di Antonio Cimminiello
Non bastava la scarsa “condizione” dei mezzi di trasporto. Non bastava la furia oramai ordinaria dei vandali. Il colpo di grazia alla situazione già infernale che vive da tempo il servizio pubblico in Campania, e soprattutto a Napoli, è stato inferto nei giorni scorsi dallo sciopero selvaggio indetto dal personale ANM. In più giornate i lavoratori hanno scioperato “a sorpresa”, garantendo la circolazione di pochissime vetture, molto al di sotto della media ordinaria (tra l’altro già di per sé insufficiente date le note criticità).
Il risultato di questa scelta si è tradotto in una paralisi, al punto che il blocco di alcuni depositi strategici ha portato alla sospensione del servizio stesso in alcune aree a considerevole densità abitativa, come ad esempio Portici e San Giorgio a Cremano. La revoca di un incontro tra i sindacati di categoria ed il Comune di Napoli è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: il rinvio di una decisione “cruciale” , quale è il varo di un piano di risanamento aziendale per la società di trasporti locale, è stato interpretato dai lavoratori come assenza di una volontà effettiva di affrontare quei problemi che si ripercuotono anche su chi tutti i giorni è costretto ad assicurare un servizio essenziale tra continue difficoltà. Ma in realtà questo stato di agitazione dura da prima di quella specie di “sciopero bianco” a più riprese verificatosi, come detto, nei primi giorni di Marzo: si può ricordare a tal proposito lo sciopero di 4 ore che fu indetto il 13 Dicembre 2016, oppure il più recente annuncio dello stato di agitazione, in data 24 Febbraio 2017, come “reazione” al possibile taglio dei salari accessori per mancanza di liquidità.
L’orizzonte non sembra essere il più roseo, almeno per ora. E’ in dirittura d’arrivo l’approvazione del piano per il risanamento di ANM, il quale però rischia di offuscare le decisioni pur buone in esso contenute (ad esempio la decisione di non sottrarre ai lavoratori i premi di risultato) con altre misure impopolari: su tutte, l’aumento delle tariffe previste per strisce blu ed alcune tipologie di biglietti. E potrebbe avere per certi aspetti il sapore della beffa anche la scelta della Commissione nazionale di Garanzia sugli scioperi di vederci chiaro sulla recente agitazione in seno ad ANM, avviando le procedure per individuare e sanzionare i responsabili di una protesta che, seppur espressione di una vera e propria esasperazione, ha finito col violare la normativa disciplinante l’esercizio del diritto allo sciopero. Insomma, il trasporto pubblico langue a Napoli, ed utenti e lavoratori continuano a pagarne le conseguenze.
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