di Marcello de Angelis
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Vincenzo De Luca e Nino D'Angelo |
“Oggi ho incontrato De Luca, il Trianon tornerà ad essere teatro del popolo!”. Con questo post pubblicato pochi giorni fa da Nino D’Angelo sulla sua pagina facebook, il noto cantante-attore partenopeo ha voluto informare il suo pubblico e la città tutta che finalmente, sulla annosa questione della chiusura e dell’abbandono della storica sala teatrale di Piazza Calenda, qualcosa è cambiato. Ed infatti ha dato esito positivo l’incontro tenuto a metà giugno a Palazzo Santa Lucia tra D’Angelo e il Governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca.
L’argomento della conversazione era l’abbandono a se stesso del Trianon da parte delle istituzioni, in un periodo in cui il Teatro era oggetto di una gestione nefasta da parte dei suoi stessi amministratori e della Giunta Regionale che ha preceduto quella “Deluchiana”. Una Giunta che non ha saputo proteggere il suo patrimonio culturale lasciandolo andare alla deriva, in un oceano in tempesta di debiti difficilmente saldabili, che hanno portato inevitabilmente al fallimento e quindi alla chiusura della storica Sala dove si esibirono in passato i maggiori nomi dello spettacolo internazionale.
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Nino D'Angelo davanti al Teatro Trianon |
Quel sipario, ingiustamente chiuso, tornerà ad aprirsi il prossimo autunno e la luce dei riflettori illuminerà di nuovo la scena di uno dei palcoscenici più antichi della città. Ma prima di questo storico evento sarà necessario effettuare dei lavori di adeguamento degli impianti di sicurezza e di manutenzione ordinaria e straordinaria, in vista di un grande impegno pluriennale. Nel corso dell’incontro si è anche discusso delle criticità pregresse che affliggono il Teatro e soprattutto della situazione debitoria che, dal 2008, continua a gravare su di esso. Il notevole investimento già deliberato dalla Regione, così come ribadito dal Presidente del Consiglio di Amministrazione Gianni Pinto, dovrebbe essere corroborato dalla partecipazione dell’altro socio di minoranza alla gestione del Teatro, ovvero la Città Metropolitana che detiene il 20% delle quote azionarie.
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L'interno del Teatro |
Tecnicismi economici a parte, quello che è fondamentale sottolineare è il punto di svolta impresso, finalmente, in una storia infinita che stava ormai perdendosi in un insopportabile “scaricabarile” di responsabilità. L’arte e la cultura torneranno protagoniste in un luogo come Forcella, crocevia di strade così complesse e bisognose di una speranza.
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