venerdì 24 febbraio 2017

Napoli si prepara a celebrare il suo “Principe della risata”

di Marcello de Angelis

Antonio de Curtis
Bombetta, un abito logoro e di una taglia più grande, una camicia consumata, un laccio per le scarpe al posto della cravatta, pantaloni accorciati e larghi, calze colorate e scarpe nere. Mimica facciale inimitabile, corpo da marionetta e un oceano di doppi sensi, battute geniali e fulminanti unite alle immancabili macchiette…. tutti elementi che descrivono inequivocabilmente un artista che è andato ben oltre la “consueta” recitazione: Antonio de Curtis, in arte Totò, straordinario non solo come attore ma anche come autore, poeta, paroliere e cantante, la cui maschera ha irriso il luogo comune ed il pregiudizio inventando vocaboli e “modi di dire” ormai di uso giornaliero, creando citazioni indimenticabili percorrendo la sottile linea che divide la più classica tradizione dalla più surreale innovazione. 

Il prossimo 15 Aprile 2017 sarà il cinquantesimo anniversario della sua scomparsa e Napoli ricorda il suo “Principe della risata” con una fitta serie di appuntamenti per celebrare al meglio colui che è ormai considerato universalmente uno dei più grandi interpreti nella storia del teatro e del cinema italiani

Fulcro dell’organizzazione degli eventi sarà il “Rione Sanità”, quartiere dove nacque il 15 febbraio 1898, in via Santa Maria Antesaecula al secondo piano del civico 109. Proprio tra queste strade la “Fondazione San Gennaro”, sta organizzando spettacoli ed eventi che partiranno già da aprile 2017. L’idea fondamentale è quella di coinvolgere nel progetto l’intera zona, cosa gradita e subito condivisa dalla municipalità. Su questa base domenica 22 gennaio si è tenuto un incontro nella Basilica di Santa Maria della Sanità, dove i residenti si sono confrontati per decidere come mettere a nuovo Piazzetta San Severo e Piazza Vita

Durante l’incontro, sulle note dell’Orchestra Scarlatti junior diretta dal maestro Gaetano Russo, sono state presentante anche le immagini relative alle proposte elaborate dal Dipartimento di Architettura dell'Università Federico II, con la collaborazione del gruppo di ricerca Mobiliarch e la consulenza di Fiorenza Asta e Francesco Romano tra cui spicca quella relativa alla cosiddetta “Porta di luce”. La creazione dell’artista Giuseppe Desiato, sarà installata all’inizio di Via Vergini e rappresenterà una sagoma di Totò alta quasi 7 metri e larga 4 che potrà essere realmente attraversata dai passanti, divenendo così l’ingresso del quartiere. 

All’angolo del palazzo di via Santa Maria Antesaecula verrà posto un busto, dono di Roberto Leon al Comune di Napoli. Vi sarà raffigurato Antonio de Curtis ovvero l’uomo in borghese, lontano dalla scena e collocato in modo da sembrare affacciato alla finestra, ad altezza uomo, per permettere a chi passa di lasciare dediche.

E non è tutto: il coinvolgimento dei cittadini del Rione Sanità interesserà anche la scelta dell’arredo urbano da collocare vicino al busto. Cosa che avverrà tramite voto! Infatti gli abitanti del posto potranno scegliere e votare il progetto che riterranno più valido tra quelli presentati dagli studenti della Federico II ed esposti nel cortile dell’ex convento del Monacone.

Tutto ciò andrà ad affiancare ovviamente le iniziative del Comune di Napoli: il sindaco Luigi de Magistris ha infatti annunciato che la prossima edizione del Maggio dei Monumenti sarà giustamente intitolata a Totò e avrà come titolo: 'O maggio a Toto', azzeccatissimo gioco di parole che unisce la tradizionale manifestazione di inizio estate al doveroso omaggio che la città tributa ad uno dei suoi figli più famosi. Saranno coinvolte le istituzioni più importanti della città: Conservatorio, San Carlo. Museo archeologico nazionale, Museo Capodimonte, Accademia “Belle Arti”, la Rai di Napoli con attori e registi che racconteranno “Totò” con spunti teatrali e cinematografici, varie università e teatri. 

Naturalmente a queste celebrazioni non mancherà l’associazione “Antonio De Curtis, in arte Totò”, nata nel 2015 grazie alla nipote Elena con l’aiuto dell’attore Enzo Decaro che da tempo studia le carte private del “Principe”: poesie, canzoni, frasi e riflessioni che saranno condensate in uno spettacolo teatrale regalandoci il suo lato più profondo e malinconico.

Nulla di certo sull'apertura del Museo di Totò all’interno del Palazzo dello Spagnuolo, edificio del 1738 e caratterizzato da una monumentale scala a doppia rampa. Manca solo l'ok della Soprintendenza. 

Per celebrare a tutto tondo Antonio de Curtis quale simbolo della cultura napoletana e dello spettacolo comico in Italia, verrà coniata in suo onore dalla Zecca di Stato una moneta del valore nominale di 5 euro. Disegnata dalla medaglista romana Uliana Pernazza essa presenterà da un lato la classica immagine dell’artista con la bombetta in testa, come nella foto di Guy Bourdin del 1955, mentre dall’altro ci saranno le sue mani circondate dalla pellicola cinematografica e, lateralmente dal suo autografo. La moneta inizierà a circolare non prima del prossimo autunno, quando il ministero dell'Economia pubblicherà nella Gazzetta Ufficiale il decreto che ne stabilirà il prezzo e il numero di esemplari

Che dire…le premesse ci sono tutte per ricordare, semmai ce ne fosse bisogno, omaggiare e magnificare nel migliore dei modi Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi de Curtis di Bisanzio o semplicemente l’immenso Totò.



Napoli: a marzo la fiera "Droni in Mostra"

di Danilo D'Aponte

Prosegue inarrestabile il successo dei droni, sempre più utilizzati in ogni ambito. Da quello commerciale (Amazon ha da poco portato dall'Australia all'Europa l'utilizzo del drone per le consegne rapide in un'ora per gli abbonati, selezionati, che usufruiranno di questa evoluzione del servizio Prime) a quello sportivo (Sarri, tecnico del Napoli, ne è un sostenitore per le riprese dall'alto, utili al toscano per sistemare le falle della fase difensiva ereditate dal suo predecessore). Ma non è solo per questo che Napoli si è accorta di questo successo. Si terrà infatti nel capoluogo campano la fiera "Droni in Mostra", nella location più utilizzata per eventi del genere, la Mostra d'Oltremare, dal 10 al 12 marzo

Appuntamento imperdibile per migliaia di visitatori che hanno già prenotato online i biglietti. L’attesa fiera mostrerà le novità e permetterà a tutti di assistere alle evoluzioni di piloti professionisti e darà anche, a coloro che si prenoteranno, la possibilità di pilotare nella fly-zone (scenica) più grande d’Italia.

Insomma: spettacoli, novità, centri di addestramento al pilotaggio remoto e nuove opportunità lavorative. Ci saranno persino prove su simulatori di volo in ambiente protetto, per adulti e bambini. Ci sarà inoltre la Vr Cardboard che include, nel costo del biglietto di 10 euro, il kit per trasformare il proprio smartphone in un visore 3D. In programma anche DJI New Pilot Experience: format di intrattenimento realizzato da un'azienda leader del settore. Ovvero, spettacolo di volo sincronizzato con tanto di musica, luci, e con la partecipazione del gruppo Parkour Napoli

Ci saranno inoltre le Pro-Racers MeetUp, tra professionisti, che si avverranno nella stessa fly-zone scenica di cui vi abbiamo anticipato prima. E ancora: modellismo statico e dinamico, persino servizi di customizzazione, prototipazione rapida, stampe 3D e distribuzione di gadget gratuiti.

Il 10 marzo sarà il giorno in cui, al Teatro Mediterraneo (Sala Italia) si terrà un workshop tecnico in cui si parlerà dei temi delle soluzioni high-end e dell'importanza dello sviluppo e della tutela del settore. Ci saranno all'incontro istituzioni, ordini professionali, università e associazioni di settore, sempre più attive per il monitoraggio de "La Terra dei Fuochi". 

Nella macchina organizzativa non è mancata l'attenzione per i social, infatti sulla pagina Facebook ufficiale dell'evento vi è "Javis", chatbot simpaticissimo, che risponderà alle FAQ (domande più frequenti quali orari, alberghi, accessibilità ecc...).


La città della Scienza rinasce con Corporea e il Planetario

di Antonio Ianuale

Una ferita dolorosa e ancora aperta: il 4 marzo 2013 un incendio distruggeva la città della Scienza, colpendo al cuore la città di Napoli. La reazione è immediata, tanto che a novembre dello stesso anno, la struttura apre alcuni capannoni per la prestigiosa manifestazione di divulgazione scientifica, Futuro Remoto
 Planetario di Città della Scienza

Oggi, a distanza di quattro anni, Città della Scienza è pronta a ripartire, anche grazie al contributo della fondazione IDIS. Il prossimo 4 marzo, infatti, verranno inaugurate due strutture come il Planetario 3D e il museo interattivo Corporea, due gioielli tra i più avanzati tecnologicamente in Europa. Il Planetario 3D sarà il più grande planetario d’Italia e uno dei più grandi d’Europa con una grande cupola del diametro di circa 20 metri. La struttura caratterizzata da un sistema di proiezione digitale di ultima generazione, il Digistar 6 della Evans & Sutherland, ospiterà show e spettacoli sui misteri dell’Universo. Un simulatore del cielo, strumento per la didattica e la divulgazione dell’astronomia, riprodurrà fedelmente la volta celeste e gli oggetti astronomici che popolano l’universo. Gli spettacoli del palinsesto saranno prodotti in collaborazione con i planetari italiani e stranieri oltre che con centri di ricerca come Nasa, Asi, Eso. Il Planetario ospiterà anche documentari e proiezioni didattiche dedicate ad altri temi scientifici. La capienza della struttura è stimata in 130 visitatori. 

Il nuovo Museo interattivo Corporea
Altra attrazione di altissimo livello è Corporea, il primo museo interattivo in Europa dedicato alla salute, alla prevenzione ed alla biomedica. Corporea, basato sulla sperimentazione diretta dei fenomeni da parte dei visitatori, si sviluppa su una superficie di oltre 5.000 mq: i visitatori, saranno coinvolti in un percorso diviso in “capitoli” che riguarderanno i diversi sistemi del corpo, dove potranno, tra le altre possibilità, esplorare una grande mostra interattiva, visitare i laboratori didattici e le installazioni multimediali, prendere parte a attività didattiche, incontri e consultare gli sportelli informativi. All’interno dell’edificio è prevista una postazione dedicata alla realtà virtuale, dove si potrà esplorare il corpo umano in 3D: Cave. Un’altra area, invece, promuoverà la creazione d’impresa, per le piccole imprese e le startup nel settore biomedicale e dell’e-health

Corporea vuol essere oltre che divulgazione scientifica, anche un luogo attivo nel campo della promozione della salute, di stili salutari di vita. I contenuti saranno divulgati anche in lingua inglese e cinese, oltre che nella lingua italiana. Il progetto di Corporea è stato presentato soltanto l’anno scorso e ha messo sul piatto una cifra importante: circa 27 milioni di euro, di cui sei dedicati ai contenuti del museo, e ventuno alla costruzione della struttura. Sono già disponibili le prenotazioni per visitare le nuove strutture della Città della Scienza, con un servizio apposito, attivo dal lunedì al venerdì. Per maggiori informazioni, si consiglia la consultazione del sito internet www.cittàdellascienza.it


Il primo Forum annuale itinerante sui Diritti Umani

di Marcello de Angelis

Napoli: presso l’Istituto Comprensivo Ilaria Alpi-Carlo Levi di Scampia, nei giorni 12, 13 e 14 Gennaio 2017, si è tenuto il “Primo Forum Annuale Itinerante sui Diritti Umani”. Il meeting che aveva come sottotitolo in locandina “L’inviolabilità dei diritti umani: dalle ragioni del disagio agli strumenti del rilancio” è stato organizzato dalla Commissione Diritti Umani del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli, con il patrocinio morale del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati, della Regione Campania e del Comune di Napoli

Caratterizzato dagli interventi di insigni e pregevoli relatori istituzionali ed accademici, l’incontro ha avuto come unico comune denominatore la voglia di trovare i “mezzi” giusti per proporre un vero e profondo rilancio culturale ed economico delle aree particolarmente disagiate della città, cercando di restituire una speranza per chi ci vive ed un senso di appartenenza ad un progetto che abbraccia la metropoli. Il luogo scelto dove tenere questo primo storico incontro ha avuto un preciso quanto potente impatto simbolico: Scampia, quartiere dell’estrema periferia a nord della città, visto oggi come l’emblema di una delle sue zone più problematiche.

Dopo aver approfondito le diverse ragioni del malessere sociale, sono state proposte soluzioni operative e idee nuove da realizzare per la tutela dei più deboli. Il tutto grazie al contributo polispecialistico di diverse figure professionali che si sono alternate e con la cooperazione delle varie Associazioni, nonché delle Istituzioni locali di governo, religiose e giudiziarie, idonee ad esprimersi in quanto particolarmente legate alle questioni all’ordine del giorno.

Il progetto formativo, che sarà annualmente itinerante attraverso le aree più sensibili, è strettamente collegato al Protocollo di Intesa per la realizzazione del cosiddetto “Osservatorio Giuridico, di Ascolto e di Orientamento sui diritti sociali” che il 16 dicembre scorso è stato sottoscritto tra l’Ordine degli Avvocati di Napoli, la Diocesi di Napoli e la Comunità Sant’Egidio di Napoli, nonché promosso dalla Commissione Diritti Umani. 

Tale Protocollo ha come obiettivo quello di supportare le esigenze territoriali provenienti da diverse situazioni particolarmente complesse, attraverso la nascita di una rete sinergica tesa a valorizzare a livello giuridico, istituzionale e socio-culturale, le fasce sociali più indigenti presenti sul nostro territorio. La povertà è una condizione che va ben oltre gli aspetti economici, costituisce un fattore incisivo di emarginazione sociale ed è insieme causa e conseguenza di violazioni dei diritti umani. Ed infatti, tra i temi trattati nel corso dei tre giorni, spiccano proprio “L’accesso alla giustizia e la tutela giurisdizionale quale strumento di contrasto all’esclusione sociale”, e “La multidimensionalità degli effetti del disagio economico, sociale e culturale dei minori”.

Il Presidente Armando Rossi
Il 12 gennaio alle 10.30 ha aperto ufficialmente i lavori il Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli l’avvocato Armando Rossi e, a seguire, si sono tenuti i saluti istituzionali delle autorità invitate tra cui il Sindaco Luigi de Magistris, numerose personalità cittadine e una nutrita rappresentanza dell’avvocatura partenopea da sempre impegnata nel sociale, come l’avv. Fabrizia Krogh Presidente del Comitato Pari Opportunità. Il 13 gennaio alle ore 20,00 presso la Sala del Capitolo del Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore si è inoltre tenuto il concerto di solidarietà “Diritti al Cuore”, strettamente collegato al Forum, i cui proventi saranno devoluti in beneficenza a sostegno di progetti concreti sul territorio. Il Sindaco, dopo l’evento, ha sintetizzato il suo pensiero in un post sul suo profilo facebook in cui si complimenta con l’Ordine degli Avvocati di Napoli per la bella iniziativa e dichiara che “Trattare il tema dei diritti umani, in ogni loro possibile declinazione, vuol dire parlare della nostra società, delle leggi, del rapporto tra gli abitanti di un territorio e di come uno Stato intende garantire i primari diritti di ogni essere umano, senza escludere e lasciare indietro nessuno. Parlare di diritti umani vuol dire parlare di costituzione e di come intendiamo, finalmente, applicarla”



Le 5 migliori app per trovare lavoro in Italia

di Noemi Colicchio

È ormai risaputo che la più grande esigenza riconosciuta a livello mondiale per l’umanità sia non sprecare il proprio tempo in procedimenti inutilmente lunghi. La cultura dello smart è penetrata così a fondo anche in mentalità difficili da plasmare come quella italiana, che i più grandi progetti imprenditoriali stanno sorgendo per dare risposte facili e veloci a tutti i possibili quesiti dei consumatori.
È altresì vero che una delle problematiche cui ancora nessuno startupper è stato in grado di dare risposta definitiva è il placement degli utenti in cerca di lavoro. Bacchette magiche purtroppo ancora non sono disponibili sul mercato, dunque alle menti più creative il compito di far incontrare nella maniera più intuitiva possibile domanda e offerta, anche di lavoro. Professionalità spendibili su diversi mercati spesso inconsapevoli di esserlo, rischiano di inviare curricula in giro senza ottenere risposta perché proiettati nell’ambito sbagliato. Aziende in attesa del candidato ideale si atrofizzano sulle loro posizioni e “requisiti indispensabili”, senza prendere in considerazione l’immenso orizzonte di opportunità che Internet offre loro, spesso per mancanza di tempo. Soluzione? App. 

Ci accompagnano in ogni fase della giornata, per ogni passo che facciamo, ad ogni nostra domanda danno risposta senza fatica alcuna. Perché? Perché sono su mobile e si sa, il nostro cellulare è l’unica cosa che non potremmo mai lasciare a casa. Molte quelle famosissime, che contano milioni di utenti in tutto il mondo, spesso derivati di siti web più che avviati e quindi subentrate in un secondo momento. Ma quali sono le più innovative ed interessanti sul mercato?

Per voi, la classifica delle migliori 5 app per trovare lavoro in ordine decrescente. 

5) ClikLavoro

Pochi la conoscono, eppure si tratta dell’app ufficiale del Ministero del lavoro e delle Politiche sociali, che fa da appendice alla più famosa www.cliclavoro.it, la quasi omonima piattaforma. Scopo non è quello di creare un mercato in cui rendere possibile l’incontro tra datori e offerenti di lavoro, ma informare gli utenti di bandi, iniziative, aggiornamenti normativi e casi di successo interessanti, per arricchire il loro bagaglio culturale e, perché no, stimolare la loro creatività imprenditoriale!


4) Jobrapido

Nata in Italia nel 2011, ma ormai estesa anche nel resto del mondo. L’app consente di cercare il lavoro adatto alle proprie potenzialità sulla base di due criteri: localizzazione e posizione lavorativa desiderata. Non solo, interessante anche la sezione Blog, con mai banali consigli su come comportarsi per selezionare, ottenere e preservare il lavoro dei nostri sogni.


3) JoeBee

Italianissima l’intuizione di Alessio Abbateianni di creare un’app dedicata all’e-commerce del lavoro, un nuovo modo per vendere e comprare prestazioni occasionali. Chi offre può iscrivere il proprio profilo professionale, con tanto di tariffa oraria, GPS per trovare le richieste più vicine e possibilità di noleggiare tramite la piattaforma le attrezzature necessarie, il tutto in maniera completamente gratuita. Gli acquirenti, invece, potranno scegliere tra un catalogo di professionisti in base a competenze, tariffe e verifica delle loro disponibilità. Anche il pagamento si svolge online, tramite transazioni sicure. E non è tutto! Un sistema di valutazione in perfetto stile Trip Advisor servirà a garantire l’affidabilità dei candidati ai prossimi datori di lavoro. Non c’è che dire, un’ottima idea che viaggia sulla cresta della sharing economy!


2) Infojobs

La più famosa in assoluto probabilmente, ma non al primo posto per noi. Infojobs permette di gestire più curricula contemporaneamente, tenere sotto controllo con appositi Feed Rss le varie proposte di lavoro che potrebbero fare al caso nostro, essere aggiornati quando l’azienda riceve il CV, se è stato scartato o accettato, se ci hanno selezionati per un colloquio e così via. Con quasi 20 anni di esperienza accumulata, è diventata la più importante piattaforma per la ricerca di nuovi talenti in Italia, con oltre 3.000 aziende che ne usufruiscono per attività di recruiting.


1) CornerJob

Al primo posto c’è lei, l’idea imprenditoriale meglio riuscita del settore negli ultimi 5 anni. Ad oggi conta più di 2 milioni di iscritti, operativa in Italia, Francia, Spagna e Messico. Permette agli utenti di registrarsi in meno di un minuto, a titolo completamente gratuito, secondo competenze e localizzazione, e sapere in meno di 24 ore se sono stati preselezionati. D’altro canto sia PMI che grandi imprese possono usufruirne facilmente tramite mobile e selezionare i profili lavorativi meglio rispondenti ai requisiti da loro richiesti, anche attraverso la funziona di chat integrata, che permette un dialogo snello e veloce con i candidati ideali.

Ad oggi, il lavoro ideale è a portata di login!

Napoli, Sorbillo: niente pizza a chi indossa pelliccia nel suo locale

di Danilo D'Aponte

Il 2017 è iniziato da poco più di un mese e Gino Sorbillo, noto pizzaiolo napoletano, è ancora sulla bocca di tutti. Il più social degli artisti della pizza napoletana nel mondo, che è sulla ribalta nazionale non solo grazie alla sua catena di ristorazione, ma anche per le apparizioni su importanti programmi televisivi, ha indetto un'importante iniziativa che avrà luogo presso i suoi locali: niente pizza a chi indossa la pelliccia, si dimostra così sempre più attento all'attualità, e rimarca ancora di più il cuore nobile e l'amore per gli animali che nutre i napoletani. Non stupisce che poi sia venuta proprio da lui l'iniziativa, in quanto noto sostenitore di Amnesty International.

L'argomento è già virale, visto che ne ha parlato anche La Radiazza di Gianni Simeoli (su Radio Marte), e soprattutto perché avviene quasi in contemporanea con un'iniziativa simile che si è tenuta anche in un locale di Monza, con un riscontro di pubblico un po' diverso, viste le aspre polemiche di discriminazione che si sono venute a creare.

Così si è espressa la nota radio locale: "Dal pizzaiolo napoletano Gino Sorbillo arriva un segnale di attenzione verso i diritti degli animali che ci auguriamo possa essere seguito anche da altri ristoratori [...] nella pizzerie di Sorbillo, in Via Tribunali, non sarà permesso l’ingresso a chi indossa la pelliccia perché è un capo che dimostra, platealmente, la violenza gratuita con cui vengono trattati gli animali che addirittura vengono uccisi per poter creare abiti non certo indispensabili [...] fortunatamente, la maggiore sensibilità verso i diritti degli animali ha portato a una drastica riduzione dell’uso delle pellicce, ma sono ancora tante le persone che le usano e, quindi, ben vengano iniziative come questa se servono a ridurre ulteriormente la vendita e l’acquisto di capi ormai fuori dal tempo" e ancora "la stragrande maggioranza dei clienti di Sorbillo, quasi tutti praticamente, hanno dimostrato di apprezzare l’iniziativa".

E pensare che nella più eccentrica Londra, già nel 2014, in una delle discoteche più in voga della capitale inglese, si era visto un divieto simile. E parliamo della stessa discoteca frequentata da vip di ogni provenienza, giusto qualche decennio prima avrebbero fatto dello sfoggio del capo di origine animale un vero e proprio vanto. 

Fortunatamente, al problema sono diventate sempre più sensibili anche le più grandi case di moda che stanno iniziando ad offrire sempre più scelta cruelty-free, ma comunque non se ne parla mai abbastanza e c'è comunque sempre il rischio di attirare polemiche o, peggio, fanatismi, che possono generare violenza, che non sono di certo migliori del problema che si cerca di risolvere.


Stazione TAV ad Afragola: via libera a Maggio

di Antonio Cimminiello

Uno snodo ferroviario destinato a milioni di transiti. Un gioiello dell’architettura per ospitare anche altri servizi ed attività. Ma anche un serio impegno economico, da un costo complessivo che si aggira attorno ai 100 milioni di Euro. Basta già soltanto indicare ciò per capire l’ampiezza delle aspettative- ma anche dei timori- che si sono legate a “La Porta del Sud”, l’avveneristica stazione TAV che si sta realizzando ad Afragola.

 Tav di Afragola
Bisognerà ancora attendere per il completamento dell’intera struttura, soprattutto per l’ampiezza e complessità dell’opera - il solo terminal si estenderà per ben 30000 metri quadrati, articolati in 4 livelli - dopo che in passato le ben note lungaggini burocratiche avevano già frenato l’iter di realizzazione (famose ormai le molteplici “false” inaugurazioni). Ma nel frattempo arriva l’annuncio che non ti aspetti: a Maggio prossimo potranno cominciare a transitare i primi treni ad Alta Velocità. E non si tratta di un annuncio da poco, a quanto pare; il via libera, secondo i piani, era stato previsto per il mese successivo. Quindi, l’opera verrà consegnata con un anticipo di circa 30 giorni, il che di per sé è già una piacevole notizia. 

Si anticipa così un primo effetto positivo, e cioè un’importante riduzione degli ordinari tempi di viaggio, e di cui potranno usufruire davvero in tanti nella realtà: a titolo esemplificativo, non solo il nuovo terminal garantirà un collegamento ferroviario fino ad arrivare a città quali Palermo e Bari, ma rappresenterà anche una sorta di “aiuto” alla circolazione all’interno della Campania, in virtù del previsto collegamento anche con la Circumvesuviana. 

Come già detto, i cantieri non sono ancora chiusi del tutto: oltre al completamento del terzo e del quarto livello del terminal, bisognerà provvedere alla realizzazione di un’altra estesa area, che sarà destinata essenzialmente a garantire l’accesso stesso alla stazione (parcheggio auto, spazi per taxi, ecc.). E proprio qui che risiede ciò che appare, a questo punto, come l’ultimo ostacolo: assicurare cioè un apposito piano di trasporto, che permetta un agevole raggiungimento della stazione di Afragola, evitandone l’isolamento. Diversamente si avrebbe una paradossale contraddizione, vanificando i buoni risultati raggiunti finora, anche con il rischio di un “danno d’immagine” per un’opera che fin da subito- e cioè con la sua progettazione, firmata dalla celebre architetta Zaha Hadid- ha fatto parlare di sé fuori dai confini nazionali. Per il superamento di quest’ultimo ostacolo non potrà però prescindersi da una proficua collaborazione interistituzionale, in primis tra l’amministrazione locale guidata dal sindaco Domenico Tuccillo e la Città Metropolitana di Napoli con al vertice Luigi de Magistris.

Arte: a Capodimonte i Van Gogh rubati dalla Camorra. Antipasto per l'arrivo delle opere di Picasso

di Danilo D'Aponte

Vi avevamo accennato nei mesi scorsi alcune delle grandi mostre che avrebbero visto protagonista Napoli e la Campania. In attesa di avere le opere di Picasso, a Capodimonte il 6 febbraio sono state esposte opere di Van Gogh. Recuperate a seguito dell'operazione "Vincent", dal nome dell'artista di fama mondiale, le due opere furono sottratte ad Amsterdam nel 2002.

Recuperate in un casolare di Castellamare dopo 14 anni, a seguito delle indagini della Guardia di Finanza (condotta e diretta dalla Procura di Napoli). Proprietario dell'immobile l'autore della sottrazione, Raffaele Imperiale, noto broker della droga, attualmente latitante a Dubai, che durante la "Guerra di Scampia" fungeva da fornitore per le piazze di spaccio locali.

Le opere, stimate simbolicamente intorno ai 100 milioni di euro, ma in realtà davanti di valore inestimabile, saranno esposte al secondo piano del museo accanto alla Sala del Caravaggio fino al 26 febbraio 2017. Presente all'inaugurazione, prima della riconsegna all'Olanda, oltre al console olandese Joep Wijnands, ambasciatore olandese in Italia, il Governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca.

Proprio la Guardia di Finanza ha curato il servizio d'ordine dell'evento, guardando a vista Spiaggia di Scheveningen prima di una tempesta (1882) e Una congregazione lascia la chiesa riformata di Nuenen (1884-1885), esposte, nel solo primo giorno, alla presenza di 722 visitatori

La mostra proseguirà fino al giorno 27 e, visto l'esordio boom, ha messo in risalto le grandi potenzialità del museo, come detto negli scorsi mesi. Infatti, sotto la direzione di Sylvain Bellenger, nell’ultimo anno ha visto crescere del 22 per cento il numero dei suoi visitatori.

L’esposizione dei quadri prima del loro rientro in Olanda (da cui la presenza dell'ambasciatore), accolta con entusiasmo anche dal Museo di Van Gogh di Amsterdam, è promossa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, dal Museo e Real Bosco di Capodimonte e finanziata dalla Regione Campania. Il progetto è attuato dall'organizzazione Scabec Spa.

Questa tre settimane di grande arte si possono però considerare una sorta di antipasto per quello che sarà il vero evento del polo museale napoletano, l'arrivo delle opere di Pablo Picasso al Museo di Capodimonte, nell'ambito dell'iniziativa "Picasso e il Mediterraneo" sostenuta dall'Unione europea. Il debutto avverrà a circa 2 mesi di distanza dall'esposizione dei 2 Van Gogh: il 9 aprile. Pezzo forte dell'evento sarà l'esposizione di Parade che, con i suoi 11 metri per 17, è l'opera pittorica su tela più grande del mondo.



La nuova mappa della Camorra

di Luigi Rinaldi

La camorra rappresenta un fenomeno criminale ancora complesso e frammentato, che trova terreno fertile nelle zone più emarginate della città di Napoli e del suo hinterland, dove sono concentrati disagi di ogni genere, dalla povertà all’ignoranza, dall’assenza di nuclei familiari uniti da un’integrità di valori all’elevato tasso di evasione scolastica.

E’ questo lo sconcertante quadro che emerge nella prima relazione semestrale del 2016 della Direzione Investigativa Antimafia. Un’ulteriore novità rispetto al passato riguarda la presenza di figure femminili a capo dei clan, con un ruolo sempre più determinante nella gestione delle attività illecite. 

Nella città di Napoli risultano attive circa 40 organizzazioni camorristiche, con oltre 1.000 affiliati e con una notevole capacità di rigenerarsi, nonostante le numerose operazioni condotte dalla magistratura e della polizia giudiziaria, riuscendo a trovare nuove leve da arruolare nel misero e degradato contesto sociale in cui operano. L’attività principale dei clan resta sempre il traffico internazionale di sostanze stupefacenti, ma le organizzazioni risultano in grado di interferire in ben cinque settori: appalti pubblici, sanità, scommesse sportive, mercato agro - alimentare e gestione dei rifiuti

Appare cambiata la strategia dei clan storici (Contini, Di Lauro, Amato – Pagano, Licciardi, Mallardo, Mazzarella, Moccia), i quali limitano il ricorso ad azioni violente per lasciare la gestione delle attività esecutive a gruppi satellite, onde dedicarsi ad attività criminali di più alto profilo, come il riciclaggio ed il reimpiego di denaro di provenienza illecita. 

Nell’area centrale di Napoli, roccaforti del clan Contini sono le zone del Vasto, Arenaccia, Rione Amicizia, Ferrovia e Borgo Sant’Antonio Abate, mentre a Poggioreale regnano sempre i Mazzarella, ancora forti anche nel quartiere Forcella, con il supporto della famiglia Del Prete e con in mezzo le nuove leve della terza generazione dei Giuliano e alcuni “girati” dello stesso clan Mazzarella. 

Il quartiere Sanità è la zona dove nel 2016 la faida tra clan è stata più feroce: da una parte gli Esposito-Genidoni-Spina, supportati dal gruppo di Walter Mallo (Miano), dall’altra i Vastarella, alleati con i Savarese-Sequino, e supportati dai Lo Russo (oggi quasi tutti collaboratori di giustizia) e dai Licciardi della Masseria Cardone

Nella zona del Cavone si riscontra una situazione di instabilità che vede contrapposti il clan Lepre con quello degli Esposito, attivo anche nei Quartieri Spagnoli. Qui invece il declino dei Mariano, dopo arresti e pentimenti, ha favorito l’ascesa dei Ricci e di nuovi clan emergenti. 

A Chiaia sono presenti i gruppi Piccirillo-Frizziero e Cirella-Strazzullo. A Posillipo invece il clan facente capo ad Antonio Calone risulta indebolito dopo l’arresto di quest’ultimo, avvenuto lo scorso 9 giugno. 

Nell’area Nord il clan storico della zona collinare di Napoli è quello della famiglia Cimmino con il boss, Luigi Cimmino, arrestato il 5 marzo 2016 in Veneto dopo una latitanza di quasi un anno. Gli affari illeciti restano però saldamente nelle mani delle figure più anziane dell’organizzazione criminale. Quelli di Secondigliano e Scampia sono i territori in cui agiscono più clan. 

In particolare sono sempre presenti i Licciardi, nella zona della Masseria Cardone, e i Di Lauro a Scampia, guidati dai figli di Paolo detto Ciruzzo ‘o milionario, alcuni scarcerati di recente o altri latitanti da anni come Marco Di Lauro irreperibile da oltre 12 anni. Quest’ultimo si contende con la Vanella Grassi il controllo del traffico di stupefacenti, nonostante i “girati” siano stati colpiti duramente da arresti e blitz

Nella zona delle Case Celesti a Secondigliano è ancora attivo il clan Marino mentre a San Pietro a Patierno si registra una supremazia dei superstiti del clan Bocchetti. Presente invece nei comuni a nord di Napoli (Melito, Arzano e Casavatore) il clan degli Amato-Pagano, gli Scissionisti di Scampia che hanno trovato la loro roccaforte in questi territori. 

Nell’area est di Napoli, secondo quanto riferito dalla D.I.A. la situazione viene considerata in piena evoluzione a causa della nascita di nuovi giovani gruppi criminali dopo i numerosi arresti che hanno decimato il clan D’Amico (i cosiddetti “fraulell”). 

Il quartiere di San Giovanni a Teduccio è scenario dei contrasti tra le famiglie Mazzarella e Rinaldi-Reale-Formicola. A Barra invece appare in difficoltà il sodalizio Cuccaro-Aprea, fenomeno che potrebbe provocare l’ascesa di clan emergenti o l’allargamento della propria zona di influenza da parte dei gruppi presenti a Ponticelli. 

Infine, nell’area Ovest è in corso da diversi mesi una violenta guerra tra lo storico clan dei Pesce-Marfella-Foglia e il gruppo emergente capeggiato da Salvatore Romano e supportato dai reduci dei Mele. 

Zona in continuo fermento criminale nel 2016 anche quella di Soccavo dove sono contrapposti i clan Vigilia, supportati dai Pesce-Marfella di Pianura, e il gruppo Sorianiello, aiutato invece dalle nuove leve di Pianura e dai Giannelli di Bagnoli

Diversa invece la situazione nel Rione Traiano, diventato negli ultimi anni la principale piazza di spaccio presente a Napoli. Sono ben quattordici i luoghi di smercio che si dividono le famiglie Puccinelli e Cutolo. I clan del Rione Traiano hanno però subito un duro colpo in seguito all’operazione condotta dai carabinieri, al termine delle indagini della magistratura, che il 31 gennaio 2017 ha portato all’arresto di ben 88 affiliati a varie famiglie riconducibili al gruppo principale dei Puccinelli. 

Il 2016 è stato l’anno nel quale le forze dell’ordine hanno smantellato quel che restava del clan D’Ausilio, predominante a Bagnoli. A Fuorigrotta invece sono tre i clan a dividersi il territorio nella penombra: i Zazo nella zona dello stadio San Paolo, il sodalizio Iadonisi per la parte vecchia del quartiere e i Baratto-Bianco zona via Leopardi-via Cumana.




L'immensa vergogna che nessuno vede

            di Gian Marco Sbordone
Vivere in una metropoli, si sa, comporta, tra le altre cose, il sorgere frequente dell’ esigenza di doversi spostare utilizzando un’ automobile. Se si vive a Napoli, capita che questa esigenza divenga spesso l’ unica alternativa possibile. Ciò a causa dell’ evidente inaffidabilità del trasporto pubblico cittadino, il quale spesso non costituisce una valida garanzia, per chi ne usufruisce, di giungere in orario alla propria destinazione. I napoletani trascorrono quindi molto tempo alla guida, destreggiandosi nervosamente nel caotico traffico urbano, spesso nell' affannosa ricerca di un posto ove parcheggiare. Chi vive a Napoli non ha scelta. E’ costretto quotidianamente ad avere a che fare con loro, i padroni incontrastati della città: i parcheggiatori abusivi

A dire il vero, l’ espressione “parcheggiatori abusivi”, quella comunemente utilizzata quando ci si riferisce a questi soggetti, ci appare oltremodo minimizzante; del tutto inadeguata ai fini di una corretta e totale comprensione dell’ argomento di cui stiamo parlando, potremmo forse azzardare e dire che quest’ espressione possa entrare di diritto nel vasto paniere dei modi di dire politicamente corretti. Anziché parlare di “parcheggiatori abusivi”, sarebbe più opportuno, e in verità più onesto, parlare di “fecce umane”, “farabutti”, “criminali estorsori”. Se chi legge reputa tali appellativi eccessivamente forti, forse ritrovandosi a biasimare la rabbia di chi scrive, appare evidente che per chi legge sia giunto il momento di darsi una bella svegliata. Aprite gli occhi, abbandonate la visione folkloristica di un ragazzotto un po’ ignorante che, magari esibendo un tranquillo sorriso, nel momento in cui scendete dalla vostra auto dopo aver parcheggiato vi chiede: “Dottò, me lo fa prendere un caffè?...una cosa a piacere vostro…”. Una scena del genere, nella Napoli di oggi, è rarissima. Quasi non esiste più.

L’ evidenza dei fatti è un'altra ed è un’ evidenza in cui non vi è nulla di folkloristico, nulla di poetico. E’ ormai da molti anni che questi soggetti si comportano in modo sempre più aggressivo e minaccioso. Ed è da molti anni che “l’ offerta a piacere” è ormai un lontano ricordo. Nella Napoli di oggi, ogni parcheggiatore stabilisce le proprie tariffe. Si avvicinano (spesso sono più di uno) e con fare minaccioso ti dicono, ad esempio :” sono tre”. In determinate zone della città le tariffe salgono a 5 euro, lo stesso accade in occasione di ogni gara interna del Napoli, momento in cui tutte le strade che si trovano nel raggio di un chilometro di distanza dallo stadio, insieme formano un immenso parcheggio abusivo.

Ciò che da un po’ di tempo a questa parte sconvolge -anche se pare che nessuno tra cittadini, giornalisti, forze dell’ ordine se ne sia accorto- è l’ aumento esponenziale di questi individui. In tutta la città se ne contano a migliaia, sono dappertutto. Controllano senza sosta, in modo sistematico e capillare qualunque strada o piazza che si trovi in prossimità di un qualunque punto di ritrovo. E’ impossibile evitarli. Anche qualora si cerchi di parcheggiare l’ auto in posti più isolati per tentare di sfuggire alla regolare estorsione non c' è nulla da fare. Come parassiti si annidano in quasi ogni arteria cittadina. 

E’ stato calcolato che quello del parcheggio abusivo, nella sola città di Napoli, sia un business da almeno 2 milioni di euro mensili, un business sul quale, ovviamente, vi è il controllo della camorra.
Se si sceglie (quando si ha la fortuna di avere una scelta) di non fuggire e di rimanere a Napoli, bisogna essere ben consci del fatto che si tratta di una scelta che comporta l’ accettazione di innumerevoli compromessi. Alcuni dei quali sono compromessi da stabilire con se stessi, rinunciando, di volta in volta, ad un pò della propria dignità di essere umano. E l’ essere costretti a sopportare quotidianamente di subire estorsioni per mano di criminali balordi che in maniera velata (ma spesso anche esplicita) minacciano di danneggiare la tua automobile se non paghi è una di quelle cose che calpestano e violentano la nostra dignità.

Il logico senso di frustrazione e di sconforto che ne deriva è acuito dalla rassegnata consapevolezza dell’ impossibilità di punire questi delinquenti. L’ estorsione da parcheggio abusivo non è punibile penalmente e, cosa veramente assurda, non rientra neanche nelle competenze della Polizia Di Stato.

Eppure, ultimamente avevamo sperato in una svolta. Si era parlato di una serie di misure atte a migliorare la sicurezza cittadina, facenti parte di un pacchetto proposto dall’ Anci. In un primo momento pareva che questo dovesse contenere, finalmente, anche l’ introduzione del reato penale circa l’ attività di parcheggiatore abusivo. Non è stato così, e il decreto è stato approvato senza che al suo interno fosse stata fatta menzione alcuna del problema.

Un’ occasione persa. E nel frattempo, in molte città italiane e a Napoli in particolare, l’ immensa vergogna delle estorsioni inflitte agli automobilisti continua a perpetuarsi nel silenzio e nella indifferenza generale, portando via ai cittadini la loro sicurezza e la loro dignità e alle istituzioni di questo Paese ulteriore credibilità. Come già detto, il fenomeno dei parcheggiatori abusivi ha assunto a Napoli, negli ultimi anni, dimensioni enormi e preoccupanti. Allora, forse, l’ unica cosa che resta da fare è augurarsi che la cosa peggiori ulteriormente, che si arrivi ad un punto così critico e così insostenibile che chi di dovere si veda impossibilitato a girarsi dall’altra parte e costretto a prendere provvedimenti seri. Perché così non si può andare avanti.
                                        

Tutte le novità sulla Carta di identità elettronica

di Marcello de Angelis
Di sicuro il 1° gennaio 2017 rappresenta una data che segna una vera evoluzione nella gestione dell’amministrazione pubblica. Infatti dal primo giorno dell’anno il Comune di Napoli ha iniziato a rilasciare la nuovissima “Carta d'Identità Elettronica”

 Le Sedi Municipali di Chiaia - S.Ferdinando e San Giovanni a Teduccio erano le uniche, fino al dicembre 2016, presso cui era possibile richiedere il documento di ultima generazione (chiamato semplicemente “CIE3”) mentre oggi il servizio è disponibile in tutte e 10 le Municipalità che sono diventate, di conseguenza, il punto di riferimento per il primo rilascio e per le sostituzioni in caso di furto, smarrimento e deterioramento.

Nata nel 1997 grazie alle cosiddette leggi Bassanini, la CIE diventa documento d'identità sostitutivo alla carta d'identità cartacea con il decreto interministeriale del 23 dicembre 2015 in cui vengono anche specificate le sue aggiornatissime caratteristiche, che hanno portato alla nascita dell’attuale terza generazione da cui il nome “CIE3”. 

Napoli può quindi definirsi la prima, tra le grandi città italiane ad aver sperimentato e quindi adottato l’innovativo tesserino elettronico, adeguato agli standard internazionali di sicurezza e a quelli anticlonazione e anticontraffazione. 

In policarbonato, ha le dimensioni di un bancomat ed è dotata di particolari sistemi di sicurezza come un microchip a radiofrequenza che memorizza i dati del titolare, compresi gli elementi biometrici (come le impronte digitali); un servizio di firma digitale; una foto in bianco e nero stampata a laser che ne garantisce un'elevata resistenza alla contraffazione e conterrà anche l'eventuale consenso o diniego alla donazione di organi.

Essa col tempo sostituirà integralmente il documento tradizionale che attualmente viene rilasciato a vista esclusivamente a fronte di una comprovata ed urgente necessità e/o ai cittadini iscritti all'A.I.R.E. che ne facciano richiesta. Per il suo eventuale rilascio è stata creata per ciascuna Municipalità un’ unica specifica postazione, unitamente a quella già precedentemente operativa, presso l'Aeroporto Internazionale di Capodichino

Per richiederla la “CIE3” è necessario esibire una fotografia in formato cartaceo conforme agli standard ICAO, ed il codice fiscale. Essa non sarà consegnata a vista dagli uffici anagrafici. Allo sportello della propria Municipalità verranno acquisiti i dati personali su un sistema informatico collegato con il Centro nazionale dei Servizi Demografici del Ministero dell'Interno e al cittadino verrà rilasciata una ricevuta che attesta l'avvenuta registrazione insieme alla prima metà del Pin identificativo corrispondente alla carta. Dopo 6 giorni lavorativi il Poligrafico dello Stato la spedirà direttamente all'indirizzo indicato dall'interessato unitamente alla seconda parte del Pin.

Valida come documento di identità e di espatrio in tutti i Paesi dell'Unione Europea e in quelli che la accettano al posto del passaporto, la “Carta d’Identità Elettronica” costituisce altresì un "fattore abilitante" per l'acquisizione della identità digitale sul “Sistema Pubblico di Identità Digitale – SPID” e per la fruizione di altri servizi in Italia e in Europa.

Con la fornitura della Carta d’Identità Elettronica in anteprima nazionale, l’impegno assunto dall'Amministrazione comunale nei confronti della cittadinanza è stato mantenuto” affermano con orgoglio dal Comune di NapoliUn traguardo che porterà Napoli tra le prime città ad essere totalmente informatizzate nell'interesse della sicurezza dei cittadini. Nei prossimi mesi saranno attivati servizi online per il rilascio di documenti anagrafici anche in bollo. Essi si aggiungeranno alla possibilità di scaricare già autocertificazioni anagrafiche e di stato civile”.

Dopo Napoli la fruizione della “CIE3” sarà ovviamente estesa sull'intero territorio nazionale, ma a noi spetta la grande soddisfazione di essere stati gli “apripista” per una prestazione così tecnologicamente avanzata. Perché la nostra nuova Napoli è così: immersa nella storia, ma con lo sguardo sempre più rivolto al futuro.


Tripadvisor Hotel Awards: le strutture campane fra le migliori d'Italia

di Massimiliano Pennone

Maiori, Costiera Amalfitana
TripAdvisor, il sito più famoso al mondo per le recensioni di luoghi e di viaggi ha annunciato i vincitori dell’annuale Travelers Choice Hotel Awards, la competizione che premia le migliori strutture alberghiere in base ai giudizi degli utenti che utilizzano la piattaforma. I vincitori sono stati decretati sulla base di milioni di recensioni e opinioni scritte durante il 2016 per 109 paesi diversi e per un totale di 7.607 strutture.

La Campania (terza regione più premiata del paese) conferma la qualità della sua offerta ricettiva, portando a casa ben 29 riconoscimenti, per un totale di 20 strutture (subito dopo la Toscana - 22 hotel premiati e 29 riconoscimenti - e il Trentino Alto Adige - 28 hotel premiati e 34 riconoscimenti).

Fra i premiati ci sono anche tre hotel campani che rientrano nella classifica nazionale dei “Migliori Hotel di Lusso” stilata dal sito. Infatti, subito dopo il Portrait Firenze di Firenze e il J.K. Palace di Roma, gli utenti hanno premiato il Bellevue Syrene di Sorrento, descritto come “una struttura elegante e dalla vista mozzafiato”. Sempre a Sorrento, il Grand Hotel Excelsior Vittoria conquista il quarto posto, mentre l’hotel e San Pietro di Positano il decimo.

Per la Campania bene anche nella categoria “Migliori Tariffe”: l’Hotel Villa Sirena di Casamicciola Terme, ad esempio, ha ottenuto il secondo posto della classifica nazionale, il settimo posto della classifica mondiale e il sesto di quella europea. I viaggiatori hanno infatti premiato l’ottimo rapporto qualità/prezzo della struttura, meta molto gettonata nei mesi estivi e non solo.

Siamo felici di annunciare l’ottimo risultato che la Campania ottiene, anche quest’anno, nei Travelers’ Choice™ Hotel Awards 2017, riscuotendo il plauso dei viaggiatori di tutto il mondo che hanno apprezzato le strutture della regione”. Così ha commentato i risultati delle votazioni Valentina Quattro, portavoce di TripAdvisor per l’Italia. “Grazie a questa classifica, stilata sulla base dei giudizi espressi dalla nostra community, i viaggiatori di tutto il mondo possono lasciarsi ispirare e prenotare il loro prossimo soggiorno a ottimi prezzi su TripAdvisor, anche nella premiatissima Campania”.

Il Presidente della Regione, Vincenzo De Luca, ha commentato le classifiche dopo aver ricordato, nei giorni scorsi, come Napoli e tutta la Campania stanno vivendo un periodo d’oro per il turismo e la cultura: “Lo straordinario riconoscimento all’accoglienza turistica della Campania che arriva da TripAdvisor, conferma con 29 riconoscimenti e 20 strutture premiate, lo slancio che la nostra regione sta dando al turismo” - “Da un lato il record di presenze e dall’altro l’alta qualità e spesso l’eccellenza delle strutture di accoglienza rappresentano motivo di soddisfazione e orgoglio, ma anche un ulteriore incentivo nel continuare a fare dell’organizzazione la nostra priorità. Se arrivano più turisti in Campania, per motivi anche non dipendenti da noi ma dalle congiunture internazionali, abbiamo il dovere di continuare ad offrire sempre di più, insieme all’immenso patrimonio artistico, storico, culturale e ambientale unico al mondo”.



Neet Generation: non sanno scrivere in italiano

di Noemi Colicchio

"È chiaro ormai da molti anni che alla fine del percorso scolastico troppi ragazzi scrivono male in italiano, leggono poco e faticano a esprimersi oralmente. Da tempo i docenti universitari denunciano le carenze linguistiche dei loro studenti (grammatica, sintassi, lessico), con errori appena tollerabili in terza elementare. Nel tentativo di porvi rimedio, alcuni atenei hanno persino attivato corsi di recupero di lingua italiana". È questo l’incipit della lettera aperta firmata da 600 professori universitari italiani quasi tutti appartenenti all’Accademia della Crusca, dal titolo “Saper leggere e scrivere: una proposta contro il declino dell’italiano a scuola”, inviata a Governo e Parlamento come pungolo, stimolo a cambiare lo stato dei fatti.

La lettera, promossa dal Gruppo di Firenze per la scuola del merito e della responsabilità ha avuto enorme risonanza, suscitando lo stupore degli stessi firmatari, al contempo felici di aver ottenuto l’attenzione necessaria per far emergere la problematica. A quanto pare l’incapacità di scrivere in italiano corretto deriva da una scarsa acquisizione di competenze maturata durante il periodo della scuola d’infanzia primaria, le elementari, per capirci. Incrementare il numero di verifiche nazionali periodiche, sostengono i professori, darebbe modo agli insegnanti di stabilire degli obiettivi comuni da prefiggersi di mese in mese e renderebbe meno drammatico per gli studenti il confronto con l’ansia da esame. Messe in discussione sono le competenze di base: dettato ortografico, riassunto, comprensione del testo, conoscenza del lessico, analisi grammaticale e scrittura corsiva a mano. 

Prof. Marcello Messori
La scuola di base non ha saputo adeguare l’insegnamento dei fondamenti della lingua italiana, dall’ortografia alla grammatica, all’evoluzione delle forme e delle capacità di apprendimento di giovani che hanno vissuto e stanno vivendo in una società in forte cambiamento. Per svolgere un compito così complesso, la scuola di base avrebbe dovuto essere oggetto di efficaci strategie di programmazione e di investimento da parte dei responsabili delle politiche economiche e sociali e da parte dei rappresentanti del corpo docente. Viceversa, da tempo, si sono mortificate le professionalità degli insegnanti e si è reso marginale il loro ruolo sociale”. Così commenta il Prof. Marcello Messori, l’unico economista tra i mandatari, sottolineando quanto la malandata padronanza della lingua italiana scritta infici sulla capacità di ragionamento dei ragazzi, inconcludenti spesso e volentieri per questo motivo anche nelle materie che sembrano avere ambiti di applicazione completamente diversi, come le scienze matematiche. 

Così, nell’anno in cui si festeggia il trentennale italiano del progetto Erasmus, quegli stessi studenti cui viene contestata la poca multiculturalità e capacità di comprensione dei testi, diventano destinatari in Campania del progetto MIT Europe - Marketing Internationalization and Tourism in Europe. Previste 200 borse di studio per svolgere un’esperienza di stage all’estero della durata di quattro settimane per altrettanti studenti delle superiori degli Istituti coinvolti. L’obiettivo, dichiara l’assessore alla Formazione della Regione Campania Chiara Marciani, non è mandare via nostre potenziali leve, ma acuire la loro professionalità in contesti meglio organizzati per poi favorire il loro rientro consapevole in Campania ed un inserimento efficiente nel mercato del lavoro italiano. 



Istituto “Pascale”: nuove speranze per la cura del tumore al fegato

di Luigi Rinaldi
Durante il mese di maggio dello scorso anno, il Prof. Luigi Buonauguro, dell’Istituto Nazionale dei Tumori “Fond. Pascale” di Napoli, aveva annunciato l’esistenza, nell’ambito di uno studio internazionale finanziato dalla Unione Europea, del progetto HEPAVAC per la realizzazione di un vaccino universale contro il tumore al fegato

Il lungo e complesso lavoro dei ricercatori, provenienti da cinque Paesi differenti, iniziato nel mese di settembre del 2013, ha prodotto i frutti sperati ed a breve inizierà la fase di sperimentazione. Nel corso della prossima primavera, quaranta pazienti in tutto il continente europeo saranno sottoposti al trattamento per verificarne gli effetti sul tumore. Quindici, di questi pazienti, verranno scelti tra quelli in cura all’Ospedale “Pascale”. Si tratterà di malati affetti da neoplasia primitiva al fegato, già trattati chirurgicamente o in loco – regionale. 

La selezione sarà molto accurata, proprio al fine di individuare i pazienti in possesso dei requisiti per essere sottoposti al trattamento e che consentano di poter valutare in modo compiuto la portata ed i reali effetti del vaccino. L’obiettivo della sperimentazione è quello di ottenere, in tempi rapidi, uno nuovo efficace strumento di lotta contro il cancro al fegato

Il tumore epatico rientra tra le cinque neoplasie più frequenti al mondo ed il secondo, per mortalità, dopo quello al polmone, per la modesta efficacia delle terapie attualmente a disposizione. L'incidenza del tumore epatico varia molto a seconda delle zone geografiche. È più diffuso in Asia, meno negli Stati Uniti e in Europa. In Italia è più raro, pari a circa il 3% di tutti i nuovi casi di tumore, con un rapporto di circa 2 a 1 tra uomini e donne

Tuttavia, in Campania, a causa della elevata prevalenza di soggetti affetti da epatite cronica B e C, vi è un numero molto più elevato di pazienti con tumore al fegato rispetto ad altre nazioni occidentali. Negli uomini, l'incidenza cresce rapidamente con l'aumentare dell'età, passando da 3 per 100.000 nel gruppo con età inferiore a 45 anni, a 32 per 100.000 nei pazienti con età compresa tra 60 e 64 anni, per finire a 62 per 100.000 nel gruppo di pazienti d'età superiore a 75 anni. 

L’AIRC stima che ogni anno vengano diagnosticati in Italia 8.800 tumori primari del fegato negli uomini e 4.000 nelle donne (stime Registro tumori italiano 2016). Le difficoltà nella cura di questa neoplasia sono tante, ma la speranza va alimentata ed il progetto HEPAVAC ne rappresenta una prova. 


Napoli: Piazza Plebiscito si rifà il look

di Marcello de Angelis

Napoli, Piazza del Plebiscito: una delle più grandi piazze della città e d'Italia con i suoi 20.000 metri quadri di superficie, meta obbligata dei turisti di tutto il mondo, scenario dei principali avvenimenti sia cittadini che nazionali, si rifà il look. E lo fa alla grande.

Infatti lo scorso 26 gennaio, all’interno del Tavolo Tecnico che si è riunito presso la Prefettura, è stato sottoscritto il Protocollo d’Intesa per la realizzazione del Progetto di riqualificazione della Piazza e dei suoi spazi sotterranei. Risultato di un fruttuoso incontro di idee tra il Sindaco Luigi de Magistris congiuntamente con il Prefetto di Napoli Gerarda Maria Pantalone, il Direttore Centrale per l’Amministrazione del FEC (Fondo Edifici di Culto) del Ministero dell’Interno, Prefetto Angelo Carbone, e il direttore Regionale Agenzia del Demanio, Edoardo Maggini. Alla stesura del progetto hanno partecipato anche la Curia, il Provveditorato alle OO.PP., la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli. 

L’obiettivo principale è stato quello di condividere un piano che avesse alla base un proficuo e coordinato cronoprogramma degli interventi previsti sugli edifici presenti nella Piazza, al fine di garantire il recupero, la rivitalizzazione e la restituzione alla collettività dell’intero complesso monumentale. Il tutto partendo dalla partecipazione congiunta degli Enti coinvolti chiarendone i termini dei reciproci impegni assunti. Il Comune si è fatto carico di tutta l’organizzazione, realizzazione e gestione finanziaria del progetto.

La volontà delle parti è di procedere ad una riqualificazione non solo della Piazza, luogo meravigliosamente incorniciato tra il palazzo della Prefettura, la Basilica Reale Pontificia di San Francesco di Paola, Palazzo Salerno, il Palazzo Reale e la straordinaria, mozzafiato veduta sul Vesuvio e su parte del Golfo, ma anche dei locali presenti all’interno del colonnato della Chiesa e dello spazio ipogeo presente al di sotto del suo porticato. 

E proprio qui sta la grande novità: utilizzare quelle aree sottostanti il livello stradale, finora completamente ignorate, con il desiderio di creare un posto ideale per esposizioni museali interattive, conferenze, convegni, seminari, rassegne d’arte, mostre e manifestazioni culturali. Idea mai presa in considerazione dalle amministrazioni precedenti. Il progetto prevede la concessione di questi spazi da parte dell’Agenzia del Demanio al Comune di Napoli a titolo gratuito e in regime di reciprocità. 

L’accesso alla zona del sottosuolo è previsto attraverso i civici 6 e 7 della Piazza, sempre di proprietà del Fondo Edifici Culto al quale il Comune garantirà la corresponsione annuale di una percentuale del 10% dell’incasso derivante dalla bigliettazione per l’accesso alle iniziative organizzate nel sottosuolo della nostra città.

Si consegna alla città la concreta possibilità di una riqualificazione e una maggiore vivibilità di luoghi che finora erano esclusi” ha detto il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, “un esempio e’ l’ipogeo dove si potrà fare tantissimo per la cultura, un luogo da riscoprire che si collega alla Galleria Borbonica arrivando fino a via Morelli. Dunque un completamento della “Napoli Sotterranea”, un risultato incredibile. Se la Piazza viene vissuta, se nei porticati nascono botteghe ed esercizi, se si può concedere occupazione di suolo pubblico per renderla più viva, e’ un fatto assolutamente positivo. Noi immaginiamo posti in cui possa esserci intrattenimento, economia, commercio, ovviamente nel massimo rispetto del posto in cui ci troviamo e della sua immensa storia. Il passo successivo immediato deve essere il bando per l’assegnazione dei locali”.

"Mentre due di essi serviranno per accedere nelle viscere della Piazza, i restanti 12 saranno utilizzati per negozi di artigianato e altro, sulla base di un bando che sarà messo a punto dalla Prefettura in base a determinati tempi tecnici”, ha completato il prefetto Pantalone.

Introibo alla cultura di Napoli” (introibo, dal latino “entrare in discorso”) sarà il logo della parte ipogea di Piazza del Plebiscito, un omaggio alla sacralità dei luoghi, in un percorso archeologico che porterà alla scoperta di una Napoli misteriosa e affascinante, ma anche l’incipit che dovrebbe introdurre a un viaggio nella Napoli artistica. "Sarà il punto di accoglienza per i turisti e i napoletani” spiegano dall’Assessorato alla Cultura abbiamo chiesto ai musei del Duomo e di Capodimonte di fornirci anche opere da installare. Chi arriverà avrà un assaggio del nostro bagaglio storico e artistico. Da li potrà poi scegliere dove recarsi per visitare Napoli”.

Dunque Piazza del Plebiscito, luogo simbolo dei napoletani, si appresta a staccare il cosiddetto “tagliando” per diventare ancora più bella, funzionale e artistica. La sua magnificenza ricca di storia, si dà qualche ritocco…giusto per vanità, come fanno le vere dive… per confermare e sottolineare ancora una volta la sua meraviglia assoluta e il suo essere il nostro orgoglio nel mondo.


La scuola dei “senza”

di Noemi Colicchio

Gymnasium - Kopenhagen
Partirà a settembre un ulteriore progetto di «scuola democratica» a Parigi, rivolto ad allievi dai 3 ai 20 anni, nella scia degli istituti già avviati su tutto il Paese che si sono fatti portavoce di una sempre più consistente critica al sistema scolastico francese, ormai ritenuto troppo rigido, severo e autoritario. I bambini possono scegliere come organizzare le attività della giornata in base ai loro interessi e i loro ritmi, dunque nessuna gerarchia nei processi decisionali né nella disposizione delle classi: abolite le aule, l’istituto è dotato di ampi spazi aperti in cui condividere momenti ricreativi, anche tra alunni di età nettamente diverse. 

Sembra fantascienza? In realtà nel resto del mondo questo sistema è già stato più volte dichiarato idoneo dopo crash test di notevole portata. Basti pensare che l’idea di una nuova scuola è stata partorita nel lontano 1921 in Inghilterra, dalla mente di Zoë Neill Readhead, fondatore della Summerhill School, e poi ripresa da Daniel Greenberg nella ormai famosissima Sudbury Valley School degli Stati Uniti d’America nel 1968. Senza orari pianificati, le lezioni hanno origine solo su esplicita richiesta dei ragazzi. 

Niente regole, se non il divieto di introdurre droghe nell’edificio: l’autoregolamentazione, così come sosteneva Ignazio da Loyola, sembra essere il miglior modo per stimolare la coscienziosità in un gruppo. Dal Brasile al Giappone, passando per Israele, modelli scolastici simili sono all’ordine del giorno. I più famosi in assoluto sono senza dubbio quelli finlandesi, norvegesi e danesi, dove quest’anno si è assistito all’introduzione tra le materie scolastiche dell’educazione all’empatia: per un’ora a settimana chiamata “Klassen Tid” i ragazzi si confrontano tra loro, parlando dei problemi, delle difficoltà, delle emozioni belle e di quelle brutte, imparano a comprenderle, esprimendole.

Con quasi un secolo di ritardo, anche in Italia cominciano a sorgere i primi episodi di “scuola democratica”, da cui la solita impostazione di rigida divisione tra studenti e insegnanti simbolicamente marcata dalla cattedra esce completamente sconfitta. Partirà anch’essa il prossimo settembre da Torino, si chiama Basic Village ed è un istituto privato ideato e gestito da Laura Milani, Direttore e "Ceo" dello Iaad, l'Istituto di arti applicate e design. Niente zaino carico di libri e niente compiti a casa, perché questa scuola sperimentale «sceglie di responsabilizzare i bambini e renderli indipendenti, credendo nella loro intelligenza e nei loro talenti. Il tempo libero, i weekend e le vacanze sono da rispettare e impiegare in altre attività che fanno parte della scuola della vita» afferma la dott.ssa Milani. Le materie di insegnamento sono suddivise in 5 aree: alfabetizzazione, immagine, scienza, suono e movimento. Grande importanza verrà data all’inglese e allo sport, per combattere la stasi tipica dei banchi di scuola.

La notizia arriva in un clima di grande fermento e dibattito alimentato dai genitori dei bambini circa la possibilità di una scuola innovativa, che non li costringa a studiare a casa e li stimoli invece ad organizzare il proprio tempo libero favorendo momenti di evasione e creatività. Non possono che essere considerati esperimenti al momento, condotti ancora su scale ridotte, o realtà ben affermate in comuni piuttosto ristretti, soprattutto del toscano. 

Il sistema scolastico italiano affonda le sue radici in una storia e tradizione che pochi precedenti contano nel resto del mondo: da Maria Montessori al maestro Manzi, intere generazioni abituate ad apprendere guardando gessetti disegnare sul nero della lavagna. Le tradizioni però mutano, sussumono nel tempo nuove influenze, smussandosi negli angoli e mostrando duttilità. C’è chi dice invece che il reale scoglio sia l’enorme affaticamento burocratico cui è costretto il sistema scolastico italiano, che ancora stenta ad adottare consapevolmente le nuove tecnologie, usate dagli studenti più in casa che non nei luoghi deputati all’apprendimento. Insegnanti che ancora non hanno collocazione certa, strutture da mettere in sicurezza, tutto vero. 

È altresì vero che un cambio di mentalità darebbe una boccata d’ossigeno a chi è incaricato di risolvere questi problemi. Si tenta di risolvere questioni strutturali per un sistema che ospita alunni scontenti. Perché perseverare? Il dibattito, finalmente, può dirsi aperto.


Il nuovo corso dello stadio Collana

di Marcello de Angelis

Lo Stadio Collana
Un vento carico di novità soffia sul Vomero, la zona collinare di Napoli, intorno allo “Stadio Collana”. L’impianto sportivo più noto della Città, secondo per capacità di spettatori allo “Stadio San Paolo”, nacque come campo di calcio alla fine degli anni venti, nel corso della seconda guerra mondiale. Requisito dalla Wehrmacht e utilizzato dalle SS come campo di concentramento nel quale rinchiudere i napoletani da inviare in Germania (provocando la reazione dei cittadini, sfociata poi nelle Quattro giornate di Napoli), fu intitolato ad Arturo Collana, giornalista sportivo tra i soci fondatori, nel 1946, del Gruppo Napoletano Giornalisti Sportivi, successivamente confluito nell'Associazione (poi diventata Unione) Stampa Sportiva Italiana. 

Completamente ristrutturato negli anni Settanta, è diventato un centro sportivo polifunzionale dotato di palestre, una pista di pattinaggio, un club di tennis e una piscina, dove si possono svolgere oltre alle partite di calcio, gare di atletica, football americano e rugby. Il passare del tempo, unito alla mancanza di una costante manutenzione, ha reso necessaria la progettazione di una serie di interventi atti ad un ammodernamento dell’intero complesso oggigiorno assolutamente necessario. 

Proprio per tali motivi la Regione Campania ha consegnato le chiavi del “Collana” ai vertici dell’Ati (Associazione Temporanea d’Impresa) “Collana Sport Center”, l’associazione che ha vinto il bando di gara riguardante la gestione dell’impianto per i prossimi 15 anni. La società consortile, formata dai club che attualmente già vi operano all'interno per varie discipline sportive è presieduta da Sandro Cuomo, l'ex campione olimpico di scherma ad Atlanta 1996 e ct della nazionale italiana di Spada, che con il suo Club Schermistico Partenopeo partecipa all’Ati "Collana Sport Center" insieme ad altre otto associazioni sportive tra cui c’è anche la “Napoli Carpisa Yamamay Calcio Femminile” e la “Napoli Calcio Donne” di Italo Palmieri, oltre alla “Cesport” di Giuseppe Esposito. Il progetto è quello di effettuare lavori di rifacimento dell'impianto per un importo complessivo di quasi sei milioni di euro.

Innanzitutto dobbiamo attuare l’adeguamento alla normativa vigente dell’impianto elettrico, quindi ottenere le certificazioni necessarie per aprire agli utenti” afferma Cuomo faremo di tutto per contenere i tempi e limitare il disagio, lasceremo che la stagione agonistica finisca e da giugno, approfittando della pausa estiva, inizieremo i lavori veri e propri. A fine settembre riapriremo al pubblico con un campo di calcio, una pista di atletica e una piscina, tutti integralmente rinnovati. Ma il primo passo da fare è la messa in sicurezza” ha poi concluso affermando “sarebbe sbagliato, oltre che antieconomico, attuare altri interventi prima della messa in sicurezza. Il cronoprogramma prevede inoltre un approfondito lavoro per le palestre di basket, judo, ginnastica e scherma. Si prevede un totale di 18 mesi di lavoro, intanto ci impegneremo ad attuare una gestione, diciamo così, silenziosa dell’impianto durante la sua progressiva apertura e continueremo ad applicare agli utenti le stesse tariffe". 

Si parla anche della costruzione di un bar per l’intrattenimento di atleti e genitori ed il rifacimento degli spalti. Ma i lavori non riguarderanno solo la sicurezza e la bellezza, si allargheranno anche a tutta l’area esterna che dà su piazza Quattro Giornate. In pratica entro la prossima stagione agonistica lo stadio dovrebbe tornare ai vecchi fasti. Oggi al Collana fanno sport ottomila persone ogni giorno, ma i vertici dell’Ati stimano che l’impianto viaggi al 30 per cento delle sue potenzialità. 

Dalla Regione Campania si afferma che ci sarà un costante monitoraggio sull’ avanzamento dei lavori e sull’operato del raggruppamento aggiudicatario dei lavori affinché siano rispettati rigorosamente i tempi previsti. Massima attenzione anche per quanto riguarda la fase gestionale. 

Da Palazzo San Giacomo fanno sapere che vigerà un dialogo con il consorzio sulla definizione di una convenzione capace di garantire lo sport anche alle fasce economicamente più deboli e alle scuole. 

Il Sindaco Luigi de Magistris ha inoltre richiamato l'attenzione sulla necessità che sia garantita la fruizione collettiva dell'impianto col proposito di condividere, tra Comune e Regione, ogni azione finalizzata a questo obiettivo.