di Antonio Cimminiello
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La sede della iOS Developer Academy a Napoli |
Quali sono i motivi di questo calo, per certi aspetti inaspettato, visto che si prevedeva l’arrivo di almeno 500 candidati? Sicuramente, in primo luogo, ha inciso la difficoltà insita proprio nel superamento di quella prima prova consistente in una serie di 30 domande cui rispondere nel giro di circa 60 minuti. Se infatti tra gli argomenti scelti non mancavano alcuni per così dire “comuni” (come ad esempio logica ed algebra), per altri non si poteva prescindere da una buona conoscenza specifica e di base: è il caso della “programmazione Swift”, caratteristica tipica del sistema operativo Apple.
A ciò deve aggiungersi anche la seconda prova, cui accederanno coloro che abbiano riportato un punteggio minimo di almeno 30 punti ai quiz: si tratterà di un colloquio motivazionale in lingua inglese, in cui valutare essenzialmente le proprie caratteristiche e capacità di sviluppo ed apprendimento e attraverso il quale si opererà la selezione finale da 300 a 200 candidati. In definitiva, è stato scelto un metodo di selezione innovativo - almeno rispetto ai classici “test d’ingresso”, come ad esempio quelli universitari - che certamente presenta un grado di complessità che può aver scoraggiato molti aspiranti programmatori a desistere in anticipo, anche se con l’elevata possibilità di individuare davvero persone dotate di competenza, senza affidarsi a test fondati pure sul “fattore fortuna”; del resto, analogo rigore ha caratterizzato in precedenza pure la scelta degli stessi docenti. Prende così sempre più corpo - e con Napoli sullo sfondo - un ambizioso progetto, ”storico nel suo modo di investire sul talento delle persone con metodi anche costruttivi per il mondo del lavoro”, come ha adeguatamente sottolineato il presidente della commissione selezionatrice Giorgio Ventre.
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