfide all’orizzonte anche per Besana Group, leader europeo nella produzione e vendita di frutta secca, disidratata e confezionata, che negli ultimi mesi ha aperto nuovi reparti produttivi nello stabilimento di San Gennaro Vesuviano. I proprietari, Pino e Riccardo Calcagni, investendo in innovazione, hanno raggiunto il primato continentale davanti agli inglesi di Whitworks, ai francesi di Maitre Prunille e ai tedeschi di Seeberger. Il nuovo sito possiede le stesse caratteristiche - “chemical free” e impatto ambientale zero - di quello progettato in Inghilterra a fine 2013, grazie a uno stanziamento di 5 milioni di sterline.

L’impegno profuso dalle aziende che operano nel settore agroalimentare sta consentendo, quindi, alla Campania di recuperare il primato che le spetta per le sue eccellenze agroalimentari ed enologiche. Ma i prodotti delle nostre terre meritano di essere valorizzati di più, sia sui mercati nazionali che su quelli esteri e sarebbe un peccato imperdonabile non puntare su questo settore primario per rilanciare economia ed occupazione. Per raggiungere questo fondamentale obiettivo dovrà, sicuramente, fare la sua parte anche il mondo politico, perché la Regione Campania non può immaginare di ravviare la crescita e lo sviluppo senza un forte sostegno a questi prodotti di qualità, investendo anche in termini di comunicazione ed immagine.


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