venerdì 26 febbraio 2016

Ora o mai più. Verso la rinascita del Rione Terra di Pozzuoli

di Marcello de Angelis


“Ora o mai più. O cambiamo oggi o non ce la faremo più”. Le parole del Governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, sono state chiare e non lasciano spazio a dubbi. Si tratta di parole pronunciate durante la conferenza stampa tenuta qualche settimana fa, nella sala consiliare di Palazzo Migliaresi in quel di Pozzuoli, dopo la visita ai cantieri che stanno lavorando alla rinascita del cosiddetto “Rione Terra”, alla presenza del Sindaco Vincenzo Figliolia e della Soprintendente all’Archeologia Adele Campanelli.

De Luca ha di fatto indicato la nuova direzione imposta alla Regione Campania da quando ne ha assunto la Presidenza: un piano di interventi che dovrà premiare grandi progetti che sviluppino i territori e non piccoli interventi che hanno solo una impronta clientelare. Progetti da attuare nell’immediatezza, che aiutino a far decollare l’economia turistica, facendone la base su cui fondare una rinnovata gestione delle risorse regionali.
Il Rione Terra - La Rocca
L’intenzione è quella di ripartire proprio dall’area puteolana, una terra che fa da congiunzione tra Bagnoli ed il litorale Domitio, e proprio dal Rione Terra, un incredibile patrimonio naturale ed artistico che a tutti gli effetti è considerato il cuore di Pozzuoli. Qui nacque la città arroccata su di uno sperone di roccia proteso nel Golfo di Napoli tra Nisida e Baia che permetteva di controllare bene gli arrivi dei nemici provenienti sia dal mare sia dalla terra, la cosiddetta “Rocca”.

Circondata dal mare per tre lati e quindi difficilmente accessibile, è stata la vera protagonista di tutte le evoluzioni storiche del luogo, dai primi anni della colonizzazione greca all’insediamento della colonia romana di Puteoli nel 194 a.C., epoche in cui la città conobbe il suo periodo di maggior splendore anche grazie al fatto che, prima della nascita di Ostia, Pozzuoli è stata per secoli il maggior porto di Roma, cosa che giovò molto alla città. Poi, con la creazione della darsena ostiense prima, ed il decadimento dell'Impero Romano poi, cadde velocemente in declino, fino a che la vasta città, che si estendeva fino a comprendere la moderna Bacoli, si ridusse essenzialmente alla piccola Rocca. Negli edifici romani si continuò ad abitare per tutto il Medioevo, quando al promontorio venne dato il nome di "Terra" per indicare il villaggio situato in un luogo opposto al mare.

Da quel momento, quell’angolo di città iniziò a “stratificarsi”, in quanto le culture succedute nel tempo costruirono le loro botteghe ed abitazioni su quelle che un tempo erano le mura romane nascondendole completamente. L'esempio più lampante di questo fenomeno è senza dubbio il Duomo di San Procolo, che fu edificato proprio sulle mura del tempio di Augusto: costruito all'epoca della dominazione spagnola, ingloba il tempio di età romana, che a sua volta inglobava un tempio di era repubblicana.

L’esplosione della industrializzazione che investì Pozzuoli intorno al 1900 col conseguente e progressivo trasferirsi a valle delle attività economiche, relegò il Rione Terra a quartiere periferico, anche a causa del nascente fenomeno del bradisismo. Nel 1970 la Rocca venne completamente evacuata per poi essere colpita dal disastroso terremoto dell’Irpinia del 1980 e da quel momento divenne un vero e proprio quartiere fantasma. Solo durante i primi lavori di ripristino degli anni ‘90, la Storia romana è riaffiorata facendo di colpo scoprire quanto era nascosto.

Tempio di Augusto
Ed oggi, dopo gli scavi archeologici e i lavori di restauro, realizzati grazie al fondamentale finanziamento regionale, è stato restituito alla città l’antico Tempio di Augusto, un patrimonio archeologico quasi perfettamente conservato. Si tratta di un vero e proprio museo di tutta la storia puteolana, dal 500 a.C. distribuito su una superficie di quasi quattromila metri quadrati. È stato addirittura possibile localizzarne le due arterie principali in cui si divideva l’antica acropoli romana: il decumano di via Duomo, al di sotto della strada moderna, ed un altro decumano sul lato posteriore del tempio di Augusto.

E per rendere omaggio a cotanta scoperta, è stato aperto dagli ultimi mesi del 2015 un interessante percorso archeologico sotterraneo tra edifici, magazzini e tabernae di cui però già alla fine di marzo ne è prevista la chiusura. Ma l’Amministrazione comunale, in collaborazione col Governatore De Luca, è intenzionata a tenerlo aperto mettendolo alla base di un vero piano di rivalorizzazione storica e turistica dell’intera zona puteolana. D’accordo anche la Soprintendente Campanelli, secondo cui l’obiettivo è quello di rendere la Rocca “un motore economico, con l’uso sensato della risorsa antica, facendo tesoro di ciò che è emerso dagli scavi”.
Percorsi sotterranei
Il Presidente De Luca ha sottolineato la necessità di accelerare i lavori e chiudere i molti cantieri ancora aperti. Pozzuoli viene oggi considerata uno dei punti principali per lo sviluppo dell’intera Regione Campania con l’idea di un innovativo programma di rivalutazione e il sogno di trasformarne il porto in uno scalo crocieristico, facendo diventare, in un’ottica più ampia, i Campi Flegrei uno dei punti decisivi per il rilancio della macchina turistica della Campania. È quindi necessario concentrare i fondi europei in maniera tale da creare una potente spinta che possa far ripartire l’ingranaggio dello sviluppo economico, da troppo tempo fermo. E non bisogna perdere questa possibilità, considerando anche il fatto che ben presto non si avrà più l’accesso alle risorse economiche comunitarie in quanto, da qui a cinque anni, l'Italia uscirà dall'ambito delle nazioni che necessitano di un sostegno europeo.

Per Pozzuoli è previsto un maxi investimento anche per le opere di mobilità, partendo dal miglioramento di quella su rotaia: ci si riferisce alla Circumflegrea e alla Cumana, quest’ultima famosa per i suoi treni incredibilmente vetusti, ritardatari e per niente sicuri, che pochi giorni fa ha regalato ai passeggeri, oltre al recente incendio di un vagone, addirittura il deragliamento di un treno finito fortunatamente senza vittime. “Ora o mai più!” Questa è la parola d’ordine. E la rinascita del Rione Terra non è che l’inizio.

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