di Luigi Rinaldi
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Palazzo Amoretti a Portici |
Palazzo Amoretti, edificio storico di Portici, appartenente al novero delle ville vesuviane del Miglio d'oro, da anni, giace inutilizzato ed in una condizione di totale degrado. Sino a 10 anni fa, la villa settecentesca era sede di un importante ufficio del Ministero per le Politiche Agricole, la Repressione Frodi di Napoli, che si occupa dei controlli agroalimentari. Nel 2006, il Ministero ha trasferito l’ufficio in una moderna ed elegante struttura a Napoli, in via Marina, e per Villa Amoretti è così iniziato il suo inesorabile declino.
All'epoca, gli amministratori locali non alzarono un dito per salvaguardare questo storico edificio, che insieme al CNR, all'Istituto Zooprofilattico ed alla facoltà di Agraria costituiva un importante pezzo del polo scientifico della città di Portici. Il trasferimento dell’ufficio ministeriale, ha causato gravi danni sia all'amministrazione comunale, per la perdita del canone di locazione, che all'economia locale, che non ha più potuto contare sull'indotto, vale a dire circa 50 funzionari e ben 12 auto di servizio che non ci sono più.
Per dare nuovo slancio a questo importante sito monumentale, attualmente totalmente abbandonato, qualche anno fa, il Comune di Portici lanciò la proposta di affittare, a privati o enti pubblici, per la durata di 50 anni, la splendida residenza settecentesca. L’obiettivo era duplice, da un lato sgravarsi delle ingenti spese di gestione e manutenzione che sono notevoli, e dall'altro riqualificare la storica e sfarzosa villa. Sarebbe stato sufficiente presentare, da parte di soggetti pubblici o privati, un progetto di valorizzazione di bene architettonico di grande storia ed importanza. L’obiettivo era quello di ricevere offerte da Università, enti di promozione culturale, centri di ricerca, centri medici di rilievo nazionale o internazionale.
Il programma elettorale dell’allora candidato a sindaco Nicola Marrone, per un nuovo utilizzo sociale del grande fabbricato, come era prevedibile, però, è rimasto lettera morta e l’antico palazzo settecentesco continua il suo naturale degrado. La questione degli edifici storici abbandonati riguarda, purtroppo, l’intero territorio nazionale. Sarebbe necessario che il Governo lanciasse una grande campagna, a livello culturale e sociale, in grado di innescare un serio ed affidabile processo di recupero di tante zone del territorio italiano. Anche perché le norme vigenti non sono adeguate alla necessità di intraprendere queste azioni di recupero.
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