mercoledì 30 marzo 2016

UNESCO: la pizza napoletana patrimonio dell’Umanità

di Teresa Uomo

Napoli è in festa. Grandi festeggiamenti per la candidatura dell’arte dei pizzaioli napoletani come patrimonio dell’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite, per l’Educazione, la Scienza e la Cultura). Grazie alla campagna mondiale #PizzaUnesco, iniziata con una petizione online lanciata su Change.org dal presidente della Fondazione UniVerde Alfonso Pecoraro Scanio, è stato raggiunto un milione di firme per la candidatura.

Promossa da Coldiretti e da Associazione Pizzaioli Napoletani, la pizza napoletana è stata ufficialmente candidata come patrimonio dell’UNESCO. Si vuol battere l’agguerrita concorrenza straniera. Successivamente la campagna è diventata internazionale. Le firme sono arrivate dall’Asia, Giappone, Corea del Sud, Taiwan, Filippine e Cina, grazie al contributo del team di Salvatore Cuomo, ambasciatore e pioniere della pizza napoletana in estremo oriente. Forte il contributo anche della catena Rosso Pomodoro. Una mobilitazione lanciata da Pecoraro Scanio in occasione del PizzaVillage di Napoli e che ha coinvolto anche centinaia di personalità dello spettacolo e della cultura.
Il presidente della Fondazione UniVerde sostiene però che resta ancora l’ultimo scoglio da superare, quello più difficile, convincere i circa 200 Paesi membri dell’Unesco a votare per la pizza napoletana. Un obiettivo che Pecoraro Scanio non intende lasciarsi sfuggire. A Parigi, il 14 marzo, in occasione della manifestazione francese sulla pizza ‘Parizza’ è stato consegnato il primo milione di adesioni a sostegno della candidatura. Poi il via alla sede mondiale dell’Unesco a presentare proprio l’arte dei Pizzaiuoli napoletani e, alla presenza dell’ambasciatrice italiana presso l’Organizzazione, Vincenza Lomonaco, si inizieranno a sfornare e a distribuire pizze ai rappresentanti dei Paesi membri seguendo rigorosamente le tecniche di impasto e di cottura della tradizione partenopea. Insomma, conquistare i giurati prendendoli per la gola. «L’Arte dei Pizzaiuoli Napoletani» è stata scelta come simbolo del made in Italy nel mondo dopo il grande successo di Expo.

Si darà il via ad un lungo ed ampio negoziato internazionale che coinvolgerà oltre 160 Stati. In Italia il negoziato sarà condotto dal Prof. Pier Luigi Petrillo il quale dichiara che “il riconoscimento dell’Unesco ha un valore eccezionale per l’Italia, un Paese dove la cultura alimentare è più attecchita e la pizza rappresenta un simbolo dell’identità nazionale”. L’arte dei pizzaioli ha svolto una funzione di riscatto sociale, elemento identitario di un popolo, non solo quello napoletano in particolare, ma quello dell’Italia in generale.

Quella che si prospetta dunque è una vera e propria battaglia per riappropriarci di fronte al mondo intero di una delle nostre più antiche e apprezzate tradizioni.

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