di Noemi Colicchio
Nuovo anno all’insegna del maltempo: il 2017 è stato inaugurato da forti raffiche di vento, piogge scroscianti e nevicate inaspettate. Questo lo scenario apparso di fronte agli occhi degli studenti rientrati tra i banchi di scuola a seguito della pausa natalizia. In pochi giorni quello che pareva essere un avvio più turbolento del solito, si è trasformato in emergenza e allerta meteo, da fronteggiare fino al tacco dello stivale in modo tempestivo ed efficiente.
Sofferenti e disagiate le zone terremotate sopra tutte, insieme con l’entroterra e le piccole frazioni, ma anche le grandi città non sembrano aver risposto in maniera eccellente. Da Bologna a Palermo, passando per Napoli e la capitale: tanti i centri urbani in cui gli studenti sono costretti a tenere il cappotto in classe per contrastare il freddo. Sistemi di riscaldamento funzionanti ad intermittenza, o per nulla, aggravano il calo di temperatura corporea dovuto allo star fermi durante le canoniche 6 ore di lezione giornaliera.
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La Ministra dell'Istruzione Valeria Fedeli |
"È inaccettabile che nelle scuole vi siano le caldaie rotte e i ragazzi e le ragazze debbano seguire le lezioni al freddo", è il commento di Valeria Fedeli, Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Il 16 Gennaio scorso presso il Comune di Salerno, in occasione del convegno “Conoscere, formare e cambiare” voluto dall’Associazione “In Movimento” sulla parità di genere, ha così commentato la grave problematica: "Le risorse in tale senso non competono al ministero della Pubblica Istruzione, però nonostante questo abbiamo subito diramato una circolare ai nostri direttori regionali perché facessero immediatamente una verifica anche delle tipologie ordinarie, in realtà straordinarie, di funzionamento delle scuole". Continua poi: "Noi magari pensiamo a cose fondamentali come la messa in sicurezza delle scuole, alla loro bellezza e funzionalità ma dentro questo c'è anche la caldaia che non può essere rotta. Gli studenti devono stare al caldo e stare bene a scuola".
Per fare il punto della situazione, Skuola.net ha realizzato un sondaggio su un campione di 1.800 studenti - suole medie e liceo - sparsi per tutta Italia, chiedendo loro di eventuali disagi in aula causati dal freddo. Ebbene, per più di 1 intervistato su 2 la risposta è: decisamente sì. In particolare al Sud, il 74% dei ragazzi pare aver risposto all’emergenza con sciarpe, guanti e piccole stufe elettriche.
Chiusi invece a giorni alterni diversi istituti nel beneventano, salernitano, Cilento e Vallo del Diano a causa delle forti nevicate: strade ghiacciate impediscono l’ordinaria viabilità e raggiungere alcune strutture diventa problematico oltre che rischioso. Non solo, a causa del forte calo di temperature parte delle condutture sono ghiacciate, con relativo congelamento dell’acqua, il che provoca da ormai un mese – anche se ad intermittenza – gravi disservizi.
Vero è che l’inadeguatezza dei mezzi si accompagna ad una scarsa abitudine a fronteggiare il problema, ma che questo non funga da giustifica. Un oleato meccanismo si definisce tale quando sa adattarsi alle problematiche riscontrate, altrimenti non è da considerarsi funzionante. E questo è un rischio che una Regione come la Campania, ad oggi, non può più permettersi di correre.
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