lunedì 25 gennaio 2016

Altro stop per Pompei. Il sindaco Iuliano dice no all’hub ferroviario unico

di Antonio Cimminiello

Sembra proprio non esserci pace per Pompei. Soltanto alcune settimane fa c’era stata la riapertura di sei domus all’interno del Sito Archeologico, salutata con fasto con l’arrivo del premier Matteo Renzi, ed in grado -almeno in via momentanea- di far dimenticare i tanti episodi negativi che hanno interessato gli Scavi nella loro lunga esistenza (dalla “periodicità” di crolli e furti di reperti antichi fino alle inchieste giudiziarie su presunti abusi e peculato). Ed in più, già il 22 Settembre 2015, i ministri Graziano Del Rio e Dario Franceschini avevano fortemente avallato un importante progetto al riguardo: si tratta della costruzione di un “hub” ferroviario unico, cui far transitare tutti i mezzi su rotaia di EAV e Ferrovie dello Stato che già attualmente passano -ma tra una miriade di disagi e disservizi- per le quattro stazioni esistenti presso la città vesuviana, ed anzi volano per il rafforzamento di tale mezzo di trasporto (consentendo infatti anche il transito dei treni ad alta velocità, oggi non possibile).

Area archeologica di Pompei
Un progetto importante, della durata complessiva di 30 mesi e dal costo di 35 milioni di euro -dovrebbe trattarsi per lo più di finanziamenti dell’UE- con l’obiettivo di assicurare un flusso aggiuntivo di un milione di visitatori rispetto alle stime odierne. Ma come un fulmine a ciel sereno è arrivato da ultimo il “no” dell’amministrazione comunale, ed in particolare del sindaco Ferdinando Uliano. Si è lamentata, in primo luogo, la scelta di “calare dall’alto” questo progetto, senza cioè che vi sia stata previamente un’adeguata concertazione e coinvolgimento degli Enti locali direttamente interessati, ma il timore più grande consisterebbe nel dare, in tal modo, il colpo di grazia al già esausto turismo autoctono, con il rischio di un’ulteriore e grave diminuzione di introiti per commercianti ed albergatori della città, dato che l’hub finirebbe col garantire un passaggio ferroviario-pedonale in grado di condurre direttamente agli Scavi bypassando la città. Si sottolinea, infine, il grave impatto ambientale della costruzione delle relative infrastrutture, le quali, in ogni caso, si annunciano comunque imponenti (si pensi, ad esempio, al passaggio pedonale sovrastante l’autostrada A3 Napoli- Salerno). 

L’opinione espressa dal Comune di Pompei sembra non trovare, tuttavia, un consenso unanime, come testimoniato ad esempio dal parere favorevole al progetto manifestato da ADAP-Federalberghi e suscita, tra l’altro, perplessità il fatto che la stessa amministrazione Uliano non abbia manifestato tale intenzione già in occasione della riunione del comitato di gestione della buffer-zone in seno alla quale l’approvazione è giunta. Nonostante ciò, la politica locale anticipa la volontà di dissenso alle richieste di autorizzazione a procedere ed in sede di conferenza di servizi, preludio alla deroga al piano regolatore necessaria per attuare il progetto, l’intento è quello di alzare barricate. Una forte chiusura che rischia quanto meno di rallentare la concretizzazione del progetto, e forse sintomatica della necessità di contemperare adeguatamente da un lato l’urgenza di preservare un sito archeologico dall’ampiezza superiore agli 80 ettari, in grado di attirare annualmente più di 3 milioni di visitatori con una media di 7400 unità al giorno e, dall’altro, l’esigenza di valorizzare e tutelare al contempo le risorse rappresentate dalle attività del terzo settore che la città di Pompei è già in grado di garantire.

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