mercoledì 30 marzo 2016

Il “nuovo corso” della Reggia di Carditello

di Maria Di Mare

Mirella Stampa Barracco
Il 25 febbraio 2016 l’ufficio stampa del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo ha reso nota la nascita della Fondazione Real Sito di Carditello, e ha comunicato la nomina di Mirella Stampa Barracco come Presidente della fondazione.

La storia della Reggia di Carditello ha inizio molti secoli fa, era, infatti, il 1787 quando Fabrizio Collecini, aiutante di Luigi Vanvitelli, iniziò i lavori di costruzione della Palazzina Reale di Carditello su ordine dei Borbone, intenzionati ad utilizzare la proprietà, che comprendeva oltre 2.000 ettari di terreno, come tenuta di caccia e di allevamento per i cavalli.

Nel 1920 la prima nota dolente: divenne proprietà dell’Opera Nazionale Combattenti che lottizzò il terreno e lo vendette. Durante la seconda guerra mondiale fu utilizzata come base militare dai militari tedeschi prima, e americani poi, e nel dopoguerra la proprietà passò al Consorzio Generale di Bonifica del bacino inferiore del Volturno che, non avendo fondi sufficienti perché indebitato, lasciò la Reggia al degrado e all’incuria, rendendola una preda appetibile per i ladri. Iniziò infatti un’epoca di saccheggi scellerati durante la quale furono trafugati persino i marmi della scalinata. Giungendo nei pressi della Reggia non c’era più alcun fasto da ammirare, nessuna distesa di cardi rigogliosa, ma piuttosto distese maleodoranti di una discarica a cielo aperto.
La lenta rinascita della Reggia di Carditello è iniziata quando alcune associazioni, riconosciutesi sotto il nome di Agenda 21, hanno iniziato a reclamare il recupero e la valorizzazione del sito. Una figura di spicco nella storia è quella di Tommaso Cestrone, l’uomo che ha prestato volontariamente servizio come guardiano della Reggia dal 2011 al 2013, prevenendo che la tenuta fosse ulteriormente oggetto di saccheggi e deturpazioni. Cestrone muore nel 2013, la notte di Natale, colpito da un infarto mentre svolgeva il suo servizio di custode. All’inizio del 2011 il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere mette in vendita all’asta il sito ma, alla fine del 2013 si contavano 11 aste deserte per la vendita della proprietà. Nel gennaio 2014 il Ministro Bray firma un accordo con la Società Gestione, attività per la cessione della Reggia al Mibact.

La Reggia di Carditello
Arriviamo così ai giorni nostri: l’agosto dell’anno scorso viene siglato l’accordo per la nascita della Fondazione di Partecipazione, seguita il 20 dicembre da un’apertura straordinaria del sito. Attualmente la gestione del ripristino, della ristrutturazione della Reggia è affidata alla Fondazione Real Sito di Carditello presieduta da Mirella Baracco. Nella storia personale della Barracco leggiamo una partecipazione attiva nel recupero e nella promozione e valorizzazione del patrimonio culturale di Napoli e del Mezzogiorno, attraverso la fondazione, creata insieme a Maurizio Barracco nel 1984, Napoli Novantanove. La Fondazione ha promosso diverse attività che, nella loro diversità di forma, avevano un punto in comune: l’azione concreta nel tessuto sociale al fine di convogliare nei cittadini quale grande opportunità rappresenti il nostro patrimonio culturale.

La Barracco è impegnata quindi, da tempo, nella valorizzazione delle risorse culturali attraverso educazione alla conoscenza, salvaguardia del patrimonio storico-artistico e promozione di attività in campo turistico. Sulla base di questo non fa stupore quindi leggere tra le righe dello statuto della Fondazione Real Sito di Carditello che questa “opera per la promozione della conoscenza, della protezione, del recupero e della valorizzazione” non solo del sito, ma anche delle aree annesse. Quello che ci si aspetta, attraverso la costituzione di questa Fondazione, è di assistere alla rinascita della Reggia affinché questa possa essere l’emblema del riscatto come ha affermato anche il Sindaco di San Tammaro, Cimmino.

Il percorso di riqualifica messo in atto è appoggiato entusiasticamente sia dal ministro Franceschini, che la definisce “una grandissima opportunità per la Campania che può unire una vocazione storica importantissima a un progetto di rilancio internazionale”, sia dal Presidente della Regione Campania De Luca che assicura vicinanza e impegno nel progetto.

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