di Luigi Rinaldi
La bella e famosa isola di Capri, fiore all’occhiello della Regione Campania e meta, in tutto l’anno, di tantissimi turisti provenienti da ogni parte del mondo, da troppo tempo non è in grado di offrire servizi di qualità in campo sanitario. Forse più di tanti altri nosocomi campani, l’Ospedale Capilupi di Capri rappresenta l’emblema della grave crisi in cui versa, da anni, il sistema sanitario della regione Campania.
Solo qualche settimana fa, l’ultimo increscioso episodio. A conclusione di una vasta indagine condotta su numerosi casi di assenteismo nel nosocomio caprese, la Guardia di Finanza ha posto agli arresti domiciliari due dipendenti del Capilupi, con l'accusa di peculato continuato e danno erariale allo Stato, per un importo di circa 60.000 euro per aver falsificato le matrici di incasso dei ticket per le prestazioni mediche erogate dall'ospedale.
Una delle tante vicende di malasanità che, da anni, vedono l’Ospedale Capilupi al centro di bufere giudiziarie. L’elenco dei mali endemici che affliggono il nosocomio isolano si arricchisce con una sconcertante sistematicità. Sono mesi che il personale medico ed infermieristico da una parte ed i volontari e familiari dall’altra si trovano a fare i conti con i continui blocchi dell’ascensore, un impianto di vecchia fabbricazione ed installato circa venti anni fa. E’ diventato quasi normale trasportare a braccia, da un piano all’altro, i degenti che devono sottoporsi agli esami di laboratorio o radiologici e addirittura quelli che devono fare ingresso in sala operatoria. Talvolta, per i trasferimenti da un reparto all’altro, sono dovuti intervenire i vigili del fuoco oppure i volontari della San Vincenzo de’ Paoli. Una situazione a dir poco sconcertante.
Quest’anno il Capilupi è balzato agli onori della cronaca anche per il mancato utilizzo della TAC. L'apparecchiatura di ultima generazione, consegnata dopo circa due anni di attesa, è stata lasciata ferma per alcuni mesi senza mai essere montata e messa in funzione. Dopo la TAC, l’Ospedale di Capri è tornato al centro delle polemiche, a seguito della denuncia di un giovane disabile, in servizio presso gli uffici del Comune di Capri. In Ospedale per alcuni accertamenti, il giovane isolano, alla richiesta di poter utilizzare i servizi igienici, si era visto rispondere dal personale in servizio che il nosocomio non era dotato di struttura tali da consentire l’accesso della carrozzina.
Ne è scaturita un’indagine da parte dei Carabinieri, all'esito della quale è emerso che i servizi igienici per i disabili non erano mai entrati in funzione, essendo stato adibiti a magazzino per il deposito del materiale dell’impresa appaltante della pulizia. Da qui la denuncia nei confronti del direttore sanitario e del personale amministrativo responsabile.
Le innumerevoli deficienze dell’Ospedale Capilupi hanno scosso la sensibilità di cittadini capresi ed anacapresi che hanno dato vita al Comitato Art.32, ispirato alla norma della Costituzione Italiana che sancisce la tutela alla salute come diritto fondamentale dell’individuo ed interesse della collettività. Il comitato è nato ad Anacapri nello scorso mese di Dicembre, con la sottoscrizione dello statuto da parte di Concetta Spatola, Fabiana Faiella, Costanza Bozzaotre e Gelsomina Maresca, professioniste e commercianti tutte residenti sull’isola, che si sono rese portavoce dei malesseri e delle richieste di una vasta fetta della popolazione isolana in materia di salute pubblica.
Il Comitato ha promosso una serie di iniziative che nel corso dei mesi hanno richiamato l’attenzione dell’opinione pubblica ma anche delle istituzioni. Ma resta ancora molto da fare, come dimostrano le vicende delle ultime settimane. La sanità pubblica dovrebbe funzionare ovunque ma tanto più in una località d'eccellenza frequentata da migliaia di persone e le sue strutture dovrebbero essere all'altezza del nome di Capri. Resta nella memoria di tutti gli abitanti dell’Isola di Capri e non solo, il caso dell'anziana benefattrice Claudia Messanelli Zweing che ritirò la sua donazione, oltre due milioni di euro, destinata alla ristrutturazione dell'ala più vecchia dell'ospedale. Non essendo stati rispettati i tempi, la signora aveva annullato l'offerta dell'ingente somma. I lavori sono ripresi a rilento e chissà se l'Asl Na1 li concluderà mai.
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