di Marcello de Angelis
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Le Grotte dell'acqua ad oggi - particolare |
Sulla sponda nord del lago Fusaro, nel Comune di Bacoli, in provincia di Napoli, di fronte alla casina Vanvitelliana, si trovano delle antiche cisterne termali risalenti all'età Imperiale della storia di Roma, comunemente conosciute come “Le Grotte dell’Acqua”.
Le acque che vi sgorgano naturalmente dal sottosuolo, con una temperatura costante di circa 40 gradi, sono state studiate dai professori Marotta e Sica nel 1933 e furono classificate al pari di quelle della vicina isola d’Ischia come salso-cloruro-sodiche. Tuttavia, mentre quelle dell’Isola Verde, già definite “miracolose” dagli antichi Romani e che rivestivano un valore assoluto per i Borboni, sono oggi apprezzate ed amate dai turisti (e vengono sponsorizzate in tutto il mondo), qui in zona flegrea la storia è decisamente diversa: quelle acque sorgive sono completamente abbandonate al degrado più assoluto nonostante la bellezza del sito già da troppo tempo in sofferenza e caratterizzato da vistose crepe sui muri.
Addirittura recentemente un blocco della volta originaria di una delle grotte ha ceduto rovinando al suolo. Un crollo che rappresenta chiaramente un segno di pericolo per l’intera struttura archeologica flegrea, tenuta in piedi da una gabbia di “tubi innocenti” arrugginiti, risalenti all'ultimo intervento di consolidamento realizzato nel 1999.
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I cumuli di polistirolo riversati dagli ambulanti nelle grotte |
È ormai lampante che la Sovraintendenza, il cosiddetto “Centro Ittico Campano”, e lo stesso Comune di Bacoli, organi deputati alla vigilanza e tutela del bene archeologico, hanno per troppo tempo dimenticato questo luogo straordinario. Ma vi è di più. Durante un sopralluogo è venuto alla luce che all'interno delle grotte alcuni pescivendoli o pescatori ambulanti hanno riversato da tempo cumuli di polistirolo in cui erano contenuti gamberi, seppie e calamari, oltre a intere confezioni di prodotti andati a male. Buste, bustoni e tante cassette di natura assolutamente non biodegradabile dentro e fuori le grotte: materiali riversati anche nella foce delle acque che ostruivano il passaggio fino al lago. Una realtà che supera i limiti della decenza.
Qualcosa si è finalmente mosso dopo l’elezione del nuovo sindaco, Gerardo “Josi” Della Ragione che, appurata la gravità della situazione, ha prontamente fatto ripulire l’area, facendola recintare ed installando un cancello “per difendere un bene che sarà aperto solo per visite culturali, non più per chi offende il luogo comune”. Ma, malgrado questo intervento volto a tutelare l’elevato valore storico e paesaggistico, l’area, votata anche tra i “Luoghi del Cuore” del Fai, resta ancora in attesa di una piena valorizzazione che le dia il posto che merita tra le bellezze del litorale flegreo.
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Le Grotte dell'acqua ad oggi - particolare |
Ed è proprio in questo delicato momento che il PD di Bacoli affonda la sua zampata politica denunciando la chiusura delle “Grotte dell’Acqua”, affermando che la pulizia è stata incompleta e superficiale. Lo stesso PD ha stigmatizzato il fatto che è stata esclusa addirittura una grotta dall'area recintata, dividendo a metà il sito ed ha ricordato non solo la cifra di 100 mila euro stanziati dalla Regione ma anche il progetto pronto, già approvato nel 2014, per "il recupero, la messa in sicurezza e funzionalizzazione di quei bacini termali naturali", ma mai realizzato.
Questo pesante attacco ha preceduto di poco la caduta del Sindaco Della Ragione, appena 12 mesi dopo l’acclamata elezione, quando nove consiglieri comunali su quindici hanno deciso di presentare ufficialmente le dimissioni. Erano alcuni mesi che le scelte dell’ex attivista dell’associazione “Freebacoli” (divenuta poi movimento politico sostenuto dal M5S), non piacevano a molti esponenti sia di maggioranza che d’opposizione. Infatti, a dimettersi contestualmente sono stati sia i consiglieri del centrodestra, sia quelli del gruppo “Bacoli libera”, costola dissidente di “Freebacoli”, i quali hanno affermato che la vita politica della città e dei suoi organi rappresentativi era ormai contrassegnata da un crescendo di aggressività nei confronti di chiunque non mostrasse una assoluta accondiscendenza con la linea del Primo Cittadino, fino a clamorose violazioni delle regole, respingendo a piè pari l'accusa di essersi alleati con gli ex avversari.
Niente alleanze opportunistiche quindi, ma solo l’intenzione di evitare un imminente blocco della vita amministrativa della città. “Una coltellata”, così invece l’ha definita Della Ragione, il quale afferma che c’è chi vorrebbe mettere le mani sul Centro Ittico Campano, società partecipata al 100 per cento dal Comune, che gestisce un quinto del territorio, compresi Miseno e Fusaro, centri ricchi di lidi balneari e siti archeologici. E quindi non si è esitato a mettere in cattiva luce i risultati di dodici mesi di amministrazione: edifici storici riaperti dopo decenni, riappropriazione delle spiagge concesse abusivamente, progetti per il porto di Baia, piano di riequilibrio per il Comune che rischiava il dissesto. Ritiene, con amarezza, di aver dato fastidio ai poteri forti.
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Josi Della Ragione |
Solidarietà a Josi Della Ragione è stata espressa da molti esponenti della politica, in primis dal rieletto Sindaco di Napoli Luigi de Magistris. Alla caduta della giunta, nel luglio 2016, si è insediato il Commissario Prefettizio, la dottoressa Gabriella D’Orso, Vice Prefetto in servizio presso la Prefettura U.T.G. di Napoli, nominata con decreto del Prefetto di Napoli per la provvisoria gestione del Comune, a cui sono attribuiti i poteri del Consiglio, del Sindaco e della Giunta. E così Bacoli ripiomba nuovamente nel limbo dell’immobilismo e dell’attesa.
Il caso Della Ragione (colui che doveva sbarazzarsi della vecchia classe dirigente-dominante) va ad unirsi al caso della Capuozzo, Sindaco di Quarto (che a gennaio scorso si trovò in un giro di inchieste della magistratura), segnando una parabola discendente dei nuovi sindaci in terra flegrea. Svincolati dai partiti e salutati con grande entusiasmo popolare ma naufragati poco tempo dopo. Alla fine della storia a farne le spese sono ancora una volta i cittadini, le persone comuni che si illudono di votare per un cambiamento, per una “rivoluzione”, che poi viene regolarmente ridimensionata dai giochi di Palazzo, spesso frutto di cattive alleanze.
E intanto vige supremo il blocco di quell'evoluzione naturale che dovrebbe caratterizzare qualsiasi agglomerato civile politico di età moderna.
E intanto le infrastrutture da ammodernare languono e le bellezze naturali crollano sotto i pesanti colpi del tempo e dell’incuria.
E intanto le “Grotte dell’Acqua” cadono a pezzi, sommerse dalla spazzatura. In senso stretto, ma soprattutto umana.
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