di Luigi Rinaldi
Quando si parla di Sanità ci si dovrebbe soffermare sul lavoro di tanti ricercatori, impegnati nella lotta contro il cancro e le malattie genetiche, oppure sulle vite che ogni giorno vengono salvate nelle sale operatorie, ed, invece, agli onori della cronaca balzano continuamente scandali e nuovi procedimenti giudiziari. Telecamere ed intercettazioni telefoniche questa volta hanno incastrato medici ed impiegati in servizio presso l’Ospedale di Napoli “Loreto Mare”, con l’accusa di assenteismo.
Un’indagine partita qualche anno fa, con una richiesta di applicazione di misure cautelari per 54 persone, su un totale di 94 indagati tra medici e tecnici, avanzata dalla Procura di Napoli nel mese di ottobre del 2015 e firmata dal Gip del Tribunale di Napoli solo a febbraio 2017, consentendo, in tal modo, agli indagati di perdurare nella loro condotta criminosa anche dopo che i dispositivi di intercettazione e le telecamere nascoste piazzate dai militari dei Carabinieri hanno smesso di funzionare. I filoni accusatori sono diversi. Alcuni medici devono rispondere di aver violato il rapporto di esclusività con l’ospedale, dedicandosi anche al lavoro con centri privati. Per la maggior parte degli indagati i capi di imputazione sono l’associazione per delinquere e la truffa, per aver creato un sistema in grado di garantire marcature irregolari dei badge. Gli accessi abusivi al sistema informatico, invece, servivano per cancellare i recuperi dovuti dai ritardatari o per attribuire a qualcuno ore di straordinario mai svolte.
Durante il periodo di osservazione da parte dei Carabinieri sono state riscontrate gravi irregolarità proprio all’interno dell’ufficio presenze/assenze, destinato a garantire il controllo dell’intero personale in servizio presso il nosocomio. Come sottolineato dal Gip, all’interno del Loreto Mare c’era insomma “un sistema di diffusa illegalità – scrive il gip – che uniforma i comportamenti di numerosi dipendenti appartenenti a tutti i livelli della scala gerarchica”. Le gravi irregolarità emerse nel corso delle indagine, per la loro sistematicità ed estensione, come sottolineato dagli inquirenti, non potevano non essere osservate anche da parte dei dirigenti ospedalieri, il che lascia supporre l’esistenza di ulteriori connivenze o quanto meno una condotta indifferente e negligente da parte di coloro che erano addetti alla vigilanza sul personale.
Ne consegue che il filone investigativo potrebbe allargarsi e rilevare nuovi inquietanti scenari. L’ipotesi è che il Sica, cioè il sistema integrato di controlli aziendali, previsto dal 30 settembre 2010, con una delibera dell’allora commissario straordinario all’ASL Na1 centro, sia stato disatteso integralmente, che non siano state eseguite tutte le opportune verifiche di controllo sulla qualità e quantità del lavoro dei dipendenti, favorendo in tal modo il fenomeno dell’assenteismo, omettendo anche le più elementari forme di controllo. Sotto la lente di ingrandimento, dunque, l’intera catena di comando e dei controlli dell’Ospedale “Loreto Mare”. Spetterà ora alla Giustizia punire, in modo esemplare, i colpevoli di quelle che sono condotte illecite e non semplici “furbizie”, come qualcuno vorrebbe lasciar credere.
Atti criminosi che hanno rappresentato un grave danno all’immagine per la città di Napoli e per la Sanità meridionale, di cui proprio non v’era alcun bisogno. Vittime di questa situazione sono ancora una volta i pazienti. Non certo perché gli assenteisti abbiano determinato il problema della presenza delle barelle nei corridoi, problema quest’ultimo determinato dai tagli alla spesa sanitaria, ma perché ai pazienti è stato rubato il diritto alla salute ed a poter contare su medici sereni, in massima efficienza e sottoposti ad un ragionevole carico di lavoro.
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