di Antonio Cimminiello
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La Chiesa di Sant' Aspreno ai Crociferi nel Borgo dei Vergini |
Il Rione Sanità è venuto alla ribalta della cronaca negli ultimi tempi purtroppo soltanto per i sanguinosi fatti di camorra che, espressione di una vera e propria guerra tra clan, mostrano lo scenario di un quartiere addirittura “assediato”. Ma quella che esiste è una realtà fatta di tanti aspetti positivi, su tutti quel complesso di bellezze architetture barocche, che caratterizza la zona che introduce nel quartiere e meglio nota come “Borgo dei Vergini”.
E risale proprio all'inizio di Settembre il comunicato stampa con il quale l’amministrazione comunale partenopea ha comunicato l’intenzione di avviare un progetto di riqualificazione dell’antico borgo. Esattamente, si è deciso di aderire al Bando “Interventi per la valorizzazione delle aree di attrazione culturale”, indetto dal Ministero per i beni e le attività culturali, attraverso il quale si propone un nuovo modo di gestire risorse pubbliche.
In estrema sintesi, chi intende ottenere tali fondi - finanziabilità prevista fino ad un tetto massimo di 300.000 euro per progetto - deve presentare un piano, di regola articolato in più livelli e con finalità di “recupero, valorizzazione e gestione integrata del patrimonio culturale”, quindi senza collocazioni e destinazioni decise “dall’alto”. Nel progetto - proposto su iniziativa degli assessori comunali Gaetano Daniele e Carmine Piscopo - si intende però andare ben oltre, fissando quali ulteriori obiettivi anche il miglioramento dell’accessibilità ai servizi pubblici nella zona nonché un adeguamento della stessa offerta turistica.
Si può ben capire, quindi, come il fine dell' Ente presieduto da Luigi De Magistris non si riduca esclusivamente ad una riqualificazione urbana (che pure sta interessando alcune centrali zone della città, come ad esempio Via Marina), bensì il recupero e la valorizzazione di un territorio dove le risorse ci sono e sembrano aspettare soltanto di essere valorizzate e “ messe a frutto”, proprio attraverso una presenza effettiva di tutte le istituzioni, come in questo caso. C’è ancora tanto da fare, a cominciare dalla antica questione dell’ordine pubblico (continua ad esempio il rimpallo di competenze e responsabilità circa l’installazione delle discusse telecamere di videosorveglianza) per arrivare a quella della “tutela” dei giovani, e tutto questo dimostra come non si possa prescindere dall'apporto di tutte le istituzioni, per restituire alla Sanità quel decoro e quella vivibilità che essa merita.
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