di Massimiliano Pennone
In Italia esiste ancora un enorme
problema di digital divide. Intere fasce della popolazione sono escluse dai
servizi internet per carenza di competenze o mancanza di connessioni di rete
adeguate. Un deficit che riguarda non soltanto cittadini e consumatori, ma
anche aziende e piccole e medie imprese.
In Campania la situazione è
ancora lontana dagli standard raggiunti da altre regioni italiane, come ha
rilevato l’Osservatorio sull’Innovazione Digitale di EY (Ernst & Young) nel suo report sullo
stato di evoluzione della Campania. Nella Regione, infatti, lo sviluppo digitale non è
ancora ottimale, sia a livello di imprese che di contesto abilitante.
Esistono
però diverse realtà che si distinguono per il tasso di innovazione, focolari di
innovazione sulle quali, secondo l’Osservatorio, sarà importante far leva per
accelerarne lo sviluppo. Parliamo di realtà che eccellono
nell’uso delle piattaforme online a valore aggiunto (e-commerce) e innovative
(cloud), ma anche nella produzione di brevetti e nelle esportazioni. Nel dettaglio, tra i principali
punti di forza evidenziati dall’Osservatorio, la Campania mostra al momento uno
stadio piuttosto avanzato per quanto riguarda la copertura ultra broadband di
rete fissa (ultra fibra) e mobile (rispettivamente 3° e 6° posto in Italia),
così come per quanto riguarda il numero di imprese che utilizzano servizi di
Cloud Computing (6° posto).
Le imprese campane si dimostrano
anche fra le più creative d’Italia, con una percentuale di brevetti registrati
nel settore ICT (26%) molto superiore alla media nazionale (9%). La Campania è
poi una delle tre regioni che ha visto aumentare il proprio numero di nuove
startup innovative durante il 2016. Il tasso di natalità delle imprese nei
settori a più alta intensità di conoscenza è infatti al secondo posto.
Purtroppo però se si va ad
analizzare i dati delle aziende di tutti i settori, soltanto il 33% dei
dipendenti contro il 47% della media italiana utilizza pc in azienda, e
soltanto il 1,5% si avvale della consulenza di specialisti ICT. Probabilmente a
causa della maggiore concentrazione di piccole aziende di settori a bassa
intensità d’uso dell’ICT.
Passando poi al tasso di
penetrazione digitale fra i privati, si stima che in Campania il 62% delle
famiglie utilizzano i social network, contro una media Italia del 56%. Inoltre, il 29%
delle famiglie guarda film in streaming, il 4% in più rispetto alla media
italiana (probabilmente incide molto il fatto che le famiglie campane sono fra
le più giovani demograficamente).
Tuttavia la Campania è anche la
regione con la più alta percentuale di famiglie che non hanno mai utilizzato
internet, così come la regione si dimostra ancora molto indietro nello sviluppo
di progetti su Smart City, la cui presenza è decisamente inferiore alla media
nazionale in diverse aree come mobilità sostenibile e car sharing (presente
soltanto nel 20% dei comuni capoluogo rispetto al 36% dell’Italia).
Insomma, c’è ancora molto da fare, soprattutto per quanto riguarda “l’evangelizzazione” delle piccole e medie imprese, per tradizione il vero tessuto economico della regione. Politiche pubbliche che puntino sullo sviluppo e l’internazionalizzazione di queste realtà saranno dunque fondamentali per guidare una crescita strutturale del comparto e della regione.
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