venerdì 29 aprile 2016

Alla Casina Pompeiana la nuova sede dell’Archivio Storico della Canzone Napoletana

di Antonio Ianuale

«Il cervello dei napoletani è pieno soltanto di suoni. La musica costituisce la maggior parte delle arti liberali. Questo popolo canta da mattina a sera. Le sue Accademie sono i conservatori di musica dove ci si esprime cantando e tutti i suoi esperimenti sono esperimenti sull’armonia».

Il fortissimo legame tra Napoli e la sua musica è ben evidenziato da questo pensiero del letterato francese Ange Goudar, che nel suo “L’espion chinois” omaggiava il popolo napoletano e la sua musica. Una storia, quella della canzone napoletana, che adesso ha trovato una sede degna, aperta e disponibile a tutti coloro che vogliono avvicinarsi alla musica napoletana: la Casina Pompeiana all’interno della Villa Comunale. Un archivio multimediale, frutto della collaborazione tra Rai, Radio Rai, Comune di Napoli e Regione Campania, con oltre centomila brani, che ripercorrono la lunga e nobile storia della canzone napoletana. Molto soddisfatto il sindaco Luigi De Magistris che ha esaltato l’archivio e invitato la cittadinanza ad usufruirne: «È un museo di emozioni, invito tutti, napoletani e turisti, a fare un passaggio qui, tanto è vero che lo inseriremo nei percorsi turistici della città, perché sarà uno dei fiori all’occhiello della primavera napoletana». L’archivio contiene documenti, spartiti musicali, clip, registrazioni audio, video, testi, immagini e compilation, con un vasto repertorio per tutti gli amanti della musica napoletana: da Enrico Caruso a Sergio Bruni, passando per gli Almamegretta, Bennato, Murolo e tanti altri artisti che hanno portato la canzone napoletana nel mondo.

Gli utenti potranno ascoltare il materiale d’archivio tramite i cinque computer a disposizione, mentre nella sala più grande sarà allestita una consultazione collettiva, tramite playlist delle canzoni napoletane più famose. A disposizione non solo i successi più conosciuti, ma anche le canzoni più rare. Sono previsti, inoltre, percorsi guidati sui maggiori interpreti della canzone napoletana. Un tempio della musica che ripercorre una storia antica e secolare come quella della canzone napoletana. L’origine della canzone napoletana si può far risalire al mito greco della sirena Partenope che con il suo soave canto ammaliava i naviganti. Già nel Trecento, ci sono testimonianze della canzone napoletana: è il fiorentino Giovanni Boccaccio che durante il suo soggiorno a Napoli, ci informa che la sua Fiammetta era solita canticchiare qualche strofa. Nel Quattrocento, numerosi musicisti composero in lingua napoletana, frottole, farse e ballate, mentre nel Seicento si affermò la villanella, antesignana della musica classica napoletana. La musica partenopea si consacrò definitivamente nell’Ottocento, grazie anche all’opera di Gugliemo Cottrau, un parigino, studioso di musica, che fu condotto a Napoli ancora fanciullo. Le sue composizioni, raccolte in “Passatempi musicali”, furono pubblicate a Napoli tra il 1829 e il 1847, diventando subito molto popolari non solo a Napoli, ma anche nei maggiori centri culturali europei, come Parigi, Londra, Vienna e Madrid. Tra le sue canzoni più conosciute: La festa di Piedigrotta, Fenesta Vascia, Lamonacella, Serenata di Pulcinella, L’ amante scurnuso, La Ricciolella, La Carolina, L’aria de lo mare, la più famosa Michelemma! L’anno 1880 vede l’inizio del periodo d’oro della canzone napoletana, segnato dall’affermarsi della canzone “Funiculì, Funiculà”, dedicata alla Funicolare del Vesuvio.

Un grande contributo alla diffusione della canzone napoletana venne dato dai poeti, che scrissero canzoni entrate nella tradizione del popolo napoletano: da Libero Bovio, Roberto Bracco, a Salvatore Di Giacomo e Raffaele Viviani. Nella prima metà del novecento la canzone napoletana si modernizza, distanziandosi dalle melodie ottocentesche, ma è nel dopoguerra che autori come Aurelio Fierro, Renato Carosone e Sergio Bruni, consacrano la canzone napoletana a livello internazionale, facendo confluire sulle melodie napoletane le tonalità da jazz di stampo americano. Una storia che arriva fino a giorni nostri, con il compianto Pino Daniele autore di riferimento. Tra i brani più noti: Chella là, Era de Maggio, Funiculì Funiculà. Lazzarella, Malafemmena, O’ Sarracino, I te vurria vasà e tante altre.

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