giovedì 27 ottobre 2016

Portici: approvato il progetto per la ristrutturazione di Palazzo Capuano

di Marcello de Angelis

Palazzo Capuano a Portici
Palazzo Capuano può ben definirsi come il più antico edificio storico di Portici. Situato in Piazza S. Ciro e risalente all’epoca medievale, era inizialmente destinato alla funzione di Palazzo Ducale, cioè sede del potere feudale della zona. 

La sua costruzione viene attribuita al nobile patrizio napoletano Gualtiero Galeota, contraddicendone la presunta edificazione nell’anno Mille, dal momento che il nobile filantropo è vissuto nel 1300. È però molto probabile che il Galeota possa averlo fatto costruire su una struttura preesistente ovvero la Torre, la parte più antica originariamente distinta dal resto della costruzione su cui è stato poi poggiato l’attuale fabbricato.

Acquisito dal Demanio Pubblico, fino alla fine dell’800 ospitò il Municipio e, fino a circa cinquanta anni fa, la Regia Pretura. Esso si presentava ripartito su due livelli, con finestre delimitate da timpani lineari, tranne quella in asse con il portone d’ingresso, che è di forma triangolare. Quest’ultimo recava in origine lo stemma nobiliare, oggi perduto, e dava accesso ad un notevole androne con volte a vela, marmi, stucchi pregiati e arredi sontuosi tra cui gli splendidi soffitti affrescati da Belisario Corenzio, rappresentanti le storie del Vecchio Testamento. 

Alle sue spalle era presente una imponente distesa di giardini che si estendeva fino alle alte estremità del territorio porticese, caratterizzata dalla presenza di numerose fontane e giochi d’acqua che attingevano la propria fonte dal fiume Dragone, oggi scomparso dalla superficie cittadina. 

Nelle sue stanze sono passati il potere e la storia rappresentati dalle numerose famiglie della nobiltà napoletana che vi hanno abitato o, talvolta, solo soggiornato in qualità di ospiti. Meritano di essere annoverati i principi Colonna di Stigliano, i nobili genovesi Mari, i Del Giorno e, ovviamente, la famiglia Capuano fino al XIX secolo. Così come le regine Giovanna I e Giovanna II D'Angiò-Durazzo (la quale, secondo la leggenda, in tale residenza incontrava i suoi numerosi amanti); Bernardo Tanucci, ministro plenipotenziario dei re Carlo di Borbone e Ferdinando II delle Due Sicilie; il principe Scanderbeg e Donna Anna Carafa, moglie del viceré di Napoli Ramiro Núñez de Guzmán e madre del feudatario Barone Nicola Guzmàn Carafa; i cortigiani di Roberto D’Angiò e perfino Francesco Petrarca nel 1343. 

Ma non sempre la storia è benevola con le persone o le cose, anche se ne hanno occupato un posto di rilievo: infatti la struttura attualmente visibile di Palazzo Capuano conserva ben pochi tratti della configurazione originaria ovvero la volta a vela nell’androne, la Torre e i residui di piperno negli stipiti del portone. Gran parte della costruzione è andata perduta all’atto dell'apertura nel 1948, della contigua via Libertà. Per far posto alla nuova arteria, ne fu demolita buona parte, determinando così anche la scomparsa della sontuosa galleria decorata dagli affreschi del Corenzio, selvaggiamente spicconati in un sol giorno.

A nulla valsero le proteste degli ultimi proprietari e di buona parte della popolazione contro la scellerata distruzione. La nascita della “strada nuova” andò inesorabilmente avanti cancellando la memoria storica e culturale di un edificio dichiarato nel 1913 dal Ministero della Pubblica Istruzione, come “d’importante pregio storico-artistico”. Rileggendo la storia con la chiave dell’ironia, si potrebbe dire che il vecchio castello feudale, oggi barbaramente deturpato, fu uno dei pochissimi immobili storici a scampare alla devastante eruzione del Vesuvio del 1631, ma nulla ha potuto davanti alla pericolosissima mano dell’uomo.

Subito dopo l’apertura della citata Via Libertà, l’ala destra dello stabile, quella situata nel quartiere mercato, fu abbattuta per via dello stato precario in cui versava, lasciando uno spazio vuoto usato negli scorsi decenni come parcheggio abusivo, recintato periodicamente perché usato come irregolare discarica.

Dell’antico caseggiato rimase dunque soltanto la Torre centrale e la cosiddetta Villa Materi, recentemente puntellate per mettere in sicurezza il sito dalle precarie condizioni. Il Palazzo, così come tutta la piazza San Ciro, è stato per anni oggetto di diversi progetti di riqualificazione tutti rimasti fermi sulla carta. Inserito nel D.M. 19/10/1976 come villa vesuviana appartenente al cosiddetto “Miglio d’Oro” e quindi nel patrimonio artistico da recuperare ai sensi della legge n. 578 del 29 luglio 1971, lo stesso è però rimasto nel tempo in uno stato di preoccupante e pietosa fatiscenza dove neanche una pietra è stata messa in sicurezza.

La rinascita richiederebbe, secondo la stima dell’architetto Antonio Oliviero, la somma di almeno 600 mila euro di lavori, peraltro già avallati dalla Soprintendenza per i Beni architettonici, paesaggistici, storici, artistici ed etnoantropologici di Napoli. Non poche le problematiche legali e amministrative affrontate da quello che oggi è un condominio di circa 40 proprietari e residenti per i quali è divenuta improrogabile la sistemazione dello stabile, soprattutto ai fini della pubblica incolumità.

Dettaglio di Palazzo Capuano 
All’inizio del 2016 i cittadini, avviliti dall’estrema incuria e dal profondo senso di abbandono riservato al loro famoso edificio, nonché dal più che presente pericolo per le condizioni estremamente pericolose in cui versava, per il restauro e la messa in sicurezza della preziosa dimora si decisero a chiedere aiuto al mecenate David W. Packard, il colosso dell' informatica che con la sua fondazione Packard Humanities Institute, senza utili e neanche ritorni di immagine, finanzia la manutenzione e il consolidamento di Ercolano. 

Ma finalmente, nel settembre scorso una novità inaspettata arriva a gettare una tenue speranza sul futuro di questa importante residenza: a quanto pare la stessa starebbe per rinascere sotto una gigantesca gabbia di tubi innocenti e teloni di protezione. Sono alle porte i lavori di ristrutturazione. La Soprintendenza ai beni architettonici e archeologici della Provincia di Napoli e il Comune di Portici, infatti, hanno approvato definitivamente il progetto, autorizzando l’esecuzione dei lavori.

“Siamo soddisfatti di avere raggiunto l’obiettivo di partire con i lavori di ristrutturazione e messa in sicurezza di Palazzo Capuano dopo anni in cui giaceva in condizioni pessime e con alto rischio per l’incolumità pubblica – ha dichiarato l’Amministratore Luca Laurino - ci aspettiamo ancora tante difficoltà tecniche ed economiche, ma siamo certi che saranno superate”. E ce lo aspettiamo tutti. E ci aspettiamo che venga ridato quanto spetta ad uno storico maniero, un tempo tra le principali bellezze di Portici.


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