lunedì 25 gennaio 2016

Quarto, tra la politica e la dignità delle persone

di Gian Marco Sbordone

Quarto è un paesone della Provincia di Napoli che conta circa 40.000 abitanti. E’ cresciuto a dismisura a partire dagli anni ’80 allorquando fu avviata una massiccia urbanizzazione con la realizzazione, spesso disordinata e disarmonica, di un numero incredibile di costruzioni.

E’ un Comune sciolto più volte per infiltrazioni malavitose nei suoi apparati politici-amministrativi e la gestione dell’edilizia, nel contesto investigativo su tali infiltrazioni, è stato sempre il settore più rilevante.

Tuttavia solo oggi, nel 2016, per la prima volta il Comune è agli onori della cronaca nazionale, sempre a seguito di elementi da cui si può desumere un tentativo di condizionamento del voto e quindi degli organi elettivi.

Il Sindaco dimissionario di Quarto Rosa Capuozzo
I fatti sono noti. Un Consigliere Comunale, Giovanni De Robbio, sembra sia stato eletto, alle ultime consultazioni, grazie all’appoggio di un noto clan camorristico. Lo stesso consigliere, del Movimento 5 Stelle, avrebbe poi esercitato pressioni addirittura ricattando il Sindaco, Rosa Capuozzo, espressione del suo medesimo partito, affinché affidasse lavori edilizi ad imprese vicine al clan. Il Sindaco non ha ceduto, ma non ha denunciato i fatti e per questo motivo è stata sfiduciata dai vertici 5 Stelle che, a fronte del suo rifiuto di dimettersi, l’hanno addirittura espulsa.

Il Sindaco Capuozzo, in relazione proprio a tale pressione mediatica, ma anche all’atteggiamento dei vertici del suo partito che, in più circostanze, hanno smentito di essere a conoscenza dei tentativi di ricatto, alla fine ha deciso di rassegnare le proprie dimissioni.

Gli altri partiti, e segnatamente il Pd, hanno avviato sull’argomento una campagna mediatica fortissima per evidenziare, in sostanza, quanto la questione tra politica e malaffare sia una problematica a cui il Movimento 5 Stelle non è affatto estraneo.

Alcune osservazioni, da questa strana e triste vicenda si impongono.

La prima: in questo Paese sembra che la selezione della classe politica costituisca un problema ormai molto serio. Siamo sicuri che continuare ad affidarsi alla rete, ai media e, come risulta fare il Movimento 5 Stelle ad una sorta di Direttorio, sia la soluzione migliore?

Ricordiamo che la politica è arte assai difficile, è l’arte di mediare e di scegliere tra interessi diversi e talvolta contrapposti. Da queste scelte dipende il soddisfacimento non solo dei nostri interessi ma, più in generale, la crescita della società. Con ciò non si vuole semplicemente sostenere che la candidatura della Capuozzo o di De Robbio siano state sbagliate, ma piuttosto porre una questione di fondo: la nostra aspirazione, quella di noi cittadini, non dovrebbe essere quella di essere amministrati da coloro che piacciono di più, ma semplicemente dai migliori.

Sul caso specifico, venendo alla seconda osservazione, appare veramente inverosimile addebitare particolari responsabilità alla Capuozzo in questa vicenda, nemmeno quella di non aver denunciato i ricatti. Non solo perché nulla esclude che l’avrebbe fatto in seguito, ma anche perché la stessa, che pare non sapesse delle indagini della Procura su De Robbio, magari temeva che un’eventuale denuncia l’avrebbe esposta al rischio di una controdenuncia ipotizzante la calunnia.
Il logo del Movimento 5 Stelle
Un’ultima osservazione riguardo l’uso dei media. E’ avvilente l’impegno che ci hanno messo tutti, da un lato quelli del PD, dall’altro quelli del Movimento 5 Stelle, per scatenare una vera e propria guerra mediatica su organi di informazione incredibilmente compiacenti. Una guerra in cui la giustizia, la presunzione di innocenza e altri principi giuridici e di civiltà sono stati completamente ignorati. Ed ignorata è stata anche la dignità della persona, in primo luogo proprio quella della Capuozzo. Non sarà stata il Sindaco “migliore”, ma è una persona, con la sua sensibilità, i suoi affetti e, fino a prova contraria, perbene.

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