di David Lebro
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Sante Marsili |
La sua è una storia fatta di tanti successi, ma anche di enormi sacrifici. Una storia in cui passione, talento e sport sono intrecciati in modo indissolubile. E’ la storia, per tanti sconosciuta, di un vero e proprio spirito ribelle, noto cittadino partenopeo che ha dedicato e continua a dedicare, ogni giorno, la sua vita a quello che più ha prediletto al mondo: la disciplina della pallanuoto. Stiamo parlando del noto talento olimpionico e già vincitore di una medaglia d’argento alle Olimpiadi di Montreal del 1976, Sante Marsili.
In particolare, Sante nasce a Napoli il 3 ottobre del 1950. Ultimo di 3 fratelli pallanuotisti, ha cominciato a muovere i primi passi nel mondo dello sport come calciatore nelle giovanili del Napoli. Dopo un brutto infortunio al ginocchio, gli viene consigliato il nuoto per la riabilitazione. Si iscrive così alla Rari Nantes e rivela ben presto un grande talento in acqua, esordendo, a soli 14 anni e mezzo, in serie A. Un vero e proprio record. Centrovasca di grande intelligenza e senso tattico, nonché dotato di buon tiro e notevole grinta, viene chiamato immediatamente in Nazionale dove debutta nel 1971 e gioca titolare per 10 anni, disputando ben 3 Olimpiadi.
Bronzo ai mondiali di Calì del ’75 e agli Europei svedesi di Jonkoeping del ’77, è il trascinatore del Settebello all’oro mondiale nel ’78 a Berlino Ovest. Con la Nazionale chiude ufficialmente nel 1983, a quota 174 presenze, nonostante un contratto che gli avrebbe consentito la partecipazione a “Los Angeles 84”, quella che sarebbe potuta essere la sua quarta Olimpiade consecutiva. Ma Marsili rinuncia a quel contratto, dopo il coinvolgimento di suo figlio Elios in un grave incidente in gita scolastica, al quale sopravvive quasi per miracolo. Abbandonata l’attività agonistica, passa in panchina, allenando il settore giovanile della Canottieri, il Posillipo e la Rari Nantes. A partire dal 1997 dirige la scuola di nuoto della stessa Rari Nantes e, attualmente, oltre a godersi finalmente la famiglia e i nipotini, allena un gruppo di ragazze nella piscina di Poggioreale (sempre gestita dalla Rari Nantes). Ma Marsili, oltre ad essere stato un vero campione nello sport, lo è prima di tutto nella vita, perché ha aiutato e continua ad aiutare ogni giorno, senza risparmiarsi mai, i giovani più sfortunati che vogliono avvicinarsi al mondo agonistico, spronandoli e motivandoli, con spirito di sacrificio, a superare sempre i propri limiti.
Alla luce dei meriti sportivi appena descritti, dell'alto livello di professionalità raggiunto e per l’esempio che potrebbe rappresentare per tutti i giovani che si affacciano al mondo dello sport, sarebbe opportuno che il Comune di Napoli valutasse seriamente l'opportunità di concedere a Sante Marsili un'onorificenza della città di Napoli, quale manifestazione di affetto e gratitudine dei suoi concittadini, per aver portato sempre alto il nome di Napoli in Italia e nel mondo. Un piccolo gesto, dal forte valore simbolico, per un grande uomo che ha scaldato per tanti anni i cuori di migliaia di tifosi.
In particolare, Sante nasce a Napoli il 3 ottobre del 1950. Ultimo di 3 fratelli pallanuotisti, ha cominciato a muovere i primi passi nel mondo dello sport come calciatore nelle giovanili del Napoli. Dopo un brutto infortunio al ginocchio, gli viene consigliato il nuoto per la riabilitazione. Si iscrive così alla Rari Nantes e rivela ben presto un grande talento in acqua, esordendo, a soli 14 anni e mezzo, in serie A. Un vero e proprio record. Centrovasca di grande intelligenza e senso tattico, nonché dotato di buon tiro e notevole grinta, viene chiamato immediatamente in Nazionale dove debutta nel 1971 e gioca titolare per 10 anni, disputando ben 3 Olimpiadi.
Bronzo ai mondiali di Calì del ’75 e agli Europei svedesi di Jonkoeping del ’77, è il trascinatore del Settebello all’oro mondiale nel ’78 a Berlino Ovest. Con la Nazionale chiude ufficialmente nel 1983, a quota 174 presenze, nonostante un contratto che gli avrebbe consentito la partecipazione a “Los Angeles 84”, quella che sarebbe potuta essere la sua quarta Olimpiade consecutiva. Ma Marsili rinuncia a quel contratto, dopo il coinvolgimento di suo figlio Elios in un grave incidente in gita scolastica, al quale sopravvive quasi per miracolo. Abbandonata l’attività agonistica, passa in panchina, allenando il settore giovanile della Canottieri, il Posillipo e la Rari Nantes. A partire dal 1997 dirige la scuola di nuoto della stessa Rari Nantes e, attualmente, oltre a godersi finalmente la famiglia e i nipotini, allena un gruppo di ragazze nella piscina di Poggioreale (sempre gestita dalla Rari Nantes). Ma Marsili, oltre ad essere stato un vero campione nello sport, lo è prima di tutto nella vita, perché ha aiutato e continua ad aiutare ogni giorno, senza risparmiarsi mai, i giovani più sfortunati che vogliono avvicinarsi al mondo agonistico, spronandoli e motivandoli, con spirito di sacrificio, a superare sempre i propri limiti.
Alla luce dei meriti sportivi appena descritti, dell'alto livello di professionalità raggiunto e per l’esempio che potrebbe rappresentare per tutti i giovani che si affacciano al mondo dello sport, sarebbe opportuno che il Comune di Napoli valutasse seriamente l'opportunità di concedere a Sante Marsili un'onorificenza della città di Napoli, quale manifestazione di affetto e gratitudine dei suoi concittadini, per aver portato sempre alto il nome di Napoli in Italia e nel mondo. Un piccolo gesto, dal forte valore simbolico, per un grande uomo che ha scaldato per tanti anni i cuori di migliaia di tifosi.
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