venerdì 29 aprile 2016

“Museo Totò”: tra cultura ed identità

di Antonio Cimminiello

Napoli, come è noto, vive di simboli. Ed oggi tra le “cartoline” nel mondo della città partenopea, oltre al Vesuvio ed alla pizza c’è sempre spazio per il “Principe della risata” per eccellenza: Totò. La città che ha dato i natali ad Antonio De Curtis non è certo priva di testimonianze che rendono vivo il suo ricordo: dalla lapide commemorativa in Via Santa Maria Antesaecula (dove nacque Totò) fino alla dedica di opere architettoniche come la “fontana delle paparelle” in Piazza Cavour. Ma da tempo si avverte la necessità di dedicare uno spazio dove ammirare direttamente gli oggetti di ogni tipo che hanno accompagnato la carriera e la vita del comico napoletano, e cioè creare un vero e proprio Museo.

L’intenzione è molto risalente nel tempo, e per venti lunghi anni ha rischiato non solo di rimanere lettera morta, ma di rappresentare un’ennesima dimostrazione dell’inefficienza della burocrazia nel creare luoghi di aggregazione, e soprattutto quelli dove si manifesta principalmente l’identità “made in Naples”. Le ultime notizie, invece, sembrano essere più che confortanti: è in dirittura d’arrivo la conclusione dell’iter procedimentale, grazie all’imminente rilascio delle autorizzazioni indispensabili per il completamento dei lavori di adeguamento. Come anticipato, tale iter inizia tempo fa con l’acquisto, ad opera del Comune di Napoli e della Regione Campania, di una parte del “Palazzo dello Spagnolo” un caratteristico edificio costruito nel 1738 e dall’immenso ed ancora attuale valore sociale e culturale (già location, tra le altre cose, del musical “Passione” di John Turturro).

Negli anni sono stati compiuti lavori di ristrutturazione interna senza mai arrivare tuttavia ad un’apertura del Museo. Anzi, si è rischiato di sfociare nella solita vicenda “all’italiana” quando nel 2010 si svolse una strana inaugurazione, che vide aperto il Museo Totò privo di qualsivoglia cimelio e per poche ore. In verità la svolta si è manifestata in un certo senso nel Dicembre del 2014 con l’approvazione, a cura del Comune di Napoli, di una delibera con cui sono stati destinati ben più di 430.000 Euro per la realizzazione dei lavori finali (ascensore ed opere di adeguamento). E’ anche vero che la vicenda nel tempo ha catalizzato l’attenzione di tanti, il cui sforzo economico e non ha assunto un notevole rilievo, dalla Fondazione De Curtis -e dalla stessa Liliana De Curtis, figlia dell’indimenticato attore e principale promotrice del progetto - al Fondo Ambiente Italiano. Il peggio quindi sembra essere passato, ci sono ancora alcuni ostacoli da superare (come il parere definitivo dell’assemblea condominiale all’installazione dell’ascensore ed il via libera ai lavori indicati dalla Sovrintendenza, trattandosi come detto di edificio di valore culturale) ma trapela ottimismo in ordine ad una possibile e definitiva apertura entro il 2016. Sperando che l’invocata efficienza delle istituzioni locali possa dare veramente lustro al ricordo di “…comico impareggiabile per la sua mimica, uomo di nobili sentimenti, poeta insigne, fra quelli che l'Italia può contrapporre ai maggiori artisti del mondo”.

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