mercoledì 30 marzo 2016

Ischia: il Pio Monte della Misericordia tra degrado e necessità di valorizzazione

di Marcello De Angelis

Una facciata del complesso
Lo intravvedi camminando sul lungomare di Casamicciola, uno dei Comuni più caratteristici dell’Isola d’Ischia. Dapprima, in lontananza, sembra di scorgere una indistinta muraglia grigia. Poi, superata la parte luminosa e intrigante recentemente ristrutturata, lo trovi davanti in tutta la sua maestosità: è il complesso termale fondato dall’Ente morale “Pio Monte della Misericordia” nel lontano 1901 per prestare aiuto agli indigenti dell’Isola, sul principio originario delle “Sette opere di Misericordia Corporale”, il fondamento su cui si basava e si basa tutt’ora la sua opera benefica.

Due rampe corrose dal tempo (che si sa, con le persone e le cose, non è affatto cavaliere), salgono verso il corpo di un edificio ormai abbandonato a se stesso da più di mezzo secolo. Esse sono delineate da una balaustra parzialmente sbriciolata, sorretta da quelle che un tempo dovevano essere delle artistiche colonnine. Mette i brividi solo a passarci davanti. Le sue numerose finestre divelte nella imponente facciata diroccata sembrano varchi per una dimensione infernale, ma il suo interno presenta uno spettacolo forse ancor più desolante, tra soffitti crollati, rifiuti e graffiti sui muri.

Calcinacci caduti, mura pericolanti, rifiuti di ogni genere, siringhe e buche profonde somiglianti a pozzi scoperti. Il tutto facilmente accessibile attraverso un vialone utilizzato come parcheggio e, cosa più grave, anche da un parco giochi adiacente. Una struttura immensa che nel tempo è stata depredata di tutto: marmi, vasche, sculture, vasi, mattonelle e quant'altro l’avevano resa affascinante durante gli anni d'oro della sua attività e la Chiesa presente al suo interno è diventata il simbolo per antonomasia del saccheggio subito. Dell'altare si è salvata solo la statua della Madonna di fine 800 scolpita in un unico pezzo di marmo da Stanislao Lista. Uno sguardo più attento mette poi in luce il fatto che ultimamente l’edificio è diventato un rifugio per i senza fissa dimora che vivono in un luogo privo anche dei più elementari servizi igienici. E questo davanti agli occhi di tutti, dell’amministrazione casamicciolese in primis, che fa perdurare una situazione totalmente insostenibile invece di cercare, magari con la complicità delle istituzioni religiose, una soluzione più dignitosa per chi ci “vive” e per lo stesso storico fabbricato.
Il complesso nel suo massimo splendore
Tutto ciò rappresenta un aspetto del Pio Monte della Misericordia lontano mille miglia dai quadri, dalle sculture settecentesche, dai palazzi preziosi che ci vengono in mente al sol sentir pronunciare questo nome che da quattro secoli si dedica all’assistenza in forme dirette e indirette, la cui sede storica è sita in un prestigioso stabile di Via Tribunali a Napoli.

Eppure facendo un balzo indietro nel tempo, avremmo potuto assistere ad un ben altro spettacolo, quando tale complesso rappresentava il fiore all'occhiello architettonico di Casamicciola e il suo centro nevralgico culturale e sociale.

Era prima grande opera costruita dall’Ente, una struttura in grado di accogliere quattrocento bisognosi e ammalati che potevano godere del beneficio delle acque termali ritenute “miracolose” dal medico di corte, Julio Jasolino. E come posto migliore per far sorgere una tale costruzione fu scelto un terreno di fronte alle sorgenti del Gurgitello. Tali cure venivano poi completate con le arenazioni a Lacco Ameno e le saune nei sudatori, grotte naturali nei pressi delle fumarole. Agli inizi del 1800 tutto ciò contribuì a fare di Casamicciola una delle più importanti stazioni di cura termali d’Europa e servì da volano per la nascita di altri stabilimenti, alberghi e ville residenziali. Il terremoto del 28 luglio 1883 distrusse tutta Casamicciola ed anche il grande complesso ma i Governatori dell’Ente decisero di costruirne un altro “in più ferma sede” e così a pochi anni dal terribile sisma, fu inaugurato il nuovo maestoso immobile giù verso il litorale, in Corso Luigi Manzi, collegato alle fonti da un acquedotto imponente per circa 500 metri. Tale nuova costruzione ha conosciuto il suo periodo di massimo splendore fino al 1973, anno in cui fu chiuso per la crisi finanziaria dell’Ente Morale e l'ultimo custode è andato via negli anni Ottanta. In un primo momento l’Ente ha cercato un privato a cui affidare la struttura, ma a causa di cavilli legali, i privati che nel frattempo si sono fatti avanti non riescono a ristrutturare e a rivalorizzare l’immobile. Ma se i privati non sono riusciti a far risorgere il Pio Monte, ancor meno ce l’ha fatta l’Ente Comunale.
La struttura in stato di profondo degrado
Tanti i politici che si sono alternati nell’amministrazione della cittadina termale, ma nessuno è riuscito a sfruttare al meglio gli strumenti che pure ci sarebbero stati per il recupero di questo monumento ed oggi le cose sono ancora più complicate. Per uno dei maggiori esperti della questione, il giornalista Peppino Mazzella oggi la grande occasione è rappresentata da una non facile richiesta di finanziamento al ministero della Coesione territoriale per 100 milioni, nell'ambito dei Fondi europei 2014-2020. Ed è fondamentale l’interlocuzione tra l’amministrazione comunale e la rinnovata Regione Campania, impegnata nella valorizzazione e nel rilancio del patrimonio turistico ed artistico campano: sia delle aree costiere, che delle aree interne della Regione con interventi legislativi per il rilancio e la riorganizzazione turistica da sempre auspicata dal neo-governatore Vincenzo De Luca. Il recupero del complesso Pio Monte della Misericordia rappresenta un’eccezionale occasione di rilancio sia turistico che culturale non solo per Casamicciola e per l’isola d’Ischia, ma anche per il comparto turistico costiero campano tra mostre, eventi culturali e splendide sale espositive.

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