mercoledì 29 giugno 2016

Il compleanno della Federico II di Napoli tra storia ed innovazione

di Antonio Ianuale


Il 5 giugno non è stato un giorno come gli altri per Napoli e per tutto il mondo accademico. Quello stesso giorno nel 1224, l’imperatore del Sacro Romano Impero e Re di Sicilia, Federico II di Svevia, fondava l’Università Federico II. L’ateneo napoletano è la più antica università fondata attraverso un provvedimento di Stato, ed è ritenuta la prima università laica e statale del mondo. Per festeggiare la ricorrenza è ritornata la kermesse “Buon compleanno Federico II”, istituita già l’anno scorso, dove il mondo accademico ha incontrato la cittadinanza, offrendo una ricca serie di eventi: conferenze, mostre, incontri con personaggi della cultura napoletana ed italiana.

Un legame tra l’università e la cittadinanza che si è rafforzata negli anni con iniziative culturali che spaziano dalla storia al cinema, dalla scienza all'arte, dalla letteratura alla poesia contemporanea, rivolte soprattutto alle scuole per avvicinare gli studenti del futuro. La storia della Federico II è molto antica: sono passati 792 anni da quando l’imperatore Federico II, poeta, letterato e scienziato, emanò l’editto istitutivo dello “Studium Neapolitatum”, un luogo dove i sudditi potevano studiare sotto la supervisione dei familiari. Fu scelta la sede di Napoli in quanto ritenuta una città strategica dal punto di vista culturale, tanto che il capoluogo campano ben presto divenne il maggior polo giuridico di tutta Europa.

Federico II voleva principalmente formare una generazione di nuovi burocrati, giuristi ed amministratori, così, grande attenzione venne dato al diritto e agli studi giuridici. L’Università di Napoli si differenziava da tutti gli altri atenei di allora, Bologna su tutti, su un punto fondamentale: la Chiesa non aveva nessun potere riguardo il reclutamento dei docenti. Momenti oscuri con chiusure immediate, si alternavano a momenti di grande vivacità culturale in una città che poteva vantare di ospitate intellettuali come Petrarca e Boccaccio.

Dal Cinquecento l’Università si stabilizzò, almeno in parte, senza subire più chiusure e sospensioni, sebbene non vi era ancora una sede fissa e gli stipendi dei docenti erano tra i più bassi in Europa. Nel Seicento lo sviluppo delle scienze rese necessario un rinnovamento culturale dell’ateneo che si concretizzò con una riforma degli studi: il potenziamento delle materie scientifiche, l’introduzione di insegnamenti meno dottrinari, come la Storia ecclesiastica e il diritto della natura e delle genti, un adeguamento degli stipendi, il passaggio della facoltà di dottorato, dai Collegi all’Università. Queste innovazioni furono applicato solo nel Settecento con Carlo Borbone, che continuò sulla strada della modernità con l’istituzione della prima cattedra in Europa, di «meccanica e di commercio», cioè di economia politica, affidata nel 1754 a Antonio Genovesi.

La sede della Federico II a Corso Umberto
Alla fine del Settecento l’offerta didattica si allargò ulteriormente: la nuova Università si articolava nelle cinque facoltà di lettere e filosofia, matematica e fisica, medicina, giurisprudenza, teologia. Altre strutture come l’osservatorio astronomico, l’orto botanico, i musei di mineralogia e di zoologia erano collegate all’Università e diretti da docenti dell’ateneo. Nell’Ottocento l’ateneo federiciano aumentò il suo prestigio, potenziandosi nel settore scientifico, con la nascita della prima cattedra di genetica in Italia. Nel Novecento fu scelta la sede più conosciuta: quella sul Corso Umberto inaugurata il 16 dicembre 1908. Proprio quest’edificio fu incendiato dai tedeschi il 12 settembre del 1943. Nella seconda metà del Novecento l’ateneo fu caratterizzato da ristrutturazioni, restauri, progettazione e costruzione di nuove sedi.

Negli anni Settanta con dieci Facoltà, due Policlinici, circa 75.000 studenti, più della metà dei quali a Medicina, Giurisprudenza e Scienze, la Federico II si presentava come un ateneo all’avanguardia. Il 7 settembre 1987 assunse l’attuale denominazione Università degli Studi di Napoli Federico II. Per celebrare degnamente la ricorrenza è stata organizzata una settimana di festeggiamenti dal 4 al 10 giugno: i giorni 3,4,5 in occasione del Festival delle Radio Universitarie, le sedi dell’ateneo hanno accolto rappresentanti delle comunità studentesche di quasi tutti gli atenei d’Italia che hanno una radio. Il 4 giugno, l’Ateneo ha aperto i Musei delle Scienze Naturali e Fisiche e l’Orto Botanico alla cittadinanza. Il clou è stata la ricchissima giornata di chiusura: il 10 giugno sono stati premiati prima gli studenti più meritevoli dell’anno accademico in corso poi gli studenti più illustri, tra cui Renzo Arbore, laureatosi in Giurisprudenza, il talentuoso drammaturgo Enzo Moscato laureato in Filosofia, il procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli, la storica dell'arte Paola D'Agostino da circa un anno direttrice del Museo nazionale del Bargello di Firenze. Il momento musicale è stato offerto dal Coro Polifonico Universitario Federico II, prima di spostarsi in Piazza del Gesù per la chiusura della giornata: ospiti d’eccezione il maestro Peppe Barra che si è esibito in concerto con la sua band, l’attore Mariano Rigillo che ha declamato un monologo inedito dello scrittore Maurizio de Giovanni, il musicista Francesco di Bella, la cui performance ha chiuso i festeggiamenti. 



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