venerdì 26 febbraio 2016

La leggerezza e l’ironia di un Pulcinella: Troisi e la sua arte

di Antonio Ianuale

La targa delle scale intitolate a Massimo Troisi
A Napoli, nel cuore del quartiere Chiaia, lo scorso 18 gennaio sono state inaugurate le scale Massimo Troisi, proprio dove è stata girata la famosa scena con Lello Arena del film “Scusate il Ritardo”. Un regalo di compleanno anticipato per Troisi, nato il 19 febbraio del 1953 in quel di San Giorgio a Cremano, scomparso troppo presto, all’età di 41 anni, a Roma il 4 giugno 1994. Una vita divisa tra teatro, televisione e cinema, in cui il noto artista partenopeo ha raccontato a suo modo le problematiche di una generazione, con un suo stile personale e un registro linguistico in cui adoperava insieme il napoletano e l’italiano.

Critici e studiosi parlano di afasia, in riguardo alla lingua di Troisi, per descrivere quel linguaggio esitante, sminuzzato, che tradisce una difficoltà espressiva e comunicativa. Gli esordi a teatro vedono un Troisi giovanissimo cimentarsi nella scrittura di atti unici da portare sul palcoscenico. Questi anni saranno decisivi per la sua formazione e per il suo approdo alla televisione: comincia a lavorare con Lello Arena ed Enzo De Caro formando il trio comico che approderà sul piccolo schermo con il nome di La Smorfia. Partendo da situazione del contesto napoletano, l’ironia dissacrante del trio toccava diversi ambiti: dalla religione, alle problematiche sociali, alla guerra. Sketch come L’Annunciazione, Natività, Dio, sono pietre miliari della comicità napoletana.

Fotogramma da "Scusate il ritardo"
Negli anni Ottanta, dal teatro passa al cinema, esordendo con la pellicola “Ricomincio da Tre”. Troisi è Gaetano, un giovane napoletano che emigra a Firenze, stanco della sua vita a Napoli. Celebre la scena in cui Gaetano finge di incontrare per caso Marta, e quella sul nome da dare al loro bambino. Il film fa guadagnare a Troisi fama in tutta la penisola, ma il successo è definitivo con il film “Scusate il Ritardo”. Il personaggio di Vincenzo riprende quello di Gaetano, ma stavolta sarà l’amore per la bella Anna a stravolgere la monotonia della vita a Napoli. Al centro vi sono i rapporti umani, la difficoltà di comunicare, la paura di amare: riflessioni sulla condizione umana, allievate dagli sketch con Lello Arena. Memorabile la scena del dialogo sotto la pioggia dove Vincenzo cerca, a modo suo, di aiutare l’amico Arena, distrutto dalla fine della sua relazione.

Alcune famose interpretazioni di Massimo Troisi
Dopo “Scusate il Ritardo”, Troisi inizia una serie di collaborazioni con attori e registi: la regista Cinzia CH Torrini gli affida un piccolo ruolo nel film “Hotel Colonial” con protagonista Robert Duvall, dall’incontro con Roberto Benigni nasce il film “Non ci resta che piangere”, mentre il regista romano di adozione, Ettore Scola lo dirige in tre film: “Splendor” e “Che ora è?” in cui recita con Marcello Mastroianni e “Il viaggio di Capitan Fracassa” con Ornella Muti e Ciccio Ingrassia.

Ritorna alla regia con “Pensavo fosse amore invece era un calesse”, suo ultimo film da regista, con Francesca Neri, dove Troisi analizza ancora il rapporto d’amore tra due giovani. Promessi sposi, i due concorderanno nel non sposarsi, perché un uomo e una donna non sono fatti per stare insieme. Nella scena finale, davanti alla donna in abito nunziale, Troisi ribadisce la sua tesi: “Io credo che, in particolare, un uomo e una donna siano le persone meno adatte a sposarsi tra di loro. Troppo diversi, capisci?”.

L’ultimo lavoro è quello che lo consacra a livello internazionale: “Il Postino” con la regia dell’americano Michael Radford. Tratto dal libro di Antonio Skarmeta “Il Postino di Neruda”, ne riprede la trama, ambientando la vicenda a Procida. Il poeta cileno è interpretato dall’attore francese Philippe Noiret, mentre Troisi è Mario Ruoppolo, il pescatore che viene incaricato di portare la posta al poeta. Neruda prende subito in simpatia Mario, gli fa conoscere la poesia, lo spinge all’impegno politico, lo aiuta a conquistare la bella Beatrice interpretata da Maria Grazia Cucinotta. Il ritorno in patria del poeta, sarà un duro colpo per Mario che per anni aspetterà il ritorno dell’amico. Quando Neruda tornerà, troverà solo il figlio, Pablo, mentre Mario è deceduto durante una manifestazione di piazza a Napoli. “Il Postino” segna il successo internazionale di Troisi, con i giornali europei e americani che ne esaltano il talento e la grandezza. La morte lo coglie poco dopo la conclusione delle riprese del film. A testimonianza del successo arriva anche la candidatura all’Oscar come migliore attore. Dopo il Postino, Troisi ottiene il riconoscimento della sua arte in tutto il mondo, con studi critici ed accademici che ne riconoscono l’assoluta grandezza. Un impegno che ancora oggi tiene viva la memoria del grande artista di San Giorgio A Cremano.

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