di Antonio Lepre
![]() |
Abdullah Ocalan |
Un Kurdo-Napoletano, parodiando il titolo di un’opera teatrale di Eduardo Scarpetta, è quanto avvenuto il 15 febbraio scorso a Napoli, giorno in cui il sindaco del capoluogo campano Luigi de Magistris ha conferito la cittadinanza onoraria al leader kurdo Ocalan.
Abdullah Ocalan è il capo del PKK, ossia il partito dei lavoratori del Kurdistan, detenuto da ben sedici anni nelle prigioni turche. Egli è anche la guida politica e spirituale dell’intero popolo kurdo ed, infatti, si è sempre battuto per i diritti umani e contro la repressione del suo popolo, portata avanti da anni dal governo centrale turco. E’ bene ricordare, però, che il Kurdistan non è uno stato riconosciuto dall’Onu, ma una nazione che ha luogo su un vasto altopiano in Medioriente, sito tra quattro stati: Turchia, Siria, Iraq e Iran. Sono anni ormai che il popolo kurdo chiede l’indipendenza da questi quattro Stati e, già dalla caduta del muro di Berlino, rivendica la propria autonomia.
Sul finire degli anni Novanta il nome del leader kurdo saltò sulle pagine delle cronache italiane quando, accompagnato dal deputato di Rifondazione comunista Ramon Mantovani, si consegnò alla polizia italiana con la speranza di ottenere asilo politico. Ma non aveva fatto bene i conti. Il governo italiano guidato da Massimo D’Alema, infatti, non poteva estradarlo in Turchia, dove vigeva ancora la pena di morte e, al contempo, non poteva concedergli asilo: prerogativa della magistratura, che però si mosse tardi. Così, dopo 65 giorni, il 16 gennaio 1999, Ocalan ripartì per il Kenya, e lì venne scovato e catturato dai servizi segreti turchi.
Abdullah Ocalan è il capo del PKK, ossia il partito dei lavoratori del Kurdistan, detenuto da ben sedici anni nelle prigioni turche. Egli è anche la guida politica e spirituale dell’intero popolo kurdo ed, infatti, si è sempre battuto per i diritti umani e contro la repressione del suo popolo, portata avanti da anni dal governo centrale turco. E’ bene ricordare, però, che il Kurdistan non è uno stato riconosciuto dall’Onu, ma una nazione che ha luogo su un vasto altopiano in Medioriente, sito tra quattro stati: Turchia, Siria, Iraq e Iran. Sono anni ormai che il popolo kurdo chiede l’indipendenza da questi quattro Stati e, già dalla caduta del muro di Berlino, rivendica la propria autonomia.
Sul finire degli anni Novanta il nome del leader kurdo saltò sulle pagine delle cronache italiane quando, accompagnato dal deputato di Rifondazione comunista Ramon Mantovani, si consegnò alla polizia italiana con la speranza di ottenere asilo politico. Ma non aveva fatto bene i conti. Il governo italiano guidato da Massimo D’Alema, infatti, non poteva estradarlo in Turchia, dove vigeva ancora la pena di morte e, al contempo, non poteva concedergli asilo: prerogativa della magistratura, che però si mosse tardi. Così, dopo 65 giorni, il 16 gennaio 1999, Ocalan ripartì per il Kenya, e lì venne scovato e catturato dai servizi segreti turchi.
![]() |
La distribuzione del territorio Kurdo |
A 16 anni dalla sua cattura dunque, Napoli, ha deciso di conferire al leader kurdo la cittadinanza onoraria. Presente alla manifestazione anche la nipote Dilek Ocalan, eletta al parlamento di Ankara come membro dell’HDP. Come ha chiarito lo stesso de Magistris a “Il Mattino”, si è trattata di “un'iniziativa che non vuole essere contro, ma per: per costruire un ponte di pace e di dialogo, per dare voce ad un popolo oppresso che chiede diritti e libertà. Napoli, città della tolleranza, del dialogo e della convivenza tra popoli e religioni, non vuole essere complice del genocidio che sta avvenendo nel Mediterraneo ma vuole favorire ogni passo che proceda nella direzione della tolleranza e della pacificazione”.
Per le strade di Napoli, inoltre, la sera stessa del 15 febbraio si è svolta una festa promossa dalla Rete Kurda Napoli, alla quale hanno partecipato tanti intellettuali e artisti napoletani.
La notizia però non ha avuto solo proseliti, infatti, il leader dell’opposizione Gianni Lettieri ha subito commentato: “Con tutti i guai che vive Napoli ogni giorno, de Magistris trova il tempo di partorire una delibera di giunta per dare la cittadinanza onoraria ad Abdullah Ocalan, ma a voi sembra normale? Non ho parole”.
Per le strade di Napoli, inoltre, la sera stessa del 15 febbraio si è svolta una festa promossa dalla Rete Kurda Napoli, alla quale hanno partecipato tanti intellettuali e artisti napoletani.
La notizia però non ha avuto solo proseliti, infatti, il leader dell’opposizione Gianni Lettieri ha subito commentato: “Con tutti i guai che vive Napoli ogni giorno, de Magistris trova il tempo di partorire una delibera di giunta per dare la cittadinanza onoraria ad Abdullah Ocalan, ma a voi sembra normale? Non ho parole”.
Nessun commento:
Posta un commento