venerdì 28 luglio 2017

Napoli: una sala dedicata alla memoria di Francesco Landolfo

di Marcello de Angelis

Dallo scorso 26 Giugno la Sala Avvocati al terzo piano del Nuovo Palazzo di Giustizia al Centro Direzionale di Napoli, è dedicata alla memoria dell’avvocato Francesco Landolfo, giusto riconoscimento al già Presidente dell'Ordine Forense di Napoli. E così, lo spazio dove i professionisti si incontravano prima delle udienze per mettere a fuoco gli ultimi particolari delle loro strategie, è stata riportata al natìo splendore con una ritinteggiatura alle pareti, l’aggiunta di nuove suppellettili ed un rafforzamento della illuminazione. A completare l’opera una sua gigantografia in bianco e nero in toga. Prima dello scoprimento della targa posta all’entrata dell’aula, l’attuale Presidente del Foro napoletano, Armando Rossi, (promotore dell’iniziativa) con i colleghi Salvatore Impradice, Maurizio Bianco, Francesco Caia e il decano degli Avvocati Luigi Jossa, ha ricordato la figura di Landolfo che fu anche Tesoriere e Segretario del Consiglio Forense

Scomparso nel 2013, all’età a 79 anni, è stato di sicuro uno dei maggiori rappresentanti delle toghe napoletane e figura molto attiva dell’Ordine sin dagli anni 80, ricoprendone la carica di Presidente per ben 6 bienni. Un lungo periodo vissuto da strenuo difensore della figura dell’Avvocato, con l’unico obiettivo di mantenere sempre alto il prestigio e la dignità della professione, troppo spesso svilita e poco considerata. Un impegno adempiuto giornalmente con la sua proverbiale, immensa disponibilità verso i colleghi, gli impiegati e l’utenza. 

Proprio per questo non esitò ad intraprendere, nel 1994, una incredibile quanto celeberrima causa contro Eugenio Scalfari, in quanto direttore del giornale “Repubblica” e del giornalista Giorgio Bocca, autore dell’articolo “La capitale delle illegalità” lesivo, a dire del Presidente, dell’immagine, della dignità e della storia dell’Avvocatura napoletana, come egli amava definire “indiscussa scuola di riferimento nazionale e internazionale”. La causa fu vinta e furono condannati il quotidiano e l’autore del pezzo incriminato, sia in sede penale che civile, con profonda soddisfazione di tutta la Classe Forense. 

Landolfo si è anche battuto tenacemente contro il trasferimento degli uffici giudiziari dalla storica sede del Vecchio Tribunale al Centro Direzionale, avvenuto in epoca successiva, sotto la Presidenza dell’Avvocato Francesco Caia. Nel dicembre del 2010 nel Salone dei Busti di Castel Capuano, alla presenza dell’allora Presidente del Senato Renato Schifani, venne insignito della “Toga d'onore” per i 50 anni di attività forense, ricevendo altresì l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce, conferita dal Presidente della Repubblica.

Sono stati ricordati i prestigiosi trascorsi nel mondo dello sport ai vertici delle federazioni, le Sue importanti amicizie che nel 1982 portarono a Grumo Nevano perfino la Nazionale di calcio appena laureatasi Campione del Mondo in Spagna. Tra i familiari presenti alla cerimonia hanno preso la parola il fratello Ettore e il nipote Gaetano Di Bernardo emozionatissimi nei loro interventi. Tre anni e mezzo dopo la scomparsa di Francesco Landolfo il suo ricordo è ancora vivo nel cuore dei colleghi. Ed ora quella targa posta all’ingresso della sala e scoperta con non poca emozione da Armando Rossi, ne ha sicuramente eternato la memoria.


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