di Gian Marco Sbordone
Le iniziative svoltesi a Napoli, negli ultimi giorni, per celebrare "Dolce&Gabbana", al netto delle contestazioni e delle polemiche, devono essere considerate a giusta ragione come un evento straordinario.
Le polemiche hanno riguardato "l'invasività" delle manifestazioni, ed in particolare della sfilata a San Gregorio Armeno (il programma ha previsto anche una serata-gioielli a Villa Pignatelli e altri eventi al Borgo Marinari e a Posillipo), che ha messo a dura prova la tenuta del sistema della circolazione in tutta l'area del centro storico, con delle ripercussioni e delle sofferenze innegabili sulla mobilità, probabilmente sul commercio, sicuramente sulla normalità quotidiana della zona che ne è risultata completamente stravolta.
La straordinarietà dell'evento, tuttavia, e l'impatto che esso ha avuto in termini mediatici, riteniamo abbiano abbondantemente ripagato le sofferenze dal medesimo derivanti. Sui giornali, anche esteri, si è parlato di bellezza, la bellezza degli abiti, delle modelle e dei gioielli ma anche della bellezza di Napoli e del suo cuore pulsante.
Dolce&Gabbana ha realizzato un qualcosa che molto probabilmente farà storia. Abbiamo visto modelle internazionali procedere con improbabili calzature sui basoli di San Gregorio insieme a figure della tradizione storica e a nuovi miti della città in un'atmosfera da sogno, un po' Fellini e un po' neorealismo anni '50, quello di Vittorio De Sica. Abbiamo visto facoltosi potenziali clienti giungere a Napoli per l'occasione ed assistere ad una sfilata ove probabilmente non avrebbero mai immaginato.
Ma ciò che ha colpito, in definitiva, è proprio il contrasto tra tanta ricchezza e tanto sfarzo e un contesto urbano bello senz'altro, struggente per la storia che esso evoca ma comunque in definitiva povero e degradato. Il ventre di Napoli, la sua cultura millenaria, il suo popolo semplice, hanno inglobato e fatto proprio un mondo estraneo, lontano e la possibilità di questo miracolo è in definitiva stato possibile proprio in nome e nel segno della bellezza.
Questo concetto sembra essere stato espresso, anzi meravigliosamente incarnato da un personaggio per noi e per tutti mitico: Sophia Loren. La diva e l'antidiva, la bellezza popolare e quella ricca e sofisticata si esprimono insieme in lei come forse in nessun altro. Grazie Sophia per le emozioni che ancora ci regali, grazie Napoli perché sei comunque bella.
Le polemiche hanno riguardato "l'invasività" delle manifestazioni, ed in particolare della sfilata a San Gregorio Armeno (il programma ha previsto anche una serata-gioielli a Villa Pignatelli e altri eventi al Borgo Marinari e a Posillipo), che ha messo a dura prova la tenuta del sistema della circolazione in tutta l'area del centro storico, con delle ripercussioni e delle sofferenze innegabili sulla mobilità, probabilmente sul commercio, sicuramente sulla normalità quotidiana della zona che ne è risultata completamente stravolta.

Dolce&Gabbana ha realizzato un qualcosa che molto probabilmente farà storia. Abbiamo visto modelle internazionali procedere con improbabili calzature sui basoli di San Gregorio insieme a figure della tradizione storica e a nuovi miti della città in un'atmosfera da sogno, un po' Fellini e un po' neorealismo anni '50, quello di Vittorio De Sica. Abbiamo visto facoltosi potenziali clienti giungere a Napoli per l'occasione ed assistere ad una sfilata ove probabilmente non avrebbero mai immaginato.
Ma ciò che ha colpito, in definitiva, è proprio il contrasto tra tanta ricchezza e tanto sfarzo e un contesto urbano bello senz'altro, struggente per la storia che esso evoca ma comunque in definitiva povero e degradato. Il ventre di Napoli, la sua cultura millenaria, il suo popolo semplice, hanno inglobato e fatto proprio un mondo estraneo, lontano e la possibilità di questo miracolo è in definitiva stato possibile proprio in nome e nel segno della bellezza.
Questo concetto sembra essere stato espresso, anzi meravigliosamente incarnato da un personaggio per noi e per tutti mitico: Sophia Loren. La diva e l'antidiva, la bellezza popolare e quella ricca e sofisticata si esprimono insieme in lei come forse in nessun altro. Grazie Sophia per le emozioni che ancora ci regali, grazie Napoli perché sei comunque bella.
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