di Antonio Cimminiello
Può la scuola andare oltre il semplice e tradizionale status di luogo di istruzione? E’ questa la grande ambizione cui mira il Progetto “Scuola Viva”. Entro il 29 Luglio infatti sarà possibile inviare in via telematica proposte in grado di garantire iniziative di vario genere ma finalizzate al coinvolgimento di più persone, quindi non dei soli studenti.
Nello specifico, con l’apertura pomeridiana (per almeno 240 ore di attività), ben 500 scuole potranno creare laboratori con i quali avviare una prima conoscenza delle attività professionali o anche solo per aggiornare o potenziare competenze già esistenti ed acquisite, anche quelle di base come le conoscenze matematiche e linguistiche. A riprova però del fine di coinvolgere le fasce di popolazione più variegate, le scuole potranno mettere in campo ad esempio anche soltanto iniziative per un maggior coinvolgimento degli stessi genitori in ambito scolastico, oppure attività di supporto psicologico.
L’intento appare chiaro: superare i concetti tradizionali, e creare, sia con l’inevitabile sostegno economico ( non più di 55.000 euro per ogni singolo progetto, per complessivi 100 milioni di euro da impiegare in tre anni) sia con proposte innovative - anche con accordi tra istituzioni scolastiche ed enti ed associazioni operanti sul territorio- un luogo globale realmente vicino a quelle esigenze che riguardano il mondo scolastico e verso le quali spesso gli strumenti tradizionali non riescono a fare molto: non sorprende tra l’altro il fatto che con “Scuola Viva” si intenda anche opporre contrasto al fenomeno dilagante della dispersione scolastica, indirizzandosi infatti lo stesso progetto in via privilegiata a chi ha abbandonato la scuola stessa.
“Scuola Viva” rappresenta un’iniziativa della Regione Campania in chiara continuità rispetto al medesimo Progetto nazionale “Scuola al Centro”, messo in atto dallo Stato proprio per la prevenzione della dispersione scolastica nelle zone periferiche delle città metropolitane caratterizzate da elevato tasso di dispersione scolastica (il progetto, con l’impiego di circa 10 milioni di euro, inerisce specificamente a Milano, Roma, Palermo e Napoli), da garantirsi attraverso azioni di didattica integrativa e innovativa in orario extra-curricolare. Ma è anche vero che, per certi aspetti, il progetto si è reso quasi necessario rispetto alla realtà campana, non soltanto per le dimensioni dei fenomeni di disagio sociale che in tal modo si intende combattere, ma anche alla luce della diversa capacità di attrattiva che tali iniziative possono avere: è da sottolineare, infatti, proprio in Campania il dato dell’iniziale scarsa adesione a “Scuola al centro” soprattutto da parte dei plessi scolastici presenti nei territori “difficili” e nelle periferie.
Nello specifico, con l’apertura pomeridiana (per almeno 240 ore di attività), ben 500 scuole potranno creare laboratori con i quali avviare una prima conoscenza delle attività professionali o anche solo per aggiornare o potenziare competenze già esistenti ed acquisite, anche quelle di base come le conoscenze matematiche e linguistiche. A riprova però del fine di coinvolgere le fasce di popolazione più variegate, le scuole potranno mettere in campo ad esempio anche soltanto iniziative per un maggior coinvolgimento degli stessi genitori in ambito scolastico, oppure attività di supporto psicologico.
L’intento appare chiaro: superare i concetti tradizionali, e creare, sia con l’inevitabile sostegno economico ( non più di 55.000 euro per ogni singolo progetto, per complessivi 100 milioni di euro da impiegare in tre anni) sia con proposte innovative - anche con accordi tra istituzioni scolastiche ed enti ed associazioni operanti sul territorio- un luogo globale realmente vicino a quelle esigenze che riguardano il mondo scolastico e verso le quali spesso gli strumenti tradizionali non riescono a fare molto: non sorprende tra l’altro il fatto che con “Scuola Viva” si intenda anche opporre contrasto al fenomeno dilagante della dispersione scolastica, indirizzandosi infatti lo stesso progetto in via privilegiata a chi ha abbandonato la scuola stessa.
“Scuola Viva” rappresenta un’iniziativa della Regione Campania in chiara continuità rispetto al medesimo Progetto nazionale “Scuola al Centro”, messo in atto dallo Stato proprio per la prevenzione della dispersione scolastica nelle zone periferiche delle città metropolitane caratterizzate da elevato tasso di dispersione scolastica (il progetto, con l’impiego di circa 10 milioni di euro, inerisce specificamente a Milano, Roma, Palermo e Napoli), da garantirsi attraverso azioni di didattica integrativa e innovativa in orario extra-curricolare. Ma è anche vero che, per certi aspetti, il progetto si è reso quasi necessario rispetto alla realtà campana, non soltanto per le dimensioni dei fenomeni di disagio sociale che in tal modo si intende combattere, ma anche alla luce della diversa capacità di attrattiva che tali iniziative possono avere: è da sottolineare, infatti, proprio in Campania il dato dell’iniziale scarsa adesione a “Scuola al centro” soprattutto da parte dei plessi scolastici presenti nei territori “difficili” e nelle periferie.
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