di Danilo D'Aponte
Ci siamo occupati di recente del successo de I Bastardi di Pizzofalcone e ancora prima di Gomorra, e con loro abbiamo visto Capri, il centro storico di Napoli, Chiaia, Vomero, Scampia e ciò nonostante non abbiamo ancora visto tutte le anime della nostra bella città. Ma come potrebbe essere altrimenti? Sono così tante.
La Parrucchiera, pellicola del napoletano Stefano Incerti, si inserisce in questo "filone partenopeo" con personaggi della periferia che riscattano anni di stenti e di privazioni nella realizzazione dei propri sogni. Le molte anime di cui prima sono quelle di Rosa, interpretata da Pina Turco (che, a proposito di Gomorra, nella serie TV interpretava Deborah), bella ragazza dei Quartieri spagnoli, che lavora come parrucchiera (da cui il titolo del film) nel negozio di Patrizia e Lello. Quest'ultimo è così ossessionante nelle sue avance da costringere la protagonista a scappare. A sua volta Patrizia, sentendosi tradita dalla protagonista (che aveva sempre visto come una figlia), prende le parti del consorte lasciando Rosa senza lavoro. E poi ci sono le migliori amiche di Rosa: Micaela e Carla, transessuale molto sensibile. E proprio con loro che Rosa proverà a realizzare il suo sogno, il "mettersi in proprio", aprendo un proprio salone nei Quartieri spagnoli.
La pellicola prende la sua svolta quando il negozio di Rosa non solo si afferma, ma arriva addirittura a essere un concorrente valido per il salone di Lello e Patrizia al Vomero. Ad aiutarla in questa sua "avventura" Salvatore, suo grande amore, non senza le difficoltà che si possono incontrare stando in commercio. Sarà allora che il grande cuore delle donne partenopee verrà fuori. Una città ricca di set, spesso contemporanei, alcuni dei quali, hanno ospitato le riprese del film: dal Vomero a Porta Nolana, e poi Chiaia, i Quartieri Spagnoli dove è il negozio di Rosa, Porta Capuana e la Sanità.
Napoli è quasi un'altra protagonista del film, o per dirla con le parole di Incerti: "Napoli è parte integrante del progetto, con il mondo borghese e quello dei quartieri, centro e periferia che convivono a due passi. Due realtà incarnate da due donne". Su questo solco si inseriscono anche i Foja (autori delle musiche insieme a Emiliana Cantone, Rakele e Tony Tammaro, anche attore in questa occasione) che di Napoli dicono: "è diversa da quella di Gomorra, con un valore estetico alto e senza tempo [...] la bellezza della città viene fuori grazie ai colori delle scene esterne e interne".
Nessun commento:
Posta un commento