mercoledì 28 giugno 2017

“Rai porte aperte”: il cavallo morente è risorto?

di Noemi Colicchio

Progetto pilota, almeno nel suo primo anno di vita, quello lanciato a Marzo scorso dalla Rai, nel suo comparto Direzioni aziendali per la comunicazione e Risorse umane. “Rai porte aperte”, questo il nome scelto, per nulla casuale. I grandi spazi di Viale Mazzini sono infatti stati messi a disposizione di giovani e giovanissimi: dai 5 ai 25 anni e oltre di età, studenti d’ogni città possono sbirciare nel salotto della televisione italiana senza grandi sforzi. Tra l’altro, in accordo con la recente riforma “Buona scuola” è stata data la possibilità, a chi voglia, di consumare 10 delle ore di alternanza scuola-lavoro all’interno dell’azienda, potendo contare su un progetto formativo a cui fa da garante la quasi secolare esperienza maturata e trasmessa dai suoi padri fondatori ai responsabili odierni. 

Giovanni Parapini, Direttore per la Comunicazione, commenta così: "Alla Rai lavorano professionisti unici. Alcuni li troviamo in prima linea, ogni giorno sono in diretta alla tv o alla radio. Altri, che non appaiono, hanno abilità altrettanto importanti. Vorremmo farli conoscere a tutti i nostri ospiti, visitatori e tirocinanti". Ecco allora che si aprono quattro strade di fronte ai giovani studenti italiani, percorribili a seconda delle esigenze anagrafiche o istituzionali. 

Per i bambini della scuola dell’infanzia, quindi tra i 5 e i 10 anni, sono proposte visite ludico - didattiche presso le sedi di Torino, della durata orientativa di due ore, mentre a Roma, Napoli, Milano ed in tutti i centri produttivi dislocati sul territorio, le visite potranno protrarsi anche per il doppio del tempo. L’Orchestra Sinfonica della Rai è stata messa a disposizione dei più piccoli con laboratori. Aperto anche il Museo della Radio e della Tv di Torino. Il programma resta pressoché invariato fino ai 13 anni di età, oltre i quali si accede alle scuole secondarie di secondo grado e dunque, di buon grado, anche ad esperienze di stampo maggiormente lavorativo. Lo testimoniano le visite didattiche previste presso il Centro Ricerche ed Innovazione tecnologica e la Direzione infrastrutture tecnico – informatiche di Torino. Importante sottolineare l’attenzione rivolta alla creazione di un codice comune del quale fare uso per comunicare in maniera efficace il suo nuovo volto. La Rai sa di dover partire dai più piccoli, mostrando loro come e in che misura sia necessario anche per una veterana come lei rincorrere la tecnologia e farne un uso consapevole e performante. 

Interessante anche l’aspetto Università. È possibile, in accordo con il proprio piano di studi, concordare tirocini e stage in tutte le strutture aziendali, oltre quanto menzionato finora anche per i più piccini. Di fondamentale importanza per le aziende, qualunque sia la loro natura, è la consapevolezza delle difficoltà che da sempre attanagliano il mondo delle giovani leve, ma che oggi più di ieri sembrano pesare su un futuro di difficile costruzione. L’esperienza richiesta per la maggior parte delle posizioni lavorative aperte oggi, pare follia agli occhi di chi invece si sta avvicinando al mercato con delle competenze spesso troppo teoriche e poco pratiche. Lo stesso mondo della televisione, della radio e delle TLC in generale, sembra tanto ostico quanto utopico anche per chi ci si dedica anima e corpo in un percorso universitario non così facile come si possa credere. Certo è che la scelta dell’ammiraglia e del suo portafogli prodotti al seguito, non cade a caso. Il marketing è il nuovo ed unico motore capace di muovere il mondo. Sarebbe tanto ingenuo quanto sconsiderato rinnegare la società dell’economia che ci circonda. L’operazione di svecchiamento e ricomposizione dal tono giovanile intrapresa dalla Rai non conta solo sull’aprire le sue porte, ma è stata saggiamente supportata da un cambio di rotta nei palinsesti, scelte nel web 2.0 ben precise e riordinate secondo priorità. E la priorità per un’azienda, non lasciamoci ingannare, è sempre vendere.

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